
(AGENPARL) – lun 17 ottobre 2022 AL VIA L’ANNO CANOVIANO, SGARBI A POSSAGNO: “CELEBRAZIONI PASSERANNO DA FERRARA. SARÀ UN SECONDO RINASCIMENTO”
“Questa settimana abbiamo inaugurato ufficialmente l’anno canoviano”, la cui annualità – ha spiegato Sgarbi – parte con la ricorrenza della scomparsa, il 13 ottobre. “Dopo la mostra realizzata a Bassano del Grappa (che con Possagno condivide il lascito testamentario canoviano, la mostra celebra la ‘Maddalena giacente’ realizzata alla fine della vita del genio veneto, ndr) e quella del Mart di Rovereto (‘Canova tra innocenza e peccato’), il centenario ‘deflagra’ e faremo anche una mostra a Ferrara. Figura centrale di questo appuntamento sarà Cicognara, autore di una storia della scultura e di una biografia molto importante, la personalità che ha meglio inteso Canova e lo ha guardato come un fratello”. “La sua scultura a palazzo Schifanoia è trionfante”, ha sottolineato Sgarbi (che ha da poco pubblicato un libro dedicato al grande scultore, “Canova e la bella amata”, La nave di Teseo / Corriere della Sera) -, l’opera ‘ferrarese’ rappresenta inoltre un ideale legame con la città natale di Possagno, visto che il modello in gesso di quel busto è conservato nella Gypsotheca canoviana del Comune veneto e – come fa notare lo storico dell’arte Lucio Scardino – dialoga con un analogo modello dell’autoritratto di Canova – “a sottolinearne il legame, come se fossero due fratelli in arte”.
Anche la copia del testamento (redatto a Venezia, il 20 aprile 1833), con cui Cicognara lascerà alla “Biblioteca pubblica di Ferrara” questa opera (insieme ad altri documenti), è conservata alla biblioteca Ariostea. E lo stesso luogo conserva anche una lettera manoscritta di Canova, firmata e datata. Nel corso del suo intervento al ‘Pantheon’ di Possagno Sgarbi ha sottolineato che Canova è “il più grande artista di tutti i tempi perché è la sintesi dei maestri di tutti i tempi, di Raffaello, Michelangelo, Mantegna, Palladio”. “Il tempo di Canova è un secondo ri-nascimento – ha detto Sgarbi -. Suoi contemporanei sono i grandi musicisti di tutto l’olimpo musicale più alto, Chopin, Beethoven, Haydn, Schubert, Gluck. Questo è il rinascimento che Canova rappresenta nella sua identità artistica”. Un rinascimento che sarà anche un riscatto nella storia delle sue celebrazioni, visto che il centenario dalla scomparsa è caduto poco prima della marcia su Roma, nell’ottobre 1922 e che – invece – il bicentenario dalla nascita (1957) è stato segnato dalla iniziale stroncatura che di Canova fece il celebre storico dell’arte Roberto Longhi (che lo definì sprezzantemente “scultore nato morto”). I 200 anni saranno anche l’occasione di celebrare non solo il più grande scultore del neoclassicismo, ma anche colui che salvò dalla spoliazione napoleonica molte opere del patrimonio italiano, e un esempio di diplomazia legato alla forza dell’arte, tramite la scultura la Pace di Kiev, commissionata a Canova da un conte russo (Rumjancev) e poi portata dal presidente dell’Unione Sovietica (ucraino di origini) Chruš?ëv proprio a Kiev. Oggi custodita al riparo dalle bombe, quell’opera è il “segno della sintesi dei due mondi, non della divisione, ma dello spirito comune” e ricorda al mondo che “anche l’arte, come le persone, si cancella con la violenza della guerra”, e che l’arte è l’opposto della guerra, perché “è vita, è bellezza”.






