
(AGENPARL) – ven 07 ottobre 2022 2ª GALLERIA
PLATEA
1ª GALLERIA
PALCHI
BALCONATA
2ª GALLERIA
1ª GALLERIA
PALCHI
BALCONATA
STAGIONE ARTISTICA_
TURNO A
(1ª data)
(2ª data)
(3ª data)
STAGIONE CONTEMPORANEA_
TURNO D
STAGIONE MUSICA_
TURNO E
FUORI ABBONAMENTO
BIGLIETTO SINGOLO
Posto unico
Giovani no ai 30
traduzione Masolino D’Amico
con Franco Branciaroli, Piergiorgio Fasolo, Francesco Migliaccio
e (in o.a.) Emanuele Fortunati, Stefano Scandaletti, Lorenzo Guadalupi,
Giulio Cancelli, Valentina Violo, Dalila Reas, Mauro Malinverno, Mersila Sokoli
regia e adattamento di Paolo Valerio
“CATTIVO O NO? DA RIDERE? IL MERCANTE MULTIVERSO“
Con i suoi potenti temi universali “Il mercante di Venezia” di William Shakespeare
– rappresentato per la prima volta a Londra nel 1598 – pone al pubblico contem
poraneo questioni di assoluta necessità: scontri etici, rapporti sociali e interreligiosi
mai pacicati, l’amore, l’odio, il valore dell’amicizia e della lealtà, l’avidità e il ruolo
del denaro. È un testo fondamentale che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
assieme al Centro Teatrale Bresciano e al Teatro de Gli Incamminati producono
in un nuovo, ranato allestimento rmato da Paolo Valerio: lo interpreta una no
tevole compagnia d’attori capeggiata da Franco Branciaroli, che offrirà una prova
magistrale nel ruolo di Shylock, gura sfaccettata, misteriosa, crudele nella sua sete
di vendetta, ma che spiazza gli spettatori suscitando anche la loro compassione.
Un mondo mutevole e vibrante di personaggi che incarnano inquietudini, chiaro
scuri e complessità di modernità assoluta.
Durata spettacolo: 105 MIN
Durata spettacolo: 95 MIN
Durata spettacolo: 120 MIN
ALESSANDRO SERRA
LA TEMPESTA
di William Shakespeare
FRANCO BRANCIAROLI
IL MERCANTE DI VENEZIA
di William Shakespeare
// DIC 
di e con Elio Germano e Teho Teardo
drammaturgia: Elio Germano
drammaturgia sonora: Teho Teardo
con Laura Bisceglia (violoncello) e Ambra Chiara Michelangeli (viola)
regia: Simone Ferrari & Lulu Helbaek
DANTE ALIGHIERI,
nel 33esimo canto del Paradiso, si trova nell’impaccio dell’essere
umano che prova a descrivere l’immenso, l’indicibile, prova a raccontare l’irraccon
tabile. Questo scarto rispetto alla “somma meraviglia” sarà messo in scena creando
un’esperienza unica, quasi sica per lo spettatore al cospetto dell’immensità.
ELIO GERMANO E TEHO TEARDO
sono voce e musica per dire la bellezza e av
vicinarsi al mistero, l’immenso, l’indicibile ricercato da Dante nei versi del XXXIII
canto del Paradiso. Dal suono avvincente ed “etterno” germoglia la musica inaudita
e imprevedibile del compositore d’avanguardia e scaturisce la regia visionaria e
impalpabile di Simone Ferrari e Lulu Helbaek, poeti dello sguardo, capaci di muo
versi tra cerimonie olimpiche, teatro e show portando sempre con loro una stilla
di magia del Cirque du Soleil. Grazie alla loro esperienza crossmediale, accadrà
qualcosa di magico e meraviglioso di inspiegabile, trascendendo qualsiasi concetto
di teatro, concerto o rappresentazione dantesca attraverso una contaminazione di
linguaggi tecnologici e teatrali.
traduzione di Alessandra Serra
regia di Peter Stein
assistente alla regia: Carlo Bellamio
scene: Ferdinand Woegerbauer
costumi: Anna Maria Heinreich
luci: Andrea Violato
assistente alla produzione: Cecilia Negro
con Maddalena Crippa
Alessandro Averone, Gianluigi Fogacci, Fernando Maraghini, Alessandro Sampaoli,
Elisa Scatigno
Il Compleanno è stato messo in scena per la prima volta il 28 aprile 1958 all’Arts
Theatre di Cambridge e diretta da Peter Wood, è una delle pièce più apprezzate
e rappresentate di Harold Pinter che la scrisse a soli 27 anni, inuenzato dal teatro
dell’assurdo di Samuel Beckett e dalla lettura del Processo di Franz Kafka, di cui lo
stesso Pinter realizzo nel 1993 una sceneggiatura cinematograca.
