
(AGENPARL) – gio 15 giugno 2023 *COMUNICATO STAMPA*
*Grano: raggiunto il traguardo 50 mila firme per la petizione Cia*
*Il presidente nazionale Fini: “Avanti con la mobilitazione, sfida per il
futuro di tutta l’agricoltura”*
Roma, 15 giu – Raggiunta quota 50 mila firme per la petizione nazionale
“salva grano Made in Italy”. ? un successo la mobilitazione di
Cia-Agricoltori Italiani su change.org <https://chng.it/zVC8sWyT75>, che ha
raccolto l’adesione di cittadini, produttori ed enti pubblici. Una
battaglia coesa e determinata a difendere il settore dalla crisi
inaccettabile dei prezzi e dai ripetuti attacchi speculativi, oggi pronta
ad arrivare sul tavolo delle istituzioni per chiedere interventi immediati
e concreti a tutela del grano e della pasta tricolore.
Del resto, la situazione non accenna a migliorare con il prezzo del grano
sceso del 40% nelle ultime settimane, mentre quello della pasta sullo
scaffale è aumentato in media del 30%. Per coltivare il grano duro ci
vogliono circa 1.400 euro per ettaro. Con le quotazioni attuali, i
produttori non riescono nemmeno a coprire le spese perché sono costretti a
vendere a 1.100 euro per ettaro (-300 euro).
L’Italia è il primo produttore di grano duro in Europa con circa 1,2
milioni di ettari impegnati e per Cia non si può, assolutamente, rischiare
di mettere a repentaglio le produzioni nazionali, tanto più che il Paese
resta, comunque, il secondo importatore al mondo. Il prezzo del cereale
simbolo del Made in Italy lo determinano i grani esteri prodotti con
standard qualitativi, di salubrità e costi di produzione molto più bassi.
Serve monitoraggio, trasparenza e tutela della qualità e delle quantità
nazionali utilizzate per la pasta e il pane consumati dagli italiani.
“La nostra petizione è più di una battaglia per il grano, è un’azione
nazionale, a difesa di un prodotto cardine dell’agroalimentare italiano,
che interpreta quella che è la più grande sfida per il futuro di tutta la
nostra agricoltura -commenta il presidente nazionale di Cia, Cristiano
Fini-. Questo perché affronta tre questioni cruciali: lo squilibrio lungo
la catena del valore che penalizza gli agricoltori, il conseguente
abbandono delle coltivazioni, a causa degli alti costi di produzione, e il
rischio per la sicurezza e la sovranità alimentare. Andremo avanti con la
mobilitazione, il riscontro che sta ottenendo è un messaggio chiaro al
governo di cui Cia si farà portavoce, sollecitando maggiori controlli
sull’etichettatura, l’istituzione della Cun del grano duro per una maggiore
trasparenza dei prezzi, il potenziamento dei contratti di filiera tra
agricoltori e industria e l’avvio immediato Registro Telematico dei
Cereali”.
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