
Domenica, l’Iran ha lanciato una nuova e massiccia ondata di missili balistici contro Israele nell’ambito dell’operazione “True Promise 3”, intensificando ulteriormente il conflitto in corso con lo Stato ebraico.
I missili iraniani hanno colpito le città israeliane di Tel Aviv, Haifa e Ashkelon, poche ore dopo che Israele aveva effettuato nuovi bombardamenti su diverse località della capitale iraniana Teheran. Si tratta del terzo giorno consecutivo di attacchi da parte di Israele in territorio iraniano, che ha incluso anche raid su edifici residenziali e l’assassinio di alti ufficiali militari iraniani.
I media israeliani hanno confermato esplosioni di grande entità in più località, mostrando anche rifugi antiaerei affollati nelle regioni settentrionali del Paese. Una delle infrastrutture colpite sarebbe una centrale elettrica nella città portuale di Hadera, provocando blackout locali