(AGENPARL) – mer 12 ottobre 2022 del Mezzogiorno, a cui la Banca d’Italia ha recentemente dedicato un’ampia ricerca
Il quadro macro e le debolezze del tessuto produttivo del Mezzogiorno
è utile richiamare alcune tendenze che hanno caratterizzato lo sviluppo economico
sovrani, ha subito un forte arretramento. Il PIL pro capite, a metà anni novanta di circa
il 9 per cento più elevato rispetto alla media dell’area euro, nel 2021 risultava di ben 10
suo peso economico all’interno del Paese. A metà anni novanta il PIL dell’area era pari
al 32 per cento di quello del Centro Nord; si è portato al 28 per cento alla vigilia della
bassi in Europa e livelli di produttività nettamente inferiori a quelli medi nazionali. In
Lezioni dal passato e linee di sviluppo
Intervento di Paolo Angelini
Nello scorso decennio fenomeni di divergenza tra regioni ricche e aree meno sviluppate
hanno riguardato numerose economie avanzate
; l’ampliamento dei divari territoriali
è visibile anche tra le stesse regioni del Centro Nord, alcune delle quali hanno visto
andamenti economici del tutto simili a quelli del meridione
. Ma per quest’ultima area
privato. Nel 2019 le regioni meridionali, con una popolazione pari al 34 per cento del
totale nazionale, contribuivano appena per il 20 per cento al valore aggiunto dell’intero
aggiunto manifatturiero. Inoltre, il manifatturiero meridionale è specializzato produzioni
a basso livello tecnologico, prevalentemente destinate a soddisfare la domanda locale.
Queste caratteristiche rendono l’economia meridionale fortemente dipendente dagli
In secondo luogo, sono ampi i divari nella dotazione infrastrutturale del Sud, così come
nella qualità e quantità dei servizi pubblici, siano essi erogati dallo Stato o dagli enti
territoriali. Inoltre una maggiore presenza criminale condiziona l’allocazione delle risorse
I dati medi non fanno certo giustizia alle molte imprese dinamiche del Mezzogiorno.
l’attrattività internazionale del comparto turistico, è cresciuta la capacità di generazione
di energia da fonti rinnovabili e alcuni comparti, come quello agroalimentare,
Tuttavia i dati disponibili evidenziano nel complesso un chiaro ritardo sia del tessuto
produttivo sia del contesto in cui operano le imprese, ritardo che occorre aver presente
Le imprese meridionali hanno una minore capacità di accedere al credito e al mercato
dei capitali rispetto a quelle del resto del Paese. Nel 2019 il rapporto tra prestiti bancari
Ad esempio Regno Unito, Spagna e Francia. In Germania, invece, i divari territoriali si sono ridotti per
È questo il caso di Liguria, Valle d’Aosta, Umbria e Marche.
. Inoltre,
nel meridione i tassi di interesse pagati dalle imprese risultano sistematicamente più alti
6.a); ciò è in larga misura riconducibile al divario nei tassi di deterioramento del credito, in
La maggiore probabilità di default media (PD) delle imprese del Sud è a sua volta
dovuta in parte a caratteristiche del sistema produttivo e delle imprese. Il Mezzogiorno
costruzioni. Inoltre, a parità di composizione settoriale, le aziende meridionali sono
mediamente più piccole e più giovani di quelle del Centro Nord, e presentano minori
Parte della maggiore PD appare riconducibile ai menzionati fattori strutturali di contesto.
applicati e sulla richiesta di garanzie reali
. Si stima che l’azzeramento della presenza
percentuali all’anno. Il secondo è l’inadeguato funzionamento della giustizia
. Malgrado
procedimento civile nelle regioni meridionali era prossima a 600 giorni, quasi il doppio
attesa in caso di default (la cosiddetta
loss given default
, LGD) e si traduce in tassi più alti
e minore quantità e qualità del credito alle imprese
e in un maggiore accumulo di crediti
deteriorati nei bilanci delle banche
territoriali nel costo del credito si riducono drasticamente, quelli nella rischiosità ex post
Albareto et al. (2022)
. Questo divario si è dimezzato nello scorso decennio, ma ciò è accaduto
imprese medio-grandi, un fenomeno che ha coinvolto in misura molto marginale il sistema produttivo
meridionale. A partire dal 2007 solo l’1 per cento del totale delle emissioni lorde di obbligazioni da
parte di imprese italiane è stato collocato da aziende del Sud e soltanto il 2 per cento del valore
private equity
venture capital
è avvenuto nel Mezzogiorno. Accetturo et. al.
