(AGENPARL) – Roma, 20 maggio 2020 – Per mia fortuna, almeno ritengo, nello svolgimento della mia professione non mi occupo di “consulenza del lavoro”, perché l’ho sempre ritenuta fuorviante e dispersiva, per quelli che sono invece i miei “campi” (fiscalità, societario, ecc.) ma non posso fare a meno di commentare alcuni eventi di questi giorni, ed in particolare nel periodo di emergenza legata al coronavirus
Gli enti più rappresentativi della previdenza ed assistenza per i lavoratori dipendenti, per il tramite dei loro rappresentanti, si sono resi, secondo me, colpevoli di fatti, non voglio dire gravi ma sicuramente “superficiali”.
Il Presidente dell’INPS dopo aver assicurato la piena efficienza del sistema informatico dell’organo rappresentato:
- ha asserito un attacco da parte di hacker proprio nel giorno del “click-day”, tra l’altro preventivamente scartata come possibilità, per la domanda del contributo dei 600 euro; (a che punto è la denuncia presentata presso la competente Procura della Repubblica?);
- ha costretto, a causa dell’eccessiva lentezza delle procedure informatiche, a dei e veri propri “tour de force” i nuovi “schiavetti” informatici (leggasi professionisti), per la presentazione delle domande;
- si ritiene soddisfatto dell’evasione delle domande presentate, quando tutti noi abbiamo clienti che si sono visti erogare l’importo sono in questi ultimi giorni e qualcuno sta ancora aspettando;
- ha atteso il 18 maggio, giorno della scadenza, per informare i “soci lavoratori”, che anche per loro valeva la proroga concessa nel mese di marzo agli artigiani e ai commercianti.
Il Presidente dell’INAIL che non emana provvedimenti e regole per le misure a cui obbligatoriamente le imprese si devono attenere, ma pubblica solo delle linee guida (documento tecnico su ipotesi(???)) rinvenibili in qualsiasi “porta-vetrina” di un esercizio commerciale, e che non riesce a prendere una posizione ferma e decisa sullo scudo penale per l’eventuale contagio di un dipendente. In un paese democratico, di solito è l’accusa che deve dimostrare il dolo e/o la colpa del soggetto, non il contrario, esiste cioè il caso, concreto e non astratto, che un dipendente, il quale si contagia fuori dall’ambiente di lavoro, possa chiedere i danni al proprio datore di lavoro.
Il Presidente dell’INAIL che dice di non preoccuparsi però poi, sembra, che abbia nominato 1.500 nuovi ispettori per effettuare i controlli è una persona coerente? Sa quel dice? Oppure Pompeo ha fatto scuola?
La domanda che sorge spontanea è: ma questi signori, e non solo loro, si confrontano mai con la vita reale? La famosa “strada”!!!!
Lo dichiara Fabio Casasoli, professionista in diritto societario e fiscalista.