
(AGENPARL) – Thu 02 October 2025 02/10/25, 14:58
Pianeta vagabondo cresce a ritmo record – MEDIA INAF
MEDIA INAF
Il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica
Pianeta vagabondo cresce a ritmo record
Di Redazione Eso
October 2, 2025
Situato a circa 620 anni luce di distanza, il pianeta vagabondo Cha 1107-7626, circa 5-10 volte più massiccio di
Giove, non orbita attorno a una stella. E sta divorando il materiale da un disco che lo circonda a una velocità di
sei miliardi di tonnellate al secondo: la più alta mai rilevata per qualsiasi tipo di pianeta. A guidare la scoperta,
pubblicata oggi su ApJL, è stato Víctor Almendros-Abad dell’Inaf di Palermo
Gli astronomi hanno identificato un enorme “scatto di crescita” in un cosiddetto pianeta erratico. A differenza dei
pianeti del Sistema solare, questi oggetti non orbitano intorno a una stella, ma fluttuano liberamente, isolati. Le
nuove osservazioni, effettuate con il Very Large Telescope dell’Osservatorio europeo australe (Vlt dell’Eso),
rivelano che il pianeta vagabondo sta divorando gas e polvere dai dintorni a un ritmo di sei miliardi di tonnellate al
secondo. Si tratta del tasso di crescita più elevato mai registrato per un pianeta erratico, ma anche per un pianeta
di qualsiasi tipo, e fornisce preziose informazioni su come i pianeti si formano e crescono.
Rappresentazione artistica di Cha 1107-7626. Situato a circa 620 anni luce di distanza, questo pianeta vagabondo è circa
5-10 volte più massiccio di Giove e non orbita attorno a una stella. Sta divorando il materiale da un disco che lo circonda
e, utilizzando il Very Large Telescope (Vlt) dell’Eso, gli astronomi hanno scoperto che lo sta facendo a una velocità di sei
miliardi di tonnellate al secondo, la più alta mai rilevata per qualsiasi tipo di pianeta. Il team sospetta che forti campi
magnetici potrebbero incanalare il materiale verso il pianeta, un fenomeno osservato solo nelle stelle. Crediti: Eso/L.
Calçada/M. Kornmesser
«Molti pensano ai pianeti come a mondi tranquilli e stabili, ma con questa scoperta vediamo che oggetti di massa
planetaria che fluttuano liberamente nello spazio possono essere luoghi avvincenti», dice Víctor AlmendrosAbad, astronomo dell’Inaf – Osservatorio astronomico di Palermo e autore principale del nuovo studio.
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02/10/25, 14:58
Pianeta vagabondo cresce a ritmo record – MEDIA INAF
L’oggetto appena studiato, con una massa da cinque a dieci volte quella di Giove, si trova a circa 620 anni luce di
distanza da noi nella costellazione del Camaleonte. Chiamato ufficialmente Cha 1107-7626, questo pianeta
vagabondo è ancora in formazione ed è alimentato da un disco di gas e polvere che lo circonda. Questo
materiale ricade costantemente sul pianeta isolato, un processo noto come accrescimento. Tuttavia, il gruppo
guidato da Almendros-Abad ha ora scoperto che il tasso di accrescimento del giovane pianeta non è costante.
Nell’agosto del 2025, l’accrescimento sul pianeta aveva un tasso circa otto volte superiore rispetto a quello di
pochi mesi prima, pari a sei miliardi di tonnellate al secondo! «Questo è l’episodio di accrescimento più intenso
mai registrato per un oggetto di massa planetaria», aggiunge Almendros-Abad. La scoperta, pubblicata oggi su
The Astrophysical Journal Letters, è stata realizzata con lo spettrografo X-shooter installato sul Vlt dell’Eso,
situato nel deserto di Atacama, in Cile. Il gruppo ha utilizzato anche i dati del telescopio spaziale James Webb,
gestito dalle agenzie spaziali di Usa, Europa e Canada, e i dati d’archivio dello spettrografo Sinfoni installato sul
Vlt dell’Eso.
«L’origine dei pianeti erratici rimane una questione non risolta: sono gli oggetti di formazione stellare con la
minima massa possibile o pianeti giganti espulsi dai propri sistemi di origine?», si chiede il coautore Aleks
Scholz, astronomo presso l’Università di St Andrews, Regno Unito. I risultati indicano che almeno alcuni pianeti
vagabondi potrebbero condividere un percorso di formazione simile a quello delle stelle, poiché simili aumenti
rapidi del tasso di accrescimento sono stati osservati in precedenza in stelle giovani. Come spiega la coautrice
Belinda Damian, astronoma presso l’Università di St Andrews, «questa scoperta sfuma il confine tra stelle e
pianeti e ci offre un’anteprima dei primi periodi di formazione dei pianeti vagabondi».
Confrontando la luce emessa prima e durante l’aumento, gli astronomi hanno raccolto indizi sulla natura del
processo di accrescimento. Sorprendentemente, l’attività magnetica sembra aver giocato un ruolo nel guidare la
drastica caduta di massa, un fenomeno osservato finora solo nelle stelle. Ciò suggerisce che anche oggetti di
piccola massa possano possedere forti campi magnetici in grado di alimentare questi eventi di accrescimento. Il
gruppo ha anche scoperto che la chimica del disco intorno al pianeta è cambiata durante l’episodio di
accrescimento, con la presenza di vapore acqueo durante l’evento ma non prima. Questo fenomeno era stato
osservato nelle stelle, ma mai in un pianeta di alcun tipo.
I pianeti liberi sono difficili da rivelare, poiché sono molto deboli, ma il futuro Elt (Extremely Large Telescope)
dell’Eso potrebbe cambiare la situazione. I suoi potenti strumenti e il gigantesco specchio principale
consentiranno agli astronomi di scoprire e studiare un numero maggiore di questi pianeti solitari, aiutando a
comprendere meglio quanto siano simili a stelle. Come afferma la coautrice e astronoma dell’Eso Amelia Bayo,
«l’idea che un oggetto planetario possa comportarsi come una stella è suggestivo e ci invita a chiederci come
potrebbero essere i mondi oltre il nostro durante le fasi iniziali».
Fonte: comunicato stampa Eso
Per saperne di più:
Leggi su The Astrophysical Journal Letters l’articolo “Discovery of an Accretion Burst in a Free-floating
Planetary-mass Object”, di Victor Almendros-Abad, Aleks Scholz, Belinda Damian, Ray Jayawardhana,
Amelia Bayo, Laura Flagg, Koraljka Mužić, Antonella Natta, Paola Pinilla e Leonardo Testi
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02/10/25, 14:58
Pianeta vagabondo cresce a ritmo record – MEDIA INAF
Una fame grande sei miliardi di tonnellate al secondo
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