La vicenda di Compleanno parte da una situazione apparentemente innocua per
poi sfociare nell’inverosimile per via dei suoi personaggi. Individui paurosi, isolati dal
mondo in uno spazio ristretto, infelici ma al sicuro. Fintantoché non arriva qualcosa
o qualcuno, a scuotere il loro pertugio e a rappresentare una minaccia, un teatro
che mette in scena individui soffocati dalla repressione, spesso neanche consape
voli della loro condizione, anzi convinti di essere in effetti uomini totalmente liberi.
DI E CON ELIO GERMANO E TEHO TEARDO
PARADISO XXXIII
“Uno spettacolo divulgativo senza che niente sia spiegato”
PETER STEIN
IL COMPLEANNO
di Harold Pinter
// NOV 
// GEN 
TEATRO STABILE
DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
INFINITO PRODUZIONI
TEATRO MENOTTI
TIEFFE TEATRO MILANO
Durata spettacolo: 105 MIN
// NOV 
traduzione e adattamento di Alessandro Serra
con Fabio Barone, Andrea Castellano, Vincenzo Del Prete, Massimiliano Donato,
Paolo Madonna, Jared McNeill, Chiara Michelini, Maria Irene Minelli, Valerio
Pietrovita, Massimiliano Poli, Marco Sgrosso, Bruno Stori
regia, scene, luci, suoni, costumi: Alessandro Serra
Alessandro Serra, autore di un teatro materico e ancestrale, dirige una nuova edi
zione deLa tempesta. Serra scrive nelle sue note: “Nella tempesta il sovrannaturale
si inchina al servizio dell’uomo, Prospero è del tutto privo di trascendenza, eppure
con la sua rozza magia imprigiona gli spiriti della natura, scatena la tempesta, e
resuscita i morti. Ma sarà Ariel, uno spirito dell’aria, ad insegnargli la forza della com
passione, e del perdono. Lo credi davvero, spirito? Io sì, se fossi umano. Su quest’iso
la-palcoscenico tutti chiedono perdono e tutti si pentono ad eccezione di Antonio
e Sebastiano, non a caso gli unici immuni dalla bellezza e dallo stato di estasi che
pervade gli altri. Il fatto che Prospero rinunci alla vendetta proprio quando i suoi
nemici sono distesi ai suoi piedi, ecco questo è il suo vero innalzamento spirituale,
il sovrannaturale arriva quando Prospero vi rinuncia, rinuncia a usarlo come arma.
MA IL POTERE SUPREMO, PARE DIRCI SHAKESPEARE, È IL POTERE DEL TEATRO
La tempestaè un inno al teatro fatto con il teatro la cui forza magica risiede pro
prio in questa possibilità unica e irripetibile di accedere a dimensioni metasiche
attraverso la cialtroneria di una compagnia di comici che calpestano quattro assi
di legno, con pochi oggetti e un mucchietto di costumi rattoppati. Qui risiede il
suo fascino ancestrale, nel fatto cioè che tutto avviene di fronte ai nostri occhi, che
tutto è vero pur essendo così smaccatamente simulato, ma soprattutto che quella
forza sovrumana si manifesta solo a condizione che ci sia un pubblico disposto
ad ascoltare e a vedere, a immaginare, a condividere il silenzio per creare il rito.
L’uomo avrà sempre nostalgia del teatro perché è rimasto l’unico luogo in cui gli
esseri umani possono esercitare il proprio diritto all’atto magico”.
