
(AGENPARL) – ven 01 luglio 2022 INTERROGAZIONE
DAL MAS. Ai Ministri dello sviluppo economico, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale
Premesso che:
il 27 giugno 2022 a Trieste è stato inaugurato il collegamento tra il porto e la Slovenia utilizzato per il trasporto di treni container dalla China Ocean Shipping Company, compagnia di stato cinese che fornisce servizi di spedizioni e di logistica;
il collegamento sarà utilizzato per il trasporto di componentistica verso Velenje, presso la storica fabbrica di elettrodomestici Gorenje recentemente acquisita dalla multinazionale cinese Hisense;
ad oggi COSCO opera a Trieste con un collegamento settimanale dalla Cina, a cui si aggiunge una nave più piccola che compie una rotta con una pluralità di tappe;
la Cina, principalmente attraverso COSCO, è entrata nei capitali delle aziende che gestiscono numerosi porti europei: Pireo, Bruges, Rotterdam, Anversa, Vado Ligure;
contestualmente all’avvio del progetto della cosiddetta “via della seta”, la Cina aveva palesato interesse per i porti di Genova e Trieste, incontrando perplessità dell’Ue e degli USA;
negli ultimi mesi del 2020 la tedesca HHLA Hamburger Hafen und Logistik Ag è diventata prima azionista della piattaforma logistica del Porto di Trieste;
nel settembre 2021 COSCO ha acquisito il 35% di CTT, uno dei terminal principali di HHLA. Un’operazione che non risulta avere implicazioni dirette con il porto di Trieste ma che non si esclude possa essere prodromica ad altre simili;
il 23 marzo 2019 l’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping siglarono 29 intese al fine di promuovere un rafforzamento delle relazioni economico-commerciali tra i due Paesi;
il 20 giugno 2019, in risposta a un’interrogazione a prima firma dello scrivente, il viceministro dello Sviluppo economico Dario Galli informò che dal 2018 presso il MISE era attiva una task force finalizzata a sviluppare la collaborazione tra i due Paesi e posizionare l’Italia come partner privilegiato in Europa. Tra i risultati della task force vi era la firma di tre memorandum d’intesa di cui uno sulla Belt and road initiative;
nella risposta all’interrogazione il memorandum veniva definito dichiarazione politica-quadro per la collaborazione tra Italia e Cina in relazione alla connettività tra Europa e Asia, mirato a valorizzare “il potenziale sviluppo di sinergie con il sistema italiano di porti, trasporti e infrastrutture, in coerenza con il rafforzamento delle reti di trasporto transeuropee”;
si informava inoltre che era stato avviato un monitoraggio delle singole iniziative di collaborazione avviate “per garantire la difesa degli interessi nazionali e la protezione delle infrastrutture strategiche”;
il 2 settembre 2018, in un’intervista al quotidiano “la Repubblica” l’allora Ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria, indicò porti del nord Adriatico e del nord Tirreno tra i beneficiari dei futuri accordi con la Cina;
all’imporsi di queste notizie si registrarono timori circa la nuova via della seta, vista come strumento per una strategia di espansione della Cina, che avrebbe individuato nei Paesi ad alto debito pubblico partner deboli da assoggettare;
il Presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, lanciò l’allarme sulla possibile cessione ai cinesi dei porti italiani, sottolineando i rischi insiti nel non opporsi a livello europeo all’ambizione cinese di diventare monopolista dei porti del Mediterraneo;
osservatori autorevoli leggono nella recente operazione di COSCO a Trieste un rinovellato interesse cinese sul porto giuliano, cui si accompagna, a quanto risulta, l’acquisizione da parte di società cinesi di aziende nazionali, in particolare del Friuli Venezia Giulia, attive in settori delicati quali la tecnologia per la difesa;
il conflitto in corso scatenato dall’aggressione della Russia all’Ucraina vede la Cina intensificare i suoi rapporti commerciali con Mosca;
la cosiddetta “bussola strategica” della Nato, aggiornata per la prima volta dal 2010 e pubblicata il 29 giugno scorso definisce la Cina una sfida per gli interessi e la sicurezza dell’Alleanza atlantica, in ragione dell’incremento delle spese militari di Pechino e delle sue attività nell’Indo-pacifico,
si chiede di sapere:
qual sia lo stato di attuazione delle intese siglate nel marzo 2019 e quali siano stati gli esiti del monitoraggio annunciato;
come si collochi il governo rispetto alle intese di cui sopra siglate da Italia e Cina;
qual sia la posizione del governo in merito agli investimenti cinesi nei porti italiani e in altre attività strategiche e di interesse nazionale;
se non ritenga che l’intensificazione della presenza economica della Cina in Italia possa rappresentare una minaccia agli interessi nazionali e se ritiene di poter escludere presenza di interessi non economici da parte di Pechino.