
(AGENPARL) – Fri 27 June 2025 **Rapporto Irpet, l’economia toscana tiene ma emergono segnali di
rallentamento**
/Scritto da Camilla Marotti, venerdì 27 giugno 2025 alle 17:30/
Fragilità e incertezza sono gli elementi che influenzano il contesto
economico attuale, ad incidere maggiormente sono le politiche
protezionistiche e le costanti tensioni geopolitiche, in un quadro di
mutamento nel tessuto delle relazioni internazionali destinato ad avere
ricaduta certa sul Pil mondiale (- 3%). Anche l’economia toscana è messa
alla prova, mostrando tuttavia capacità di buona tenuta seppur in un
contesto generale di rallentamento. È quanto emerso in occasione della a
presentazione del rapporto Irpet sull’andamento economico della Toscana,
dal titolo: ‘Dalla globalizzazione al protezionismo, i riflessi economici
e sociali’, oggi in sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati.
Dopo i saluti del presidente del comitato di indirizzo e controllo Irpet
Mauro Quercioli, la presentazione del rapporto a cura del direttore di
Irpet Nicola Sciclone e del vicedirettore Leonardo Ghezzi; quindi la tavola
rotonda dal titolo ‘Dipendenza economica e compressione salariale, come
uscirne?’, con Federico Fubini, editorialista e vicedirettore del Corriere
della Sera, Andrea Garnero della direzione per l’occupazione, il lavoro e
gli affari sociali OCSE e Guglielmo Meardi, preside della Classe di Scienze
politico-sociali, Scuola Normale Superiore di Pisa.
“Vi è una situazione in divenire molto legata alle tensioni geopolitiche
e alle evoluzioni della guerra commerciale che stiamo vivendo e che cambia
continuamente, spesso anche da un giorno all’altro – è il commento del
presidente della Regione, Eugenio Giani – in una fase storica abbiamo uno
spazio di crescita che possiamo cogliere rilanciando il ruolo della
domanda: intanto mettendo in sicurezza la nostra capacità di agganciare la
domanda estera circoscrivendo il perimetro delle nostre esportazioni in
aree più sicure rispetto a quelle che noi osserviamo specie in alcuni
settori”. Il presidente richiama la necessità di ridurre la dipendenza
nell’approvvigionamento delle materie prime e dei prodotti intermedi, che
disperde valore in altre regioni, e lo strumento del “rilancio della
domanda interna”. Un passaggio che ricorre nell’intervento del direttore
Irpet, Nicola Sciclone, secondo il quale “occorre sicuramente affrontare
la stagnazione salariale: in Toscana, come nel resto del paese, i salari
sono diminuiti in potere d’acquisto di nove punti percentuali nell’arco
degli ultimi 30 anni. La congiuntura che sta attraversando la regione,
all’insegna dell’incertezza e della cautela degli operatori, ben
rappresentata dal sentiment delle famiglie toscane, sottolinea un
miglioramento rispetto al periodo peggiore dello shock inflazionistico, ma
ancora improntato a forte cautela sulle aspettative per i prossimi mesi.
Pesa in questo senso l’incertezza dettata dalle tensioni internazionali e
da tutta una serie di aspetti in chiaroscuro che caratterizzano sicuramente
la produzione, le esportazioni e anche il mercato del lavoro toscano, e che
oscillano fra resilienza e rischi di ripiegamento. Il mercato americano
assorbe circa il 16% delle nostre esportazioni, abbiamo 6mila imprese che
esportano negli Stati Uniti, un numero di imprese che genera l’11% del Pil
toscano e assorbe il 10% dell’occupazione”.
Il rallentamento dell’economia toscana è in effetti evidenziato
dall’andamento delle esportazioni estere che aumentano ma ad un ritmo
ridotto rispetto al passato. Analogamente per il mercato del lavoro,
segnato da una crescita in attenuazione. Una situazione che rende difficile
fare previsioni sull’intensità dell’involuzione delle prospettive di
crescita, influenzata dalle nuove misure tariffarie e dalle conseguenti
ripercussioni sugli scambi.
Produzione manifatturiera
Per il sesto trimestre consecutivo produzione industriale in calo.
Flessione che però tende ad attenuarsi: ad aprile il dato tendenziale è
del -1,2%, inferiore a quello del primo trimestre 2025, -3,3%. Sul percorso
di recupero della produzione la Toscana è ancora in ritardo rispetto ad
altre regioni, scontando ancora le criticità che riguardano il comparto
moda.
Commercio estero
Segno primo trimestre ‘25 è ancora positivo: +2,8%. A trainare l’export
i prodotti farmaceutici (+90,3%), con vendite quasi raddoppiate rispetto al
primo trimestre dell’anno passato. Positive anche nautica (+41,2%) e
industria cartaria (+5,5%), mentre prodotti agricoli e agroalimentari,
mobili, macchinari, siderurgia, mezzi di trasporto, gioielleria, segnano un
valore negativo. Non si attenua la crisi della moda. Tengono il passo il
pronto moda cinese dell’area pratese (+2,4%) e i prodotti di alta gamma del
distretto del lusso aretino (+4,0% articoli in pelle, -3,2% capi di
abbigliamento). Calano la concia dell’area pisana (-1,6%), filati e tessuti
del distretto tessile di Prato (-3,0%) e, in modo ancora più
significativo, i prodotti del lusso della moda fiorentina: rispetto allo
stesso periodo del 2024, fino a un quarto del valore per gli articoli in
pelle, e fino a un terzo per i capi di abbigliamento.