(2022) documentano che nel 2019, delle 308 imprese italiane quotate solo 13 erano localizzate nel
Panetta (2019)
Bonaccorsi di Patti (2009)
Generale e Gobbi (1996)
; Jappelli et al. (2005); Laeven e Majnoni (2005); Fabbri, 2010;
Carpinelli et al.
González-Torres e Rodano (2020)
Rodano (2021)
Rodano (2021)
Le indagini presso le imprese indicano come la percezione di razionamento del credito
bancari nel Mezzogiorno è coerente con la minore presenza di iniziative imprenditoriali
sul territorio
alla più rapida ristrutturazione territoriale della rete bancaria nel Centro Nord, dove la
Durante la pandemia i provvedimenti governativi volti ad agevolare l’accesso al credito
scorso anno circa il 30 per cento del credito erogato a imprese del Mezzogiorno era
assistito da garanzia statale, a fronte di una media nazionale del 24 per cento
. Anche il
ricorso alle moratorie è stato più intenso nel Mezzogiorno
. Al più frequente ricorso al
supporto governativo ha corrisposto una più forte crescita dei prestiti bancari: nel primo
esterni da parte delle imprese meridionali appaiono principalmente ascrivibili alle loro
caratteristiche, nonché al contesto in cui esse operano; risulta invece molto limitato il
In sintesi, il ritardo di sviluppo del Mezzogiorno, ampio e crescente in gran parte degli
un’azione pubblica nell’insieme non adeguata. Gli stessi fattori di debolezza pesano sullo
Arnaudo e Rossi (2022).
Anche il processo di consolidamento del settore bancario, che ha indotto soprattutto al Sud un
allontanamento dei centri decisionali bancari dal territorio, non sembra aver penalizzato il mercato
creditizio meridionale. Del Prete et al. (2022) mostrano che nei casi in cui l’acquisizione di un
intermediario meridionale da parte di gruppi bancari del Centro Nord abbia determinato episodi di
restrizione del credito, questi hanno riguardato in misura analoga sia le imprese del Sud sia quelle del
A giugno 2020 il 19 per cento dei prestiti alle imprese del Mezzogiorno risultava in moratoria, contro
Il dibattito sulle origini di questo ritardo ha una lunga storia. Nel 1992 Faini et al. (1992) individuavano
concorrenzialità dei mercati locali del credito. Le analisi successive hanno invece spostato l’attenzione
in una più elevata onerosità dei prestiti, che a sua volta deprime la domanda di credito
Alla luce di queste evidenze, le politiche pubbliche sono chiamate a spezzare il circolo
vizioso tra debolezze del contesto e fragilità del sistema produttivo agendo in via prioritaria
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) costituisce un’occasione fondamentale
per aggredire i ritardi accumulati dal Paese. Il Piano alloca al Sud circa 80 miliardi, che
vanno ad aggiungersi a circa 120 miliardi previsti per il decennio dai Fondi strutturali
e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, per un ammontare complessivo di oltre 200
miliardi; in media annua, circa il 6 per cento del PIL meridionale. Sarà essenziale evitare
È qui impossibile discutere in modo organico le azioni del Piano, che abbracciano
aumento nella dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno. Spendere bene le risorse
disponibili richiede il superamento dei limiti di programmazione e realizzazione mostrati
o operativi che rallentano o impediscono la realizzazione dei piani, stabilisce traguardi e
La componente delle riforme del PNRR potrà contribuire al miglioramento della qualità
dei servizi, soprattutto del sistema giudiziario, grazie alle consistenti immissioni di
e il monitoraggio dei risultati conseguiti dai singoli tribunali. Concentrando l’attenzione
sui tribunali dove la durata dei procedimenti è superiore alla mediana, che comprendono
la gran parte di quelli delle regioni meridionali, emerge come in alcuni casi l’eccessiva
questi è sicuramente rilevante quello della produzione di energia da fonti rinnovabili che,
Considerazioni analoghe valgono per il sistema della scuola e dell’università; cfr.
