
(AGENPARL) – ven 09 giugno 2023 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 09/06/2023, ore 13:16
Consiglio
Lavori Consiglio: Dlp aree di pascolo protette – con VIDEO e FOTO
**La discussione articolata del dlp 143/23: Aree di pascolo protette e misure per il prelievo dei lupi e la protezione della specie dall'ibridazione, che prosegue nel pomeriggio.
<p><strong>Link video (Consiglio/GNews)</strong>:<br>
<a href="https://we.tl/t-tfR5c9bVel?utm_campaign=TRN_TDL_05&utm_source=sendgrid&utm_medium=email&trk=TRN_TDL_05">https://we.tl/t-tfR5c9bVel</a></p>
<p><strong>Link foto (Consiglio/Werth)<br>
<p>È ripreso questa mattina, in Consiglio provinciale, l’esame del dlp <a href="https://www.consiglio-bz.org/it/atti-politici/686477?tipoatto=DDL&legislatura=XVI&numattodal=134&numattoal=143&action=search&page=1">143/23</a>: <strong>Aree di pascolo protette e misure per il prelievo dei lupi e la protezione della specie dall'ibridazione </strong>(presentato dai conss. J. Noggler, A. Schuler, F. Locher e M. Vallazza, SVP).<br>
<a href="https://www.consiglio-bz.org/it/comunicati-stampa/lavori-consiglio-dlp-aree-di-pascolo-protette-discussione-generale-2"><strong>Ieri</strong></a><strong> </strong>era stato presentato l’<strong>unico ordine del giorno</strong>, con il<strong> quale Andreas Leiter Reber </strong>(Die Freiheitlichen), invitava il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano a dichiararsi favorevole (1) a rendere l’Alto Adige <strong>un’area senza lupi</strong> secondo il modello svedese, e incarica la Giunta provinciale di attivarsi a livello statale ed europeo per realizzare tale proposito; (2) a perseguire lo stesso obiettivo politico anche per quanto riguarda l’orso bruno europeo.</p>
<p>Prima di riprendere la trattazione del documento, su richiesta di <strong>Sven Knoll </strong>(Süd-Tiroler Freiheit) la seduta è stata interrotta per una riunione dei capigruppo. <strong>Magdalena Amhof </strong>(SVP) ha poi proposto di rinviare la trattazione dei disegni di legge <a href="https://www.consiglio-bz.org/it/atti-politici/686448?tipoatto=DDL&legislatura=XVI&numattodal=134&numattoal=143&action=search&page=1">141/23</a>: Gestione coordinata dei siti ed elementi oggetto di riconoscimenti UNESCO in provincia di Bolzano e <a href="https://www.consiglio-bz.org/it/atti-politici/683336?tipoatto=DDL&legislatura=XVI&numattodal=134&numattoal=143&action=search&page=1">134/23</a>: Disciplina della coltivazione di sostanze minerali alla prossima sessione consiliare, chiedendo di iniziare con essa già di lunedì. Gli altri disegni di legge all’ordine del giorno – lupo, appalti, omnibus – sarebbero stati trattati fino al termine della discussione.</p>
<p>In merito all'<strong>ordine del giorno, Riccardo Dello Sbarba </strong>(Gruppo verde) ha detto di non condividerlo in quanto riproponeva il tema del wolf-freies Südtirol. ha ricordato che bisognava puntare alla convivenza tra uomo e lupo, entrambi specie predatrici, di cui l’unica che aggrediva anche la propria specie era quella umana, nonché che un bosco vivo e vegeto porta con sé animali selvatici. Il modello svedese non era praticabile per le diverse condizioni, e tra il resto esso era stato oggetto di infrazione; lì da anni si usavano i recinti elettrificati, e l’aumento dei lupi sino ai 460 ora esistenti era andato in parallelo a quello degli animali da allevamento, In Isvezia era stata aperta la caccia al lupo all’inizio 2023 per motivi espressamente politici, dopo la vittoria di un coalizione di destra appoggiata dall’esterno da un partito xenofobo, che aveva posto tale richiesta come condizione, anche quale sfida all’Europa.<strong> L’ordine del giorno è stato respinto con 5 sì e 28 no</strong>.</p>
<p>È stato quindi a<strong>pprovato il passaggio alla discussione articolata</strong> (22 sì, 1 no, 7 astensioni). </p>