TEATRO STABILE DI TORINO
TEATRO NAZIONALE
Durata spettacolo: 90 MIN
produzione: Familie Flöz, Theaterhaus Stuttgart, Theater Duisburg
un’opera di Familie Flöz
di Sebastian Kautz, Anna Kistel, Thomas Rascher, Frederik Rohn, Hajo Schüler,
Michael Vogel e Nicolas Witte
La scorciatoia per il paradiso passa per l’inferno Strane cose accadono nel tran
quillo HOTEL PARADISO, un piccolo albergo di montagna gestito con pugno di
ferro dalla anziana capo-famiglia. Ci sono quattro stelle che orgogliosamente tro
neggiano sull‘entrata e una fonte che promette la guarigione di malattie siche e
psichiche. Ma si intravedono nubi all‘orizzonte. Il glio sogna il vero amore mentre
combatte una dura battaglia con la sorella per mantenere il controllo sulla gestione
dell‘albergo. La donna del piano ha un problema di cleptomania e il cuoco ha una
passione, quella di macellare, non solo animali… Quando il primo cadavere aora,
tutto l‘albergo scivola in un vortice di strani avvenimenti. Fra le alte vette delle Alpi si
aprono abissi da cui è impossibile fuggire. La chiusura dell’albergo sembra a questo
punto solo una questione di tempo. Si sa, un cadavere non porta mai bene… Familie
Flöz in versione noir! Un giallo sulle Alpi pieno di umorismo, sentimenti travolgenti
e un tocco di melanconia.
“Familie chi? Si tratta di un collettivo di artisti berlinese il cui teatro di maschera fa
furore e riempie i teatri in tutto il mondo.“ Die Welt
FAMILIE FLÖZ
HOTEL PARADISO
// GEN 
con Pippo Pattavina e Marianella Bargilli
Rosario Minardi, Giampaolo Romania, Mario Opinato
regia: Antonello Capodici
musiche: Mario Incudine
scene: Salco Manciagli
Un allestimento arioso, scenicamente sorprendente, una proposta teatrale che
riassume la voce alta della drammaturgia migliore con la verve popolare della
scena all’italiana.
“C’è la follia, vera o presunta, ci sono le mille maschere di ciascuno di noi e
c’è l’irrisolvibile dualismo fra essere e apparire. È insomma un concentrato di
Pirandellismo questo adattamento di “Uno, nessuno e centomila” per la regia
di Antonello Capodici.
Pippo Pattavina mette in campo una recitazione che sviscera il tormento del
protagonista e che attraversa l’abisso delle riessioni di Pirandello. Marianella
Bargilli, brava e spigliata, porta in dote l’ironia nel restituire una moglie bam
bola è una sensuale Anna Rosa. All’altezza in resto del cast impegnato in tutti
gli altri ruoli “…
La Repubblica
PIPPO PATTAVINA
UNO, NESSUNO E CENTOMILA
di Luigi Pirandello
// FEB 
ABC PRODUZIONI
Durata spettacolo: 60 MIN
THEODOROS TERZOPOULOS
ASPETTANDO GODOT
di Samuel Beckett
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria
Distante, Aline Frazão, Mario Intruglio, Pedro Jóia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti,
Miguel Ramos, Pepe Robledo, Grazia Spinella
musiche originali di Pedro Jóia e di autori vari
COMPAGNIA PIPPO DELBONO
AMORE
uno spettacolo di Pippo Delbono
// MAR 
EMILIA ROMAGNA TEATRO – ERT
Durata spettacolo: 90 MIN
// FEB 
con Paolo Musio, Stefano Randisi, Enzo Vetrano
regia, scene e costumi: Theodoros Terzopoulos
musiche: Panayiotis Velianitis
Quali sono le condizioni minime perché una vita valga la pena di essere vissuta?
Aspettando Godot è ambientato sulle rovine del mondo, in un futuro più o meno
prossimo, in cui ogni ferita è acuita. È un viaggio verso il tentativo di coesistere
con il prossimo e con l’altro che è in noi.
L’umanità può emanciparsi senza abbattere i muri tra dentro e fuori?
EMILIA ROMAGNA TEATRO – ERT
“Amore vuole essere il tentativo di condivisione di un incontro fugace: l’amore è
«un uccello rapace» che afferra e porta via e che, così facendo, si presenta come
qualità totalmente umana. Le lingue diverse che si abbracciano nella trama sonora
sono espressione di questa terra, il Portogallo, che accoglie e che lascia tracce; lo
slancio poetico ci ricorda quale forma di rispetto dovremmo sempre offrire a quei
moti dell’anima altrimenti sempre messi sotto assedio dalla paura, dalla didenza,
dalla vergogna.