Bovini e Sestito (2021)
Mariani e Torrini (2022)
La potenza elettrica da fonti rinnovabili installata al Sud è cresciuta dal 26 per cento del
totale nazionale nel 2007 al 40 per cento. Il Mezzogiorno ospita oggi il 97 per cento
della capacità eolica totale e il 37 per cento di quella fotovoltaica. Il Piano Nazionale
Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) del 2019 richiede che la capacità di generazione
elettrica da fonte rinnovabile aumenti di 37 gigawatt, da realizzare in prevalenza nel
Mezzogiorno. Tale traguardo dovrà essere aggiornato in base ai nuovi obiettivi stabiliti
Le richieste di connessione per nuovi impianti di produzione di energia rinnovabile
rispettivamente di circa 85 e 83 gigawatt, per una potenza totale di 168 gigawatt, di cui
Il principale ostacolo a questo sviluppo è rappresentato dalla bassa domanda di
energia espressa dal mercato nel Mezzogiorno, dovuta alla scarsa presenza di attività
produttive in loco. La discrasia tra localizzazione dei punti di produzione e di consumo
Mezzogiorno e Centro-Nord. Gli interventi infrastrutturali programmati da Terna, in corso
di aggiornamento per tenere conto dei nuovi obiettivi di produzione da fonti rinnovabili,
vanno in questa direzione; contribuiranno ad accrescere il grado di integrazione
Una soluzione complementare è rappresentata dall’aumento della capacità di accumulo,
che consentirebbe di sfruttare l’energia da fonti rinnovabili in momenti diversi da quelli
in rapido sviluppo; gli investimenti necessari per l’installazione di grandi capacità di
Una terza soluzione – quella ideale – consiste ovviamente nell’aumentare la crescita
dell’economia meridionale, anche sfruttando le opportunità che potrebbero derivare
dall’attrazione di nuovi insediamenti produttivi, a partire da quelli connessi con la
transizione verde. Ne costituiscono un esempio i progetti per la produzione di impianti
fotovoltaici a Catania e di batterie a Termoli, investimenti che avrebbero ricadute sul
rilevo – il pacchetto Fit for 55 e il piano RepowerEU; i rincari registrati negli ultimi 18 mesi; le nuove
Zollino et al. (2022) stimano che in assenza di un adeguamento della rete una capacità di generazione
aggiuntiva di 60 GW nel Mezzogiorno richiederebbe investimenti in accumulatori pari a circa 70
Fabra et al. (2022).
ambientale. Su impulso del MEF stanno per iniziare i lavori di un tavolo di coordinamento
Il tavolo potrebbe rappresentare un’occasione per avviare un dialogo con le associazioni
di categoria degli intermediari e delle imprese, mirante a individuare progetti e soluzioni.
Conclusioni
Lo sviluppo del Mezzogiorno è ostacolato dalla debolezza del tessuto produttivo e da
un contesto caratterizzato da ritardi infrastrutturali, da bassa qualità dei servizi pubblici e
e incidono profondamente sulla qualità della vita dei cittadini. Il ritardo nello sviluppo
Le politiche pubbliche hanno il compito prioritario di colmare i ritardi nei loro più diretti
ambiti di competenza: investimenti in infrastrutture e produzione di servizi pubblici. Il
successo di queste politiche permetterebbe di cogliere le nuove opportunità di sviluppo
occasione per avviare un percorso, necessariamente di lungo periodo, per il progressivo
miglioramento delle sue infrastrutture e dell’azione pubblica, a partire dall’ordinaria
amministrazione. Come per il resto del Paese, se si saprà incidere sui numerosi fattori
che frenano lo sviluppo economico sarà possibile interrompere le tendenze negative del
Note: PIL valutato a parità di potere di acquisto, valori correnti.
Note: PIL valutato a valori correnti.
(a) PIL a valori concatenati e rapporto
tra investimenti e PIL a valori nominali
. Albareto et al. (2022).
Fonte: per il pannello (a), Rilevazione analitica sui tassi di interesse attivi e AnaCredit. Per il pannello (b) Elaborazioni su dati della Centrale
dei rischi; cfr. Casolaro et al. (2022).
