(AGENPARL) – sab 25 marzo 2023 Appello della presidente del CREIS Serenella Molendini, in occasione del workshop nella sede del Must di Lecce: “Il futuro ormai è digitale e ci sarà bisogno di nuove professioni, ma un mondo senza diversità non produce quel cambiamento eco e sostenibile che noi tutte speriamo. Per questo è necessario rimuovere le barriere culturali, sociali e talvolta ideologiche che rendono difficile l’ingresso e le carriere delle donne nei lavori legati alla ricerca scientifica e dell’innovazione”.
La presidente del CREIS, il Centro di Ricerca Europea per l’Innovazione sostenibile, Serenella Molendini, ha lanciato un appello alla politica e alle istituzioni per superare il gender gap nelle materie Stem (Science, Technologies, Engineering and Mathematics), attorno alle quali si muove la società.
L’occasione è stata offerta dal workshop dal titolo “Donne e transizione digitale” che si è svolto a Lecce, lo scorso 23 marzo, nella sede del Must, il Museo storico della Città, nell’ambito del format ‘Il Caffè Scientifico delle Donne nella Ricerca e nell’Innovazione”, con l’obiettivo di approfondire le tematiche legate alla presenza delle donne e al loro impegno nei settori della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica.
“Dobbiamo radicalmente modificare l’organizzazione del modello lavoro e il sistema di istruzione e formazione”, ha detto Molendini, dopo aver ricordato che il tema “Innovazione e cambiamento tecnologico e istruzione nell’era digitale per raggiungere la parità di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze” è stato oggetto dei lavori della 67esima Commissione Onu.
“Secondo lo studio sul divario digitale di genere realizzato dalla Bocconi, l’Italia si colloca al 25esimo posto su 28 Paesi”, ha detto la D.ssa Molendini che ha snocciolato i dati per dare contezza della realtà. “Lo studio della Commissione europea ‘Donne nell’era digitale’ dimostra che in Europa oggi solo 24 laureate su mille hanno una specializzazione legata alle nuove tecnologie. Ci sono 4 volte più uomini che donne che portano a termine gli studi e la quota degli uomini che lavora nel settore digitale è di tre volte maggiore rispetto a quella delle donne”, ha sottolineato.
“La maggior della ragazze, non conferma il proprio percorso di studi. E qui già si crea in grande gap. In tale scenario, è centrale il dibattito attorno al digitale e alle professioni, con un investimento di quasi 2 miliardi per attivare percorsi che possano portare la formazione digitale tra le donne”, ha aggiunto la presidente del Creis.
Guardando al mondo del lavoro, Molendini ha citato i dati “Future of Jobs” del 2020 del World Economic Forum, secondo cui nel mondo, entro il 2025, andranno perduti 85mila posti che potranno essere sostituti, in parte, dall’intelligenza artificiale. “Se da un lato li perdiamo, dall’altro emergeranno 97 milioni di opportunità di lavoro in settori emergenti, come ad esempio la cyber sicurezza, una delle priorità dell’Ue che sta investendo circa due miliardi di euro. Si stima che le donne rappresentino solo il 24% degli esperti cyber. In Italia, solo una donna su 10”, ha detto. “Nei prossimi tre anni, secondo l’Agenzia per la cyber sicurezza nazionale, servono 100mila esperti. E quante saranno e che ruolo giocheranno le donne?”, ha chiesto.
Al workshop è intervenuta con un video la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone: “E’ importante il processo culturale per il superamento degli stereotipi: chi l’ha detto che una donna non può essere bravissima nel settore dell’informatica, per esempio? Sono però ancora troppo poche le donne che si dedicano a queste discipline, così come sono ancora troppo poche le ricercatrici”, ha detto. “Dobbiamo lavorare molto di più per il superamento degli stereotipi sin dall’età più tenera: è compito nostro, della cultura, fino ad arrivare alla scelta delle discipline all’interno della scuola e dell’università”, ha aggiunto. “Sono felice di far avere alle proposte una dimensione non solo pugliese, ma nazionale”, ha concluso.
Sono intervenute, tra le altre, l’assessora alla Cultura, Valorizzazione del patrimonio culturale e alla Pubblica Istruzione del Comune di Lecce, Fabiana Cicirillo, e la Consigliera della Provincia di Lecce con delega alla Cultura e alle Pari Opportunità, Paola Povero.
“Le donne, in questo momento, devono far sentire la loro voce ancor più di sempre, in tutti i settori e in particolare in quello delle professioni scientifiche. Anche io svolgo una professione tecnica, anche se al momento di scegliere, mio padre, ingegnere, mi disse che architettura era una facoltà più adeguata per una donna. Non me ne sono pentita, perché la mia professione mi piace tantissimo, però è stato quello che ha determinato la scelta”, ha detto l’assessora Cicirillo, partendo dalla sua esperienza personale. “Le cose sono cambiate, per fortuna. Non dobbiamo arrenderci davanti agli stereotipi e a ruoli che, nel tempo, ci sono stati affibbiati: siamo in grado di fare qualsiasi cosa e di affrontare sfide importanti”, ha detto ancora. “Adesso anche in politica iniziamo a sfondare quel famoso tetto di cristallo. Oggi le condizioni ci sono: le ragazze non hanno i pregiudizi che avevamo noi, perché ce li avevano insegnati”, ha concluso l’assessora.
“Voglio sostenere tutte le battaglie che fanno sì che le donne che meritano, vengano nominate nei posti di rappresentanza. Non è facile perché si innestano i poteri della clientela elettorale che fanno sì che le scelte ricadano non sulla concretezza”, ha detto la consigliera Povero, unica donna nel Consiglio provinciale.
“Le donne per le materie scientifiche che sono determinanti per i momento di stiamo vivendo, dalle tematiche economiche a quelle ambientali, sono una minoranza pur avendo professionalità importanti”, ha rimarcato. “Non mi riferisco solo alla nostra provincia, ma all’Europa nonostante l’impegno sulla parità di genere. Dobbiamo acquisire forza e determinazione e come Provincia di Lecce, ci siamo”.
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