<p><strong>L’articolo 1 </strong>definisce<strong> oggetto e finalità della norma. </strong><br>
<strong>Sven Knoll</strong> (Süd-Tiroler Freiheit) ha chiesto informazioni sui criteri di individuazione delle zone pascolive protette, rilevando che l’ampiezza del raggio percorso in un giorno dai lupi avrebbe potuto indurre a identificare aree molto grandi. <strong>Andreas Leiter Reber </strong>(Die Freiheitlichen) ha chiesto gli stessi dettagli, rilevando che non erano stati trasmessi i regolamenti d’esecuzione che li avrebbero contenuti: tutte le malghe sarebbero state individuate come zone pascolive protette o si sarebbe differenziato tra malghe dove strutture di protezione erano possibili e altre malghe? e chi lo definiva? sulla base di quali criteri? L’ass. <strong>Arnold Schuler </strong>ha chiarito che non è prassi fornire con il disegno di legge anche il regolamento d’esecuzione, tuttavia i criteri saranno simili a quelli già discussi. Non tutte le malghe sarebbero diventate zone protette, ma con emendamento all'articolo 2 si prevedeva che ogni zona pascoliva sarebbe stata definita, con registro di singole malghe e relativa delimitazione: questa sarà la base per l’individuazione delle zone. In quanto ai pascoli vicino alle aziende agricole, si tratta di una situazione diversa. Schuler ha aggiunto che secondo l’ultima comunicazione ISPRA il lupo non doveva essere identificato geneticamente, ma dovevano essere garantiti i requisiti previsti per il prelievo.<strong> Leiter Reber </strong>ha chiesto se le aree sarebbero state definite sulla carta o in seguito a un sopralluogo della forestale, rilevando che questo avrebbe richiesto un po’ di tempo. La presidente <strong>Rita Mattei </strong>ha invitato a concentrarsi sull’articolo 1, aggiungendo che al disegno di legge erano state apportate modifiche linguistiche. L’articolo è stato approvato con 24 sì, 1 no e 9 astensioni.</p>
<p>L’<strong>articolo 2</strong> definisce le <strong>zone pascolive protette</strong>.<br>
L’ass. <strong>Arnold Schuler </strong>ha proposto un emendamento sostitutivo, spiegando che la classificazione non poteva avvenire in 24 ore, ma in futuro tutte le malghe con le greggi per pascolo sarebbero state valutate e classificate. Si sarebbe iniziato subito, sulla base di criteri che erano stati stabiliti. Una seconda modifica dava la responsabilità del relativo decreto al direttore della ripartizione foreste. <strong>Riccardo Dello Sbarba </strong>(Gruppo verde) ha sostenuto che l’articolo si riferiva a malghe dove non erano possibili misure preventive, e che era facile prevedere che tutte le malghe sarebbero state classificate così, con la conseguenza che si sarebbero abbandonate le misure di prevenzione a favore delle fucilate. Questo violava la direttiva Habitat, che prevede innanzitutto sistema protettivi, ed esponeva al rischio di procedura d’infrazione. L’articolo riprende la delibera 415 del 16 maggio della giunta provinciale, che si intitolava “Finanziamenti per le misure preventive” – pari al 100% della spesa, ma sosteneva che le reti di protezione sulle malghe, così come l’impiego di cani da guardia, non sono ragionevolmente possibili. Egli capiva che si stava andando verso le elezioni e si cercava di prevenire un voto di protesta, ma questa normativa non pareva seria: con quest’articolo si metteva fuori legge una parte della direttiva Habitat. <strong>Josef Unterholzner </strong>(Enzian) ha ritenuto che la proposta di legge arrivasse con 5 anni di ritardo, ed era vero che l’unica possibilità per contenere la diffusione del lupo era il fucile. Inoltre, il cane da guardia era anche più pericoloso del lupo, pertanto non andava bene il relativo impiego presso le malghe, dove c’erano sentieri escursionistici. L’unica soluzione era garantire zone libere dal lupo. <strong>Hanspeter Staffler</strong> (Gruppo