Amore è ancora una volta il tentativo di portare dentro al teatro la vita. Nominando
questa parola, invocandola in maniera laica e sognante, abbiamo forse la possibilità
di darle voce e, a lungo grande assente nei discorsi pubblici, liberarla dalla confu
sione che ha regnato sull’intera narrazione di questa odissea globale, spaventosa,
terribilmente umana.”
Pippo Delbono
Si esce da questo spettacolo ricchi di tante emozioni e immagini, alcune perso
nali, altre evidenti, altre ancora segrete, come se per tutto lo spettacolo Pippo
Delbono raccontasse se stesso, caricandolo di amori cercati e perduti, di passioni
e addii (…)
La Repubblica
LUCIA CALAMARO
DARWIN INCONSOLABILE
Un pezzo per anime in pena
// MAR 
scritto e diretto da Lucia Calamaro
con Riccardo Goretti, Gioia Salvatori, Simona Senzacqua, Maria Grazia Sughi
assistente alla regia: Paola Atzeni
disegno luci: Stefano Damasco
C’è una madre anziana, artista performativa, che si dice ex uxus, che si nge
morta per ricevere un po’ di attenzione dai tre gli, così occupati, così distratti, così
disamorati, aggressivi, assenti. Simula la morte come certi animali: Maria Grazia
pratica la tanatosi, molto diffusa tra certe specie che per scampare all’aggressione
del predatore “fanno il morto.” Il suo potrebbe essere un monito, un richiamo, un
avvertimento, una richiesta, o semplicemente una performance.
C’è una glia ostetrica, schiacciata dalla preoccupazione per le nuove generazio
ni, ambientalista imbranata: Simona. Un glio maestro elementare, buonissimo,
che ha per le mani il futuro e si imbatte in un fumoso testo inedito de “l’origine
della specie”, citato da Borges in un’intervista a Bioy Casares: Riccardo. Una glia
in simbiosi con la madre, perfomer-artista plastica, che indaga il prospettivismo
amazzonico e le teorie dell’interspecie, sentendosi più vicina al mondo vegetale
che all’animale: Gioia.
SARDEGNA TEATRO
Durata spettacolo: 90 MIN
concezione e regia: Romeo Castellucci
musica: Scott Gibbons
con Valer Dellakeza
Gli agenti Luca Nava, Sergio Scarlatella
Uomini dalla strada
Lo spettacolo si apre con scene della quotidianità, ma la naturalezza che le carat
terizza si fa divorare dall’onda progressiva di una regolamentazione. Una dittatura
invisibile governa lo spettacolo.
Gli Attori reclutati non hanno imparato la parte: la imparano mentre la assumono,
attraverso l’esecuzione di ordini telecomandati. Questi Attori, per poter parteci
pare allo spettacolo, hanno contrormato un patto in cui dichiarano di attenersi
fedelmente ai comandi. Si tratta di un impegno che essi devono essere in grado
di condurre no in fondo. La coscienza si ferma qui. Poi comincia l’esperienza
dell’alienazione, in cui eseguiranno azioni senza capire, né prepararsi.
Cosa signica questo? Questa condizione, lungi dall’essere un’improvvisazione co
struttiva, schiaccia il tempo della consapevolezza no ad azzerarlo. È un paradigma
di velocità massima che brucia ogni interstizio minimamente critico. È dunque un
‘abbandono’, un votarsi, un annullarsi, in una parte che gli Attori non conoscono?
Sembrano gesti intimi, a vederli dall’esterno, e lo sono, ma noi sappiamo anche
che sono gesti ‘intimati’, in una oscura confusione tra intimità e intimazione; in una
frenesia che non consente alcuno spazio al ripensamento.
Il nodo tra attore e spettatore si stringe sino a soffocare ogni distinzione. La recita
coincide con la vita che accade realmente. La parte non è più da preparare, ma da
vericare. Nessuna improvvisazione, ma il baratro di un presente assoluto.
