
(AGENPARL) – Tue 02 September 2025 COMUNICATO STAMPA
I GHIACCIAI CHE SVELANO I SEGRETI DEI VULCANI
Una nuova ricerca UniTo approfondisce la complessa relazione tra ghiaccio e
magma per prevedere le eruzioni e ridurre i rischi ambientali
Un nuovo studio
coordinato dal prof. Matteo Spagnolo del Dipartimento di Scienze della
Terra dell’Università di Torino, appena pubblicato su Nature Communications,
propone una possibile svolta nel monitoraggio dei vulcani ricoperti da
ghiacciai: questi ultimi non sarebbero soltanto un ostacolo logistico per
le attività di rilevamento, ma i loro cambiamenti potrebbero diventare nuovi
e preziosi precursori di eruzioni future.
La ricerca ha analizzato su scala globale 307 vulcani attivi e 40.667
ghiacciai localizzati sulle loro sommità o nelle immediate vicinanze,
confrontando le differenze di quota tra ghiacciai “vulcanici” e ghiacciai
circostanti. I risultati mostrano che, nell’80% dei casi, i ghiacciai
situati direttamente sopra i vulcani sono mediamente collocati a quote più
elevate rispetto a quelli limitrofi.
Questa anomalia sarebbe legata al calore emesso dal sistema vulcanico: la
presenza di camere magmatiche e gas ad alta temperatura, inclusi vapor
d’acqua e anidride carbonica, provoca infatti un riscaldamento della
superficie e un maggiore scioglimento del ghiaccio, che viene confinato a
quote più alte rispetto ai ghiacciai circostanti che non risentono
dell’effetto vulcanico.
“Poiché la temperatura dei vulcani tende ad aumentare man mano che ci si
avvicina a un’eruzione”, spiega il prof. Spagnolo, “è plausibile che anche
i ghiacciai reagiscano con un ritiro ancora più marcato. Monitorare la loro
quota media potrebbe quindi diventare un nuovo strumento per migliorare le
previsioni eruttive”.
Il monitoraggio dei vulcani si basa già sull’analisi di diversi precursori
– dalle deformazioni del suolo ai cambiamenti delle emissioni di gas in
superficie – nessuno dei quali, preso singolarmente, è sufficiente per
predire con certezza un’eruzione. L’aggiunta del comportamento dei
ghiacciai come ulteriore indicatore potrebbe rivelarsi strategica,
soprattutto in quelle aree del mondo dove vulcani e ghiacciai convivono e
dove spesso monitoraggi diretti sul posto non sono possibili per motivi
economici o logistici.
Nel mondo circa il 20% dei vulcani è ricoperto da ghiacciai e le loro
eruzioni sono particolarmente pericolose. “La storia ci ricorda quanto
questa combinazione possa essere devastante: nel 1985, il vulcano Nevado
del Ruiz in Colombia causò una colata di fango e rocce, innescata dallo
scioglimento improvviso dei ghiacci sommitali, che travolse intere comunità
e uccise oltre 25.000 persone”, prosegue Spagnolo.