
(AGENPARL) – Roma, 23 gennaio 2020 – In una lettera vista dai alcuni media tedeschi, l’UE sta tagliando gli aiuti di preadesione (IPA) alla Turchia di circa il 75 per cento. La motivazione di questa dura presa di posizione dell’Unione Europea sono le perforazioni non autorizzate di gas al largo della costa di Cipro e le operazioni militari nel nord della Siria.
Un portavoce dell’UE nei giorni scorsi ha negato le notizie apparse sui media in merito alla lettera inviata al Parlamento europeo dal commissario europeo per gli affari esteri.
A quanto pare la lettera è trapelata o stata vista prematuramente dai media e quindi i funzionari dell’UE stanno negando l’esistenza.
L’Europa è preoccupata per il crescente autoritarismo del presidente Recep Tayyip Erdogan in particolare da quando messo fine al tentativo di colpo di stato turco del 2016 che lo ha portato ad emergere più forte che mai.
Pare che la lettera trapelata del commissario europeo per gli affari esteri Borrell indicasse che il potenziale taglio dei fondi era direttamente correlato alle operazioni della Siria in Turchia contro i curdi e alle incursioni nella zona economica esclusiva di Cipro. Ciò fa seguito alla Commissione europea che già aveva annunciato sanzioni a novembre per colpire “individui o entità responsabili o coinvolti in attività di perforazione non autorizzate di idrocarburi nel Mediterraneo orientale”.
Nel corso dell’ultimo anno, le autorità turche hanno pubblicizzato le loro rivendicazioni territoriali e le loro azioni a sostegno del Mediterraneo orientale e a partire dall’estate scorsa due navi esplorative e di perforazione – la Yavuz e la Fatih – erano state dispiegate a sole 42 miglia al largo della costa occidentale di Cipro, accompagnate anche da navi militari e in alcuni casi aerei.
In sintesi, il taglio ora contestato degli aiuti di preadesione non inciderà sui miliardi promessi alla Turchia che ammontano a 3,5, offerti nell’ambito di un accordo più ampio dell’UE per impedire ai rifugiati di raggiungere le coste europee.
L’UE ha già avvertito la Turchia di possibili ripercussioni sulla perforazione illegale di gas al largo della costa di Cipro, anche se l’Unione ha segnalato che potrebbe essere il primo passo verso misure più punitive per il futuro.
La Turchia ha da tempo affermato che sta perforando i suoi diritti territoriali, sulla base della sua rivendicazione nei confronti della cosiddetta Repubblica turca di Cipro del Nord (dal 1974), che presumibilmente consente ad Ankara di condividere i ricavi derivanti dall’esplorazione del gas cipriota.
Infine, la Turchia ha rivendicato le acque che si estendono per ben 200 miglia dalla sua costa, affermando la proprietà su una fascia del Mediterraneo che taglia persino nella zona economica esclusiva della Grecia.