Turismo
Dato per acquisito il recupero dei flussi pre-pandemia, alla crescita 2024
rispetto al 2023 (+4,1%) hanno contributo le presenze straniere (+10,3%) in
particolare extra-europee, contrapposte al calo di quelle italiane (-3,4%).
Preoccupa la stima 2025: i dati non ancora definitivi del primo trimestre
indicano presenze in calo (-2,1%) rispetto all’analogo periodo 2024,
soprattutto nelle aree balneari (-22,9%) ma anche in quelle rurali
(-12,5%), collinari (-4,2%) e montane (-3,9%), destinazioni dove insiste di
più il turismo italiano e europeo.
Quadro macroeconomico
Le stime Irpet sul Pil toscano indicano un +0,6% nel 2025 e un +0,9% nel
2026, coerenti con quelle nazionali (+0,6% e +0,8%). La crescita è
sostenuta dalla domanda interna, trainata in particolare dai consumi
(+0,9%). A incidere positivamente anche la spesa della pubblica
amministrazione, +1,2% secondo le stime. Rallentano invece gli investimenti
(+0,3%), specie quelli in beni strumentali per la crescente incertezza che
disincentiva l’avvio di nuovi progetti.
Possibili effetti dazi americani
Gli effetti potenziali in caso di introduzione risulterebbero pesanti
considerato che ad oggi la quota di export toscano verso gli USA è del
16,2% (era il 10% nel 2009). Farmaceutica, macchinari, agroalimentare (vino
e olio), e moda assorbono il 75% delle esportazioni. Per alcune produzioni
il mercato statunitense è cruciale: vale il 34% della farmaceutica, il 41%
dell’olio e il 33% del vino esportati. Inoltre su circa 20.000 imprese
esportatrici toscane, 6.358 esportano verso gli USA, con un’incidenza
significativa su valore aggiunto (11,7%) e occupazione (10%). Irpet ha
configurato tre scenari con dazi diversificati su tutti i beni esportati.
Dazi al 10%: 45 imprese (579 addetti) andrebbero in perdita. Dazi al 20%:
77 imprese (843 addetti). Dazi al 50%: 226 imprese (3.188 addetti). Anche
tra quelle che manterrebbero un MOL (Margine Operativo Lordo) positivo, per
molte soffrirebbero una significativa contrazione. Con dazi al 20% il 35%
delle imprese subirebbe una riduzione del MOL inferiore al 5%; il 53%
avrebbe perdite tra il 5% e il 25%; il 12% superiori al 25%.
Mercato del lavoro
La dinamica resta positiva (+2,5% addetti nel 2024), ma nel primo trimestre
2025 l’espansione è rallentata (+1,9%). Segnali di flessione del sistema
regionale, che continua a tenere, arrivano anche dal saldo tra avviamenti e
cessazioni: 26 mila le nuove posizioni create nel 2024 (contro le 38 mila
dell’anno prima); nel primo trimestre 2025, -4.000 rispetto allo stesso
periodo 2024 (-10,7%). A livello di comparto, in difficoltà il
manifatturiero con assunzioni in calo: al -2,6% del primo trimestre 2025,
si aggiunge il -9,2% del 2024. Aumentano i lavoratori beneficiari di cassa
integrazione e altri strumenti: almeno 14 mila nel primo trimestre 2025
(meno di 7 mila un anno prima e circa 4 mila nel 2023). In aumento anche i
licenziamenti per motivi economici, specialmente nella moda. Tra gli
elementi positivi, l’incremento dei contratti a tempo indeterminato.
Condizioni di vita percepite dalle famiglie
Viene percepito un miglioramento rispetto agli anni più critici, ma
permane un atteggiamento di cautela che condiziona attese e clima di
fiducia. Secondo il rapporto, nel 2025 si abbassa al 9,7% la quota di
famiglie che si definisce ‘povera’ o ‘molto povera’ (11,4% nel 2024 e
15,5% nel 2023) e cresce la fascia intermedia. Migliora anche la capacità
di gestione del bilancio familiare: scendono le famiglie che dichiarano di
arrivare a fine mese con difficoltà (dal 56,3% al 48,5%), crescono quelle
che riescono a farlo con una certa facilità (dal 43,7% al 51,5%). Solo il
7% si dichiara ottimista rispetto alla propria condizione economica nei
prossimi 12 mesi, in netto calo rispetto al 13,6% del 2024. Sempre alta la
quota di chi prevede un peggioramento (22,7%), aumentano le famiglie che
non si aspettano cambiamenti (dal 63,1% al 70,7%). il 25% dichiara di aver
difficoltà a far fronte alla per il consumo di farmaci o per le visite
mediche, l’11% per l’utilizzo dei trasporti, l’8,4% per l’acquisto
materiale scolastico, il 4,4% per il mantenimento dei figli. Il 29,4%
dichiara di non potersi permettere una vacanza l’anno. Una famiglia su
cinque non sarebbe in grado di far fronte a una spesa imprevista di 2mila
euro, e una su sei ad un esborso di 800 euro.
Per consultare il Rapporto Irpet e gli allegati:
https://phplist.servizi.tix.it/rt-ToscanaNotizie/lt.php?tid=ou9LjzEynYmfa+e2jFufG15vZ0QI/iJQhhPB1oE1z4vReaX0w/CNPbjfeig/QH/E