verde) ha rilevato che alla legge mancava la seconda gamba, ovvero le misure di gestione delle greggi per evitare le possibilità di predazione. Si diceva che le misure non erano possibili sulle malghe, dal punto di vista tecnico ed economico, tranne sul 10-20% delle malghe, quelle con un numero di capi superiore a 500. se a queste si applicava anche il criterio dei sentieri escursionistici, anche di queste ne restavano forse 2: l’approccio non era serio, né era vero che le malghe locali non si prestavano alle misure di protezione delle greggi, come si voleva far credere. C’erano malghe che avevano già adottato misure dissuasive, e queste funzionavano, compreso l'utilizzo di cani da guardia., che potevano apprendere a non ritenere nemici gli esseri umani. Con la norma in esame, si escludevano tutte le possibilità di una gestione dei rischi ragionevoli, adottando misure per evitare le predazioni: chi si voleva prendere in giro? In Isvizzera si era cercato di modificare lo stato di protezione e conservazione del lupo, ma la proposta era stata sostenuta da solo 6 Stati su 50: non si sarebbe mai trovata l’unanimità a livello europeo per modificare lo stato di protezione del lupo, mentre era possibile il prelievo di singoli capi problematici. Procedere in modo unilaterale, e con il presente disegno di legge, era controproducente. Inserire le misure di protezione delle greggi come sezione a sé stante avrebbe trasformato la proposta in un’iniziativa sensata.<strong> Andreas Leiter Reber </strong>(Die Freiheitlichen) ha ammesso che si sarebbero potute inserire nella legge le misure di protezione e i relativi finanziamenti, mentre invece questo era disciplinato da delibera di giunta. In quanto ai cani da guardia, egli steso era a conoscenza di un attacco a due persone da parte di cani scappati da un recinto. Un cane da guardia aveva la sua ragione di essere in aree più ampie e altri paesi, non dove le malghe erano attraversate da sentieri escursionistici. Inoltre, i relativi finanziamenti erano ridotti. <strong>Hanspeter Staffler</strong> (Gruppo verde) ha ribadito che esistevano malghe dove il sistema funzionava, la delibera di Giunta diceva invece che non era possibile in nessun caso – questo non era vero. L’ass. <strong>Arnold Schuler </strong>ha riferito che non si andava a scavalcare la direttiva habitat, ma si procedeva solo laddove essa non era praticabile, per esempio in zone molto ripide – i rimborsi erano finanziati solo in questi casi. I criteri non erano stati presi dal nulla, ma concordati con esperti e anche sull’esempio di altre Regioni. Predazioni ci sarebbero state anche nonostante le misure, che la legge non osteggiava, tuttavia in gran parte dell’agricoltura di montagna altoatesina, costituita da malghe molto piccole, esse non erano possibili. <strong>Accolto l’emendamento sostitutivo dell'ass. Schuler</strong> (27 sì, 4 no, 2 ast.),<strong> l'articolo 2 è stato approvato</strong> con 23 sì, 4 no e 6 astensioni.</p>
<p>L’<strong>articolo 3 </strong>riguarda le<strong> autorizzazioni</strong>.<br>
<strong>Andreas Leiter Reber (</strong>Die Freiheitlichen) ha chiesto di chiarire come veniva definita l’area di distribuzione, e se i 25 capi predati venivano calcolati in una sola area o in più aree. <strong>Sven Knoll </strong>(Süd-Tiroler Freiheit) ha riferito di aver ritenuto critico questo concetto già nel dibattito, perché l’area di distribuzione era molto ampia, e bisognava chiarire se si identificava un raggio o una valle o cos’altro, perché altrimenti sarebbero stati messi in difficoltà i cacciatori. Anche il metodo di calcolo dei lupi che era possibile uccidere in caso di predazione non era chiaro, nonché la gestione degli esemplari ibridi, dato che si parlava solo di canis lupus. <strong>Diego Nicolini </strong>(Movimento 5 Stelle) ha fatto riferimento alla