ROMEO CASTELLUCCI
// APR 
SOCIETAS RAFFAELLO SANZIO
Durata spettacolo: 95 MIN
FAMILIE FLÖZ
Durata spettacolo: 120+ MIN
Durata spettacolo: 105 MIN
Durata spettacolo: 70 MIN
// DIC 
“E la questione della colpevolezza o innocenza
individuale, il problema di pronunziare una sentenza
giusta tanto per l’imputato quanto per la vittima,
sono le sole cose che contano in un tribunale penale.
Il processo Eichmann non è stato un’eccezione, per
quanto la Corte si sia trovata di fronte a un crimine
non considerato dai codici e da un criminale di tipo
sconosciuto – sconosciuto almeno no ai tempi del
processo di Norimberga. Il mio libro cerca soltanto di
esaminare no a che punto la Corte di Gerusalemme è
riuscita a soddisfare la sete di giustizia dell’umanità.”
Hannah Arendt
PAOLA BIGATTO
LA BANALITÀ DEL MALE
di Hannah Arendt
riduzione e adattamento: Paola Bigatto
Evento speciale per “Il Giorno della Memoria”
 GEN 
TEATRO STABILE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
CENTRO TEATRALE BRESCIANO
TEATRO DE GLI INCAMMINATI
Durata spettacolo: 80 MIN
SILVIA GALLERANO
LA MERDA
di Cristian Ceresoli
MOTUS
MDLSX
CON SILVIA CALDERONI
regia: Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
drammaturgia: Daniela Nicolò e Silvia Calderoni
suoni: Enrico Casagrande
 APR 
MOTUS
Durata spettacolo: 100 MIN
 MAR 
una produzione Frida Kahlo Productions (Milano)
con Produzioni Fuorivia (Torino) Richard Jordan Productions (London)
direttore tecnico Giorgio Gagliano
tour manager Anna Funtò
La Merda si manifesta come uno stream of consciousness dove, in poesia, si scatena
la bulimica e rivoltante condenza pubblica di una “giovane” donna “brutta” che tenta
con ostinazione, resistenza e coraggio di aprirsi un varco nella società delle Cosce e
delle Libertà. La Merda ha come spinta propulsiva il disperato tentativo di districarsi
da un pantano o fango, ultimi prodotti di quel genocidio culturale di cui scrisse e parlò
Pier Paolo Pasolini all’affacciarsi della società dei consumi. Quel totalitarismo, secondo
Pasolini, ancor più duro di quello fascista poiché capace di annientarci con dolcezza.
“È come entrare in un circo. La belva pronta, sul trampolo. Guarda, annuisce,
ruggisce. Di fronte a lei, senza alcun riparo, tutti i domatori. La Merda non è
uno spettacolo. È un’esperienza. Assoluta. Quindici minuti di applausi nali.
Imperdibile.” La Repubblica
PRODUZIONI FUORIVIA
MDLSX è ordigno sonoro, inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, al gender
b(l)ending, all’essere altro dai canoni del corpo, dal colore della pelle, dalla nazio
nalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria. Di “appar
tenenza aperta alle Molteplicità” scriveva R. Braidotti in On Becoming Europeans,
avanzando la proposta di una identità post-nazionalista.
Ed è verso la fuoriuscita dalle categorie – tutte, anche artistiche – che MDLSX tende.
È uno scandaloso viaggio teatrale di Silvia Calderoni che – dopo 10 anni con Motus
– si avventura in questo esperimento concepito nel formato di un eccentrico Dj/
Vj set. In MDLSX collidono brandelli autobiograci ed evocazioni letterarie e sulla
confusione tra ction e realtà MDLSX oscilla – da Gender Trouble a Undoing Gender.
Citiamo Judith Butler che, con A cyborg Manifesto di Donna Haraway, il Manifesto
Contra sexual di Paul B. Preciado e altri cut-up dal caleidoscopico universo dei
Manifesti Queer, tesse il background di questa Performance-Mostro.
“Il cambiamento necessario è talmente profondo che si dice sia impossibile,
talmente profondo che si dice sia inimmaginabile. Ma l’impossibile arriverà e
l’inimmaginabile è inevitabile.” Manifesto Animalista, Paul B. Preciado
 GEN 
ALESSANDRO BERGONZONI
TRASCENDI E SALI
 DIC 
di e con Alessandro Bergonzoni
regia: Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodol
scene: Alessandro Bergonzoni
“Trascendi e sali”: un consiglio ma anche un comando.
