(AGENPARL) – sab 24 settembre 2022 Padova – Al termine del XIX Convegno Nazionale, i Direttori Generali e i dirigenti delle università italiane rinnovano l’impegno a mettere a servizio della comunità accademica e del Paese le proprie capacità e competenze, per la straordinaria opportunità di investimenti e sviluppo del Piano Nazionale di Ripresa a Resilienza. I fondi sono stati quasi completamente assegnati agli atenei, ora parte il lavoro più importante, quello della realizzazione.
Numerosi gli ospiti intervenuti che hanno risposto all’invito del Presidente del Codau, Alberto Scuttari, tra cui Maria Cristina Messa, Ministro dell’Università e della Ricerca, la Rettrice dell’Università di Padova, Daniela Mapelli, il Presidente della CRUI, Ferruccio Resta, Antonio Uricchio, Presidente dell’ANVUR, Rosario Rizzuto, Presidente del Centro Nazionale terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA, Alberto Bonisoli, Presidente Formez, Francesca Mariotti, Direttore Generale Confindustria e il filosofo accademico Telmo Pievani. Hanno partecipato oltre 80 istituzioni universitarie pubbliche e private, con oltre 250 partecipanti, tra direttori generali e dirigenti.
“In un anno e mezzo siamo riusciti a distribuire risorse per 11 miliardi di euro, che vedono le università assolute protagoniste. In poco tempo sono diventate il centro di collaborazioni necessarie, per passare dalla ricerca al business, e per fare in modo che tutti i benefici ricadano sui giovani”. È questo il bilancio tracciato dal Ministro dell’Università e della Ricerca, Messa, in merito ai traguardi raggiunti col Pnrr, nel corso del Convegno.
“I Dirigenti delle università italiane sono 500, e non sono tanti. Se vogliamo avere università che competono con quelle europee, dobbiamo far crescere questa capacità e questi numeri”, così Alberto Scuttari, Presidente del CoDAU. Non c’è solo l’aspetto legato ai numeri, ma anche quello legato alla qualità. “Uno degli obblighi che abbiamo, – ha concluso Scuttari – è quello di saper trovare un sistema efficace per riuscire a reclutare le competenze che non abbiamo e mantenere salde quelle di cui già disponiamo. È una missione impegnativa, perché ci sono tante regole e abbiamo una carenza, tra le altre, di commissari di concorso”.
Il sistema universitario italiano, composto da università statali e da università non statali, rappresenta un insieme originale e differenziato nella struttura e nell’offerta, che interloquisce con un mercato globale. Questo richiede strumenti adeguati a generare efficienza e qualità, specialmente nelle procedure di reclutamento e di acquisizione delle risorse.
Tra i punti emersi dal confronto, una serie di valutazione e proposte:
l’alta formazione che deve essere assistita da politiche stabili e chiare; il compito di aumentare il numero di giovani che accedono ai percorsi universitari; l’esigenza di competere a livello internazionale mantenendo la funzione sociale di garantire il diritto allo studio nei territori. E’ opportuno quindi separare le politiche di incentivazione da quelle di perequazione e perseguirle entrambe;
è urgente mantenere e potenziare gli investimenti in infrastrutture di ricerca, di didattica e in infrastrutture residenziali per gli studenti. E’ altrettanto urgente attivare iniziative mirate all’uso responsabile e sostenibile di tali infrastrutture, per minimizzare l’impatto dei costi energetici;
per generare risultati in tempi brevi è necessario semplificare ulteriormente il sistema delle regole e dei limiti specifici di spesa;
il tessuto connettivo degli atenei, che ne rende possibili le funzioni primarie di didattica, ricerca e terza missione, è costituito dal personale di supporto tecnico ed amministrativo, che va aumentato nei numeri e potenziato nelle competenze;
occorre oggi favorire la crescita di organizzazioni manageriali, avendo più manager e realizzando strumenti di qualificazione e di certificazione della specificità del ruolo dei manager universitari.
Tante sono le opportunità quante le responsabilità che incombono in questo momento, ognuno deve fare adesso e fino in fondo la propria parte per vincere la sfida che il Paese ha davanti a sé. I manager delle università italiane sono pronti a perseguirla.
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