campagna mediatica della Dolomiten contro il lupo negli ultimi anni, e ha chiesto quante volte era stata fatta richiesta di abbattimento all’Ispra e quante volte essa era stata negata: seguendo una certa procedura, infatti, gli abbattimenti erano già possibili. Vedeva il presidente Kompatscher tiepido su questa legge. Ha chiesto poi come non si era riusciti a intervenire con il rappresentante della maggioranza in Europa o i parlamentari, modulando la norma sulle esigenze della provincia. <strong>Riccardo Dello Sbarba </strong>(Gruppo verde) ha riferito le condizioni per l’abbattimento, ovvero che la specie non sia minacciata e il livello di pericolosità e minaccia, problematico secondo lui rispetto alla normativa UE. IL più problematico era il comma 4, al di fuori della normativa habitat, secondo cui si poteva abbattere un esemplare problematico per rendere compatibile la convivenza e quindi salvare la specie: il singolo esemplare andava quindi individuato. Un esempio era quello dell’orso del Trentino, catturato e sottoposto a esame del DNA. Il comma 4 consentiva infatti di sparare a caso, su qualsiasi lupo si vedeva. Inoltre, una volta che si “presumeva” che l’assalto fosse stato agito da 5 lupi, si permetteva di sparare ai primi 5 lupi che si vedevano, ma nessuno garantiva che fossero proprio quelli. Ha annunciato quindi astensione sull’articolo ma voto contrario sul comma 4, chiedendo di votarlo separatamente. <strong>Paul Köllensperger</strong> (Team K) ha chiesto di nuovo quante volte il presidente Kompatscher avesse chiesto all’ISPRA il parere per un abbattimento dal 2018 e quante volte aveva ricevuto parere contrario. la legge si muoveva nell’ambito del possibile dal punto di vista giuridico, ha detto il presidente della Provincia <strong>Arno Kompatscher,</strong> riferendosi al prelievo di animali problematici ma lo scopo era una regolamentazione, anche in sintonia con le altre regioni dell'arco alpino. C'era bisogno di un intervento dello Stato come accaduto in Francia o Svezia o di ottenere un declassamento come già la Finlandia. La legge era stata scritta da persone che si occupavano del tema da anni, tenendo conto della normativa europea e statale. Per tre volte era stata inviata all’ISPRA la documentazione, anche integrandola su contro-richiesta, ma un parere non era mai stato rilasciato: questo era un atteggiamento dell’ISPRA anche verso altre regioni, pertanto in mancanza di parere doveva esser possibile agire in caso di pericolo. <br>
<strong>Josef Noggler</strong> (SVP) ha replicato che dalla risposta di Dello Sbarba, che aveva detto “mi viene da ridere” si vedeva quanto era lontana la popolazione di città da quella rurale, dove i contadini non ridevano. In quanto alle aree di distribuzione, era diversa da zona a zona, e comunque ci si riferiva a un intero branco di lupi, non al singolo: Quando in val di Vizze c’erano 30 pecore predate, era un caso grave. <strong>Dello Sbarba</strong> ha replicato che egli aveva sorriso, tra il resto insieme al collega Locher, di una formulazione della legge, non del problema, che conosceva e prendeva sul serio. <strong>Andreas Leiter Reber (</strong>Die Freiheitlichen) ha rilevato che le sue domande non avevano ricevuto risposta, e ritenuto che il comma 2 andasse oltre i criteri del comma precedente. A prescindere dal numero di predazioni bisogna chiedersi in che direzione va il lupo, e se gli eventi accadono lontani da insediamenti o nell’area del maso, dimostrando che l’animale ha perso il timore dell'uomo, ha chiarito il presidente <strong>Arno Kompatscher</strong>. L’articolo 3 è stato approvato con 22 sì, 1 no e 11 astensioni (il comma 4 con 22 sì, 4 no e 5 astensioni).</p>
<p>(articolo 4 soppresso in commissione)</p>
<p>L’<strong>articolo 5</strong> definisce <strong>pareri tecnici e procedura d’urgenza</strong>.<br>