O forse una constatazione dovuta ad una esperienza vissuta o solo un pensiero da
sviluppare o da racchiudere all’interno di un concetto più complesso. Perchè in
n dei conti Alessandro Bergonzoni in tutto il suo percorso artistico, che in que
sti anni l’ha portato oltre che nei teatri, nei cinema e in radio, nelle pinacoteche
nazionali, nelle carceri, nelle corsie degli ospedali, nelle scuole e nelle università,
sulle pagine di giornali quotidiani e settimanali, nelle gallerie d’arte e nelle piazze
grandi e piccole dei principali festival culturali, Bergonzoni dicevamo è diventato
un “sistema artistico” complesso che produce e realizza le sue idee in svariate disci
pline per, alla ne, metabolizzare tutto e ripartire da un’altra parte facendo tesoro
dell’esperienza acquisita. E tutto questo ad un autore che non ha rinunciato alla
sua matrice comica, mai satirica, aggiunge un’ulteriore, ovvia, complessità per il suo
quindicesimo debutto teatrale. “Trascendi e sali” arriva infatti dopo “Urge” e “Nessi”
spettacoli che hanno inciso profondamente Bergonzoni, in tutti i sensi, aprendogli
artisticamente e socialmente strade sempre più intricate e necessarie. Uno spetta
colo dove il disvelamento segue e anticipa la sparizione, dove la comicità non segue
obbligatoriamente un ritmo costante e dove a volte le radici artistiche vengono
mostrate per essere subito sotterrate di nuovo. “Trascendi e sali” come vettore ar
tistico di tolleranza e pace, colmo di visioni che, magari, riusciranno a scatenare le
forze positive esistenti nel nostro essere. Piuttosto che in avanti potrebbe essere,
artisticamente, un salto di lato a dimostrazione che a volte per una progressione
non è sempre necessario seguire una linea retta. Dove la carta diventa forbice per
trasformarsi in sasso, dove il comico si interroga per confessare e chiedere e tornare
a indicare quello che evidentemente lui vede prima degli altri. Forse dall’alto delle
sue scenograe o nella regia condivisa con Riccardo Rodol. Forse.
ALLIBITO SRL
Durata spettacolo: 90 MIN
Durata spettacolo: ca. 45 MIN
SUBASSEMBLIES
RYOICHI KUROKAWA
CONCERTO AUDIOVISIVO
 DIC 
regia, direzione, composizione, programmazione: Ryoichi Kurokawa
produzione: Nicolas Wierinck
coproduzione: LOXOSconcept (Matera 2019), MUTEK, Stereolux/Scopitone, TodaysArt
Subassemblies, progetto a/v in cui immagini di edici in rovina e spazi dismessi
riconquistati dalla natura vengono renderizzati attraverso tecnologie 3d creando
una realtà dinamica ibrida, in costante equilibrio fra ordine e caos. Kurokawa
descrive i suoi lavori come sculture time-based, ovvero un’arte fondata sullo
scorrimento temporale, veicolata attraverso un linguaggio audiovisivo che alterna
complessità e semplicità combinandole in una sintesi affascinante.
coreograa: Silvia Gribaudi
drammaturgia: Silvia Gribaudi e Matteo Maffesanti
danzator: Silvia Gribaudi, Siro Guglielmi Matteo Marchesi e Andrea Rampazzo
disegno luci: Antonio Rinaldi
direzione tecnica: Leonardo Benetollo
costumi: Elena Rossi
Graces è un progetto di performance ispirato alla scultura e al concetto di bellezza
e natura che Anto- nio Canova realizzò tra il 1812 e il 1817.
L’ispirazione è mitologica. Le 3 glie di Zeus -Aglaia, Eufrosine e Talia- erano creature
divine che diffondevano splendore, gioia e prosperità.
In scena tre corpi maschili, tre danzatori (Siro Guglielmi, Matteo Marchesi, Andrea
Rampazzo) dentro ad un’opera scultorea che simboleggia la bellezza in un viaggio
di abilità e tecnica che li porta in un luogo e in un tempo sospesi tra l’umano e
l’astratto. Qui il maschile e il femminile si incontrano, lontano da stereotipi e ruoli,
liberi, danzando il ritmo stesso della natura.
