
La leader della destra francese Marine Le Pen ha lanciato un avvertimento ai suoi sostenitori: il presidente Emmanuel Macron potrebbe sciogliere anticipatamente l’Assemblea Nazionale, aprendo la strada a nuove elezioni parlamentari in Francia.
Nel corso di un incontro con i militanti del Rassemblement National (RN), Le Pen ha esortato il partito a non abbassare la guardia:
“Sarebbe pericoloso convincerci che il parlamento non verrà sciolto. Non bisogna rilassarsi,” ha dichiarato, secondo quanto riportato dall’agenzia AFP.
L’avvertimento arriva in un clima politico già tesissimo, segnato da crescenti tensioni tra l’esecutivo e le opposizioni, e da una serie di crisi istituzionali e sociali che stanno scuotendo la Quinta Repubblica.
Le Pen ha sottolineato che, in caso di elezioni anticipate, il Rassemblement National “deve vincere”, puntando così a capitalizzare sull’attuale impopolarità dell’esecutivo e sull’avanzata dell’estrema destra nei sondaggi.
Tuttavia, la stessa Marine Le Pen non potrà candidarsi alle prossime elezioni: una sentenza giudiziaria emessa all’inizio dell’anno le impedisce di partecipare direttamente alla competizione elettorale. La natura della condanna non è stata citata nel discorso, ma il verdetto la esclude temporaneamente dalla scena elettorale nazionale, pur mantenendola al vertice della sua formazione politica.
Il Rassemblement National, che negli ultimi anni ha compiuto una significativa operazione di “normalizzazione” politica, si prepara dunque a una campagna elettorale potenzialmente decisiva, mentre l’eventualità di uno scioglimento del Parlamento — in teoria nelle prerogative del Presidente della Repubblica — agita i partiti e i media.
Se Macron decidesse di convocare nuove elezioni, sarebbe la seconda volta in pochi anni dopo lo scioglimento del 2024, segnale di una crescente instabilità nell’architettura istituzionale francese. Le Pen, pur impossibilitata a candidarsi, resta il volto simbolico del movimento e potrebbe giocare un ruolo chiave nel dirigere la campagna e influenzare l’elettorato.