
[lid] “Il progresso è tale quando è fruibile da tutti nelle medesime condizioni di partenza” È quanto dichiarato da Benedetto Magliozzi, segretario generale nazionale di CISL Medici, in occasione della tavola rotonda “Sanità e nuove tecnologie: dal Metaverso alla tecnologia e gli impatti sul welfare” organizzata da Welfare I Care e Legal Alfa.
Un luogo di confronto che si è rilevato contesto ideale per fare il punto sull’evoluzione della digitalizzazione della sanità, con tutte le sue luci e ombre.
“Il mio professore di statistica e informatica mi diceva che il computer deve farti guadagnare tempo e non fartelo perdere” ha raccontato Magliozzi “Abbiamo esempi ormai storici di progetti incompiuti di digitalizzazione dal fascicolo informatico al tesserino sanitario codice fiscale che ha impiegato 20 anni per essere portato a termine. Ma qualcosa ora si sta muovendo: occorre che risorse pubbliche e private siano finalizzate al raggiungimento di un risultato in cui la centralità della cura sia il fine ultimo: dove c’è un obiettivo etico si riesce sempre ad avere anche un giusto guadagno economico non viceversa, questa mi sembra la ricetta più corretta.” Parliamo di privacy e tutela di informazioni sensibilissime: l’uso dei dati è un’arma fondamentale sia per migliorare la cura verso il singolo che per prevenire e migliorare gli strumenti di salvaguardia verso la comunità. Ma è fondamentale produrre sistemi sicuri per lo scambio di dati medico paziente: secondo il segretario generale “occorrerà normare tutto in maniera puntuale, non si può certo derogare cura e diagnosi ad un prodotto fungibile, i risultati dei dati sono anch’essi strumenti di cura… la figura medica rimane e rimarrà centrale.”
Focus su cui gli interventi della tavola rotonda ha puntato i riflettori è stato il rapporto tra sanitari e pazienti: “L’evoluzione della figura del medico è nella sua origine, il rapporto medico-paziente veicolato da strumenti attuali può in alcuni aspetti rischiare di allontanare le due figure dalla loro umanità: oggi parliamo di medicina proattiva, di empatia, di nuove forme di comunicazione e dialogo e sembra che medici e pazienti siano più veloci della politica e dei decisori ad utilizzare nuovi strumenti nella maniera più utile” approfondisce Magliozzi “L’uso dei dati ci porterà all’utilizzo di mezzi aggiornati e più efficaci. Ci si dovrà abituare e, come in tutti i cambi di abitudine, bisogna prima resettare le proprie visioni per sfruttare appieno le nuove potenzialità. È palese che viviamo in una società dove lo sviluppo tecnologico è più veloce di quello culturale e allora si torna alla scuola alla formazione ed all’acquisizione di nuove competenze: per i medici ci sono le università e tutto il meccanismo della formazione dagli ecm ai fondi previsti dai contratti per l’aggiornamento professionale; per i pazienti è forse giunta l’ora di iniziare a valorizzare scuola cultura e formazione…Solo la conoscenza può battere l’ingiustizia…”
“L’universalità delle cure non può prescindere dall’esame degli strumenti a disposizione del sistema e degli utenti” sono state le parole del segretario generale nazionale riguardo alla direzione intrapresa dal legislatore “Sistemi non comunicanti e scarsa resilienza del sistema di trasmissione di richiesta e offerta sono di fatto un mix micidiale. Questo avviene anche nel meccanismo di controllo: possono gli erogatori ultimi essere anche i valutatori e i controllori del cosiddetto outcome del prodotto finale salute? Occorre rimettere al centro un organo terzo imparziale che attraverso l’analisi del metodo ne certifichi i risultati.” E il mercato in questo ingranaggio? “Il mercato, bestia strana, offre e cerca sempre nuovi sbocchi per perpetuare la ricerca del guadagno economico diretto, ma i sistemi sanitari efficienti si misurano in migliore qualità della vita e nel numero di morti evitabili e prolungamento di aspettativa di vita” ha concluso Magliozzi “Paziente e consumatore non possono essere assimilati, Cittadino e fruitore del sistema sanitario sì”.