
(AGENPARL) – Roma, 15 ago 2019 – Ormai questo Governo naviga a “vista”, non credo che sia il popolo a voler andare alle elezioni anticipate, altrimenti gli astensionisti (ormai quasi il 60%) non aumenterebbero in ogni tornata. Il motivo è che non credono più nei partiti, sicuramente non in questi al governo.
Partiti senza valori e ideali, contro un astensionismo che, ovviamente, è maggiormente sentito al sud.
A questo punto bisognerebbe riorganizzare, riunire le “energie Liberali” in una sorta di “rete civica” anche con i Moderati che, più dei partiti, riescono a decodificare sui territori le istanze dei cittadini, le loro esigenze.
A confermare ciò, il Rettore Napoletano Gaetano Manfredi, in un un meeting di questa primavera: “Lo scontento non è meramente legato a un deficit materiale bensì alla povertà di aspettative” e di una visione rivolta ai giovani che per primi abbandonano i territori (200mila solo dal sud), alla ricerca di adeguate esperienze ma privando i territori di una classe dirigente locale e di un approccio al cambiamento.
Se è vero che sono le piccole e medie imprese a creare lavoro, dobbiamo far comprendere che dove esiste impresa e c’è un profitto non è detto che ci debba essere un profittatore, se riusciamo a risollevare la qualità di queste imprese, queste stesse saranno l’ammortizzatore sociale per le nuove generazioni, non lo Stato, come immaginano e hanno immaginato i 5stelle.
Se si avesse il coraggio di dirottare meno di un terzo del reddito di cittadinanza, tre mld di eur, sulle imprese, dal nord al sud, avremmo dato ai nostri 200mila giovani una speranza e, forse radicato un area, appunto quella Liberale,
l’economia darebbe il giusto contributo in termini finanziari e di occupazione,
il mercato che in questi ultimi tempi ci sta schiacciando, avrebbe la possibilità di rivedere positivamente i nostri conti.
Questi problemi non possiamo affrontarli con pigrizia mentale, noi, responsabili dei loro sogni, dobbiamo dargli una speranza così possiamo fermare l’emorragia di risorse intellettuali, in un paese dove i doveri sono ostaggio dei diritti, poiché di diritti si può anche morire e la meritocrazia, nostro cavallo di battaglia storico, non si riesce a declinarla.
Da qui avevo sentito la necessità di organizzare un meeting in un ambiente asettico ( dove però non vedo ne sento una adeguata partecipazione condivisa ) che nasceva prima come una sorta di “Liberal Camp” poi diventato “Stati Generali dei Liberali”, per una proposta politica più ampia possibile priva di indirizzi predestinati.
Certo, dovremmo riflettere e maturare sulla natura di queste “energie Liberali” poiché la realtà è che le singole expertise possano rimanere nel loro ambiente chiuso, premessa per uno sterile qualunquismo.
Ci si confronti sulle politiche giovanili, sulle possibili azioni di sviluppo per un sud competitivo, immaginando aree industriali a tassazione agevolata, una sanità rivisitata.
Due parole saranno fondamentali per la nostra comunità, rispetto e sospetto.
Bisogna essere consapevoli che bisogna avere più rispetto di noi stessi, per dare ai nostri elettori la possibilità di guardarci con meno sospetto.
La nostra comunità Liberale è piena di astio.
Non e’ stato passando dal Governo dei Professori al Governo dei fuori corso che si sia cambiata l’Italia, anzi il paese ha perso 18 mesi importanti. Non abbiamo bisogno di raccogliere urlatori. Noi abbiamo la responsabilita’ di cambiare le cose. E responsabilita’ significa, per etimologia, abilta’ a dare risposte. Quelle risposte di cui la gente ha “urgenza e necessita’”. Dobbiamo convincerci che essere l’unico partito, in vita, che ha sottoscritto la Costituzione più bella del mondo, non è sufficiente per essere valutati.
Dobbiamo trovare quella sintonia umana con il nostro elettorato e non, da convincerlo a tornare a votare o a votare per una Forza Liberale e Moderata. La gente ci valuterà, invece, su quello che facciamo oggi e sulle proposte che faremo per risollevare il futuro del paese, è amaro ma è cosi.
Questo governo ha ereditato un paese mummificato, dopo 18 mesi non mi sembra che sia cambiato molto e allora dobbiamo contribuire nel riuscire a mettere in movimento questo paese nell’unico modo democratico conosciuto e condiviso, le urne dovranno essere l’esercizio con il cui risultato dovremmo convincere giovani, anziani, famiglie, settori produttivi che una Forza Liberale può finalmente cambiare, aiutare a cambiare questa fase di stallo.
Per dimostrare di essere, dobbiamo dimostrare la nostra diversità, la nostra follia, la nostra libertà e il 20 settembre, a Roma, i Liberali tutti dovranno dimostrare il loro coraggio, la loro follia.?”Non puo’ piu’ esistere un primo e un secondo tempo nella politica, serve un programma urgente, concreto e realizzabile. Siamo lo Stato che ha le Istituzioni piu’ pagate e la burocrazia più alta. E’ giunta l’ora di fare una rivoluzione liberale. Dobbiamo cambiare il sistema per essere un popolo libero.
“Quando una goccia entra nella roccia, e’ solo una questione di tempo”.?Oggi la goccia e’ entrata e sta gia’ iniziando il suo lavoro. Lo afferma in una nota Stefano Maria Cuomo ( Partito Liberale Italiano – Ufficio di Segreteria Nazionale con delega al Sud ):