In scena anche l’autrice Silvia Gribaudi che ama denirsi “autrice del corpo” perché
la sua poetica trasforma in modo costruttivo le imperfezioni elevandole a forma
d’arte con una comicità diretta, crude- le ed empatica in cui non ci sono conni
tra danza, teatro e performing arts.
SILVIA GRIBAUDI
GRACES
Durata Performance: 50 MIN
 DIC 
ZEBRA CULTURAL ZOO
Premio Danza&Danza 2019 “Produzione italiana dell’anno”
Vincitore dell’azione CollaborAction#4 2018/2019
Spettacolo selezionato a NID Platform 2019
L’attrice Paola Bigatto trasforma il saggio in una lezione, immaginando che Hannah
Arendt, professoressa di losoa politica all’università di Chicago nell’autunno del
1963, consegni ai suoi allievi i temi losoci e le notizie storiche di cui è ricca La ba
nalità del male, insieme ai temi etici che caratterizzano il testo: l’obbedienza come
alibi di coloro che hanno di fatto appoggiato la scelta dello sterminio; la capacità
di pensare come unico antidoto al male banale: la riessione e la formazione di
una coscienza etica amplicano la percezione della nostra libertà e della nostra
possibilità di attuare il bene.
CENTRO ASTERIA
MILANO
con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista
habita: Flavia Mastrella
(mai) scritto da Antonio Rezza
assistente alla creazione: Massimo Camilli
luci: Mattia Vigo
ANTONIO REZZA
FRATTO X
NELL’HABITAT DI FLAVIA MASTRELLA
 FEB 
REZZAMASTRELLA
 FEB 
AGRUPACIÓN SEÑOR SERRANO
«Qualcuno poteva forse pensare che, col trascorrere degli anni, il fenomeno An
tonio Rezza-Flavia Mastrella fosse destinato a trovare un po’ di pace, se non il
senso della ragione; e invece questa ragione ha sviluppato i suoi artigli no a
raggiungere la follia pura, ma elaborando il pensiero con un’acutezza così for
sennatamente logica da fare a pezzi la sedicente realtà, assunta e cavalcata con
criteri rigorosamente matematici»
Franco Quadri
creazione: Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal
performance: Àlex Serrano, Pau Palacios e David Muñiz
voce: Simone Milsdochter
project manager: Barbara Bloin
light design e videoprogrammazione: Alberto Barberá
sound design e colonna sonora: Roger Costa Vendrell
Birdie è uno spettacolo multimediale che mette insieme video live, oggetti, gli
“Uccelli” protagonisti del capolavoro di Hitchcock, 2000 animali in miniatura, guerre,
contrabbandieri, una migrazione di massa e tre artisti che gestiscono questo di
sordinato mondo con spirito critico, impegno civile e un ritmo narrativo incalzante,
facendo emergere una riessione su una società a due velocità, in cui un divario
incolmabile separa mondi connanti.
Sovratitoli in Italiano.
AGRUPACIÓN SEÑOR SERRANO
BIRDIE
Durata spettacolo: 60 MIN
 DIC 
 FEB 
ODECHATON ENSEMBLE
Ensemble vocale
Direttore Paolo Da Col
Josquin Desprez (ca. 1450-1521)
Premiata con Grand Prix international de l’Académie du disque lyrique, Diapason d’or,
5 Diapason, Choc (Diapason e Le Monde de la Musique), Disco del mese (Amadeus e CD Classics)
Premio Franco Abbiati della critica musicale italiana
 DIC 
BIRKIN TREE
40 anni di attività
La più importante band italiana
di musica irlandese
 DIC 
 GEN 
I PROFETI
DELLA QUINTA
Ensemble vocale
controtenori: Doron Schleifer,
David Feldman
tenori: Lior Leibovici, Loic Paulin
basso e direzione musicale: Elam Rotem
tiorba:
Ori Harmelin
Salomone Rossi (ca. 1570-ca. 1630)
Claudio Monteverdi (1567-1643)
NORDIO
E SCIORTINO
Violino e pianoforte
MARIO BRUNELLO
E GIOVANNI SOLLIMA
in “Suite italienne”
Giuseppe Verdi, Igor Stravinsky,
Antonio Bertali, Johan Sebastian Bach,
Giovanni B. Costanzi, Giovanni Sollima,
QUEEN
 GEN 
DAVIDE RANALDI
Pianoforte, Premio Venezia 2021