
COSENZA “È impensabile che un’azienda pubblica ignori le leggi dello Stato e metta a rischio il futuro di 621 famiglie – denuncia – che da anni lavorano con professionalità e abnegazione fornendo servizi importantissimi anche in piena pandemia. Dimostriamo a questi lavoratori che sono realmente essenziali come gli hanno detto durante la pandemia, che lo stato non li abbandona, che gli scioperi e le manifestazioni che hanno portato ad una legge di civiltà come la clausola sociale nei call center non può e non deve essere ignorata dalle aziende pubbliche, si aprirebbe uno squarcio in un settore molto fragile in cui si sta provando, mattone dopo mattone, a mettere in sicurezza il perimetro occupazionale”, sottolinea Alberto Ligato, segretario regionale SLC-CGIL Calabria. Secondo Giuseppe Cestari della Rsu Slc Cgil Calabria “è necessario che sia applicata la clausola sociale per garantire la continuità lavorativa, nei call center sarebbe un precedente senza eguali, si lascerebbero intere famiglie per strada, persone che lavorano da anni su questo servizio, persone che sono lì a rispondere a Natale, a capodanno, durante la pandemia, a sostenere i clienti, a programmare i viaggi. ITA deve mantenere la clausola sociale deve dare la possibilità ai lavoratori di dare ancora il massimo come abbiamo sempre fatto e continuiamo a fare ogni giorno”. (News&Com)