Note: entrambe le misure si riferiscono alle procedure incluse nel registro SICID che esclude le procedure concorsuali e esecutive (cfr.
nell’anno di riferimento ed è calcolata come il numero di giorni tra la data di iscrizione e quella della sentenza o del provvedimento di
disposition time
Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT (2000-2007) e Ministero della Giustizia (2019).
Accetturo A., G. Albanese, R. Torrini, D. Depalo, S. Giacomelli, G. Messina, F. Scoccianti e
V.P. Vacca (2022a).
Il divario Nord-Sud: Sviluppo Economico e Intervento Pubblico. Banca
Accetturo A., G. Albanese, R.M. Ballatore, T. Ropele e P. Sestito (2022b).
I divari territoriali in Italia
tra crisi economiche, ripresa ed emergenza sanitaria. Banca d’Italia, Questioni di Economia e
Albareto G., M. Cascarano, S. De Mitri, C. Demma, R. Felici e C. Rossi (2022).
Il sistema bancario
Arnaudo D., M. Cascarano, R. Greco, V. Michelangeli, L. Mirenda e D. Revelli (2022). I divari
territoriali nel ricorso delle imprese a moratorie e garanzie pubbliche, mimeo Banca d’Italia.
Arnaudo D. e C. Rossi (2022). Dimensione e struttura dei Sistemi locali del credito alle
imprese in Italia. Banca d’Italia, Questioni di Economia e Finanza, di prossima pubblicazione.
Barca F. e I. Visco (1993). L’economia italiana nella prospettiva europea: terziario protetto
Bonaccorsi di Patti E. (2009).
Weak institutions and credit availability: the impact of crime
Bottoni C., M. Cascarano, I. Garrì, L. Mirenda, P. E. Mistrulli, D. M. Pizzillo, D. Revelli e
T. Ropele (2022).
I divari territoriali nell’accesso delle imprese italiane al credito. Banca
Bovini G. e P. Sestito (2021),
I divari territoriali nelle competenze degli studenti. Banca
Carpinelli L., G. Cascarino, S. Giacomelli e V. Vacca (2016).
La gestione dei crediti deteriorati:
un’indagine presso le maggiori banche italiane. Banca d’Italia, Questioni di Economia e
Casolaro L., M. Gallo e I. Garrì (2022).
Perché il credito è più rischioso nel Mezzogiorno.
territoriali nel funzionamento della giustizia. Banca d’Italia, Questioni di Economia e
De Philippis M., A. Locatelli, G. Papini e R. Torrini (2022).
La crescita dell’economia italiana
Del Prete S., C. Demma, I. Garrì, M. Piazza e G. Soggia (2022).
Bank Mergers and Acquisitions on Credit to Firms: Evidence from Italian Macro-regions.
Fabra N., E. Gutierrez, A. Lacuesta, R.R. Magdaleno (2022).
Do Renewables Create Local
Fabbri D. (2010). Law Enforcement and Firm Financing: Theory and Evidence. Journal of
Faini R., G. Galli e C. Giannini (1992).
Finance and Development: the case of Southern Italy.
Generale A. e G. Gobbi (1996),
Il recupero dei crediti: costi, tempi e comportamenti delle
Gonzales L. E., K. Ito e M. Reguant (2022), The Dynamic Impact of Market Integration:
González-Torres G. e G. Rodano (2020).
Guiso L. (2006). Perché i tassi di interesse sono più elevati nel Mezzogiorno e l’accesso
Jappelli T., M. Pagano e M. Bianco (2005).
Journal of
Mariani V. e R. Torrini (2022).
Il sistema universitario: un confronto tra Centro Nord e
Mocetti S. e L. Rizzica (2021).
La criminalità organizzata in Italia: un’analisi economica.
Pinotti P. (2015). The economic costs of organized crime: Evidence from Southern Italy.
Rodano G. (2021).
Banca d’Italia, Temi di
Schiantarelli F. M. Stacchini e P. E. Strahan (2020).
Zollino G., Agostini M. e M. Giuliani (2022), 60GW rinnovabili in 3 anni: 8 simulazioni per
Visco I. (2022).
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