
(AGENPARL) – lun 03 luglio 2023 Uomo deceduto dopo i soccorsi senza sanitari: il punto di Opi Prato e Firenze-Pistoia
«Serve una rete capillare, che non può prescindere dal volontariato
ma non può delegargli responsabilità proprie dei professionisti»
Prato, 3 luglio 2023 – In relazione ai fatti connessi al decesso di un cittadino di Vaiano occorsi lo scorso 29
giugno, l’Ordine delle professioni infermieristiche di Prato insieme a quello di Firenze-Pistoia rilascia il
seguente comunicato.
“Apprendiamo dalla stampa che il giorno 29 giugno un uomo di 64 anni di Vaiano ha accusato un malore;
raggiunto da un’ambulanza con soli soccorritori, proveniente da Prato e inviata dalla centrale dell’emergenza
sanitaria, ha poi avuto un arresto cardiaco durante il trasporto verso l’ospedale di Prato. I soccorritori, iniziate
le manovre di rianimazione, hanno seguito le istruzioni della centrale operativa che ha inviato l’ambulanza
con medico da Vernio e l’elicottero Pegaso, nel tentativo di candidare il paziente alla rianimazione con
circolazione extracorporea che è disponibile per questa realtà territoriale solo all’ospedale di Careggi.
Purtroppo nonostante la circolazione extracorporea il paziente è deceduto e sono stati donati gli organi.
Prima di tutto la comunità infermieristica rappresentata dagli scriventi ordini vuole esprimere le più sentite
condoglianze alla famiglia del Signor Farsetti per la grave perdita subita.
Inoltre riteniamo opportuno intervenire per focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti molto importanti
affinché la faccenda non sia letta come una polemica di pancia ma si stimoli un confronto costruttivo che
porti a una migliore gestione del sistema di emergenza territoriale.
Non è intenzione degli scriventi ordini dare un giudizio di merito sull’accaduto, che certamente potrà essere
ben valutato nelle opportune sedi.
Tuttavia, non possiamo fare a meno di rimanere sorpresi dalle dichiarazioni del Direttore Generale della USL
Toscana Centro in un’intervista rilasciata al canale RTV38, secondo cui “un arresto cardiaco è una situazione
imprevedibile e l’atto che si effettua lo sanno fare i volontari perché sono preparati e formati per questo. Il
medico non può aggiungere nulla al massaggio cardiaco o all’uso di macchinari che sono stati messi in atto”.
Se questa posizione fosse plausibile, sarebbe difficile comprendere la scelta della nostra Regione, da noi
condivisa, di mantenere professionisti laureati, medici e infermieri, anche in equipe congiunta, sul territorio
al fine di gestire, come indicato dalla letteratura internazionale e dalle buone pratiche, casi come questo. In
realtà, molti di questi eventi possono essere prevenuti attraverso una valutazione accurata delle condizioni
del paziente e l’implementazione delle correzioni necessarie da parte di operatori sanitari inviati sul posto
dopo un corretto triage telefonico. Questo triage ha il compito di seguire le indicazioni del documento
“dispatch regionale” e della letteratura internazionale, stratificando il profilo delle necessità di assistenza
attuali e prevedibili per l’utente e garantendo l’invio della risorsa “Ottimale teorica” a tale scopo.
Riteniamo, alla luce di questo episodio e di altri accaduti nel tempo, che il sistema di emergenza-urgenza
delle nostre aree debba profondamente rivedere i propri paradigmi fondamentali, garantendo una rete
capillare di soccorso. Tale rete non può prescindere dal prezioso contributo del volontariato, ma non può
neanche delegare alle organizzazioni volontaristiche le responsabilità e conoscenze proprie dei
professionisti sanitari in termini di governo del sistema. Anche per quanto riguarda l’aspetto operativo, è
importante sottolineare che non è possibile delegare ai volontari le prerogative dei sanitari in termini di
capacità e possibilità di stabilizzazione dei pazienti effettivamente o potenzialmente critici, le cui condizioni
possono mettere a rischio la vita.