
(AGENPARL) – lun 31 ottobre 2022 “Il sì all’ergastolo ostativo, la “mano forte” con il decreto sui Rave Party, il rinvio al 30 dicembre per la riforma Cartabia, espressi oggi dal Consiglio dei Ministri, confermano il nostro giudizio iniziale sul buon esordio della Premier Meloni. Aspettavamo in particolare un segnale sul pieno ripristino della legalità nelle carceri e con la conferma dell’ergastolo ostativo è arrivato. Vogliamo però pensare che si tratti solo di un primo segnale”. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, per il quale “tra i capo clan di mafia, ndrangheta, camorra e gli affiliati, come tra i terroristi si era creato un clima di attesa per le decisioni del Governo. Credo che almeno per ora si possa considerare allontanato l’atteggiamento buonista della precedente Ministra Cartabia e quindi per il personale penitenziario è un incoraggiamento a proseguire il lavoro di servitori della legalità e dello Stato che in precedenza veniva continuamente disconosciuto. Il comando dalle celle dei boss a regime 41 bis anche attraverso i telefonini deve essere impedito una volta per tutte. Adesso si passi con speditezza ad affrontare le gravi emergenze delle carceri. Non c’è più tempo da perdere e dopo le prime dichiarazioni della Premier in Parlamento, le scelte del Consiglio dei Ministri – sostiene Di Giacomo – lasciano ben sperare sulla effettiva volontà di voltare pagina specie dopo l’impegno non mantenuto di realizzare otto nuovi padiglioni penitenziari. Noi la mettiamo in guardia: non basta “stracciare” la cosiddetta riforma Cartabia, come ha cominciato a fare, e le circolari contradditorie ed inutili del DAP. Ci sono azioni, misure, provvedimenti che si possono e si devono attuare subito, perché più passa tempo e più l’illegalità si diffonde con il rischio di ripetere quanto accaduto con le rivolte nella primavera del 2020. Da servitori dello Stato continuiamo a chiedere che il personale penitenziario sia messo nelle condizioni di garantire il rispetto della legalità attraverso il contrasto a mafia e criminalità che, a nostro parere, deve svolgersi a partire dalle carceri”.