
(AGENPARL) – ven 21 aprile 2023 FABIO PORTA
LA DIASPORA ITALIANA: UNA GRANDE OCCASIONE, FORSE PERDUTA
Perché l’Italia non vede la grande diaspora come una possibile risposta alla recessione demografica?
“Farnesina in allarme: dal Sudamerica possibili milioni di richieste di cittadinanza per oriundi”: era questo il titolo allarmistico di un articolo apparso sul quotidiano «la Repubblica» alcune settimane fa; qualche giorno dopo sul « Corriere della Sera », l’altro grande giornale italiano, un altro titolo riprendeva lo stesso argomento, questa volta da una prospettiva totalmente diversa: « L’Italia e la diaspora dimenticata ».
Nel primo articolo l’accento era tutto rivolto agli aspetti critici e problematici conseguenti alla presenza, particolarmente in Sudamerica, di una grandissima collettività di italo-discendenti; una lettura prevalente in molti ambiti e spesso fatta propria dalla nostra diplomazia, che raramente vede questo fenomeno come potenzialmente positivo considerandolo al contrario un sovraccarico di lavoro per la nostra rete consolare.
Una visione parziale, perché se è vero che i consolati all’estero soffrono da anni per una cronica mancanza di personale e a causa di una rete limitata e non in grado di offrire servizi adeguati a collettività di enormi dimensioni come quella italiana, è altrettanto vero che oggi (e grazie ad una norma da me fortemente voluta) proprio grazie alle domande di cittadinanza alcuni grandi consolati come Buenos Aires, San Paolo o Caracas incassano annualmente risorse pari o superiori alle loro spese fisse.
Qualche dato ? Il Consolato Generale d’Italia a Buenos Aires soltanto nel 2022 ha percepito oltre sette milioni di euro a seguito dei servizi offerti ai connazionali (passaporti e cittadinanze, soprattutto); il Consolato di Londra oltre 5 milioni e quello di San Paolo quasi quattro.