
(AGENPARL) – Roma, Domenica 29 marzo – «Nazionalizzazione dei Coronabond per finanziare il tessuto economico nazionale, cioè lo Stato che acquista in questo periodo i prodotti delle aziende nazionali, sostenendo quindi la produzione per tutto il tempo della sospensione dell’economia globale». Lo dichiara Giuseppe Incarnato, presidente del gruppo Igi Investimenti Group. «Uno Stato che acquista e che stimola l’economia produttiva attraverso gli ordini sostitutivi alle aziende che producono in Italia, è una potente spinta al sostegno dell’economia produttiva di tutti i settori, compreso il turismo. In altre parole lo Stato che riequilibra il fatturato perso delle aziende in questo periodo a causa del blocco dell’economia. Il finanziamento di questa operazione di stimolo al fatturato privato (ndr, cioè la produzione) avverrebbe attraverso dei Coronabond riservati ai cittadini italiani al tasso del 5%. In questo modo le attività produttive di questo Paese sarebbero salvaguardate anche nell’ipotesi nel cambio delle relazioni internazionali dopo l’epidemia Il sistema del Coronabond nazionale che verrà proposto alle istituzioni italiani punta sui principi dell’economia circolare, dove ogni nazione difende e salvaguardia la proprio impalcatura produttiva e distributiva della propria economia. In questo momento immaginare il Coronabond comunitario, dove gli unici sottoscrittori potrebbero essere i cinesi, non appare una mossa saggia e la contrarietà dei singoli partner europei va ricercata nel fatto che non c’è una diretta correlazione tra il benessere della propria collettività con lo sforzo di sottoscrizione. E’ tempo di nazionalizzare il risparmio con un’emissione obbligazionaria di Coronabond. Denaro che andrebbe direttamente impiegato per soddisfare gli ordini statali per l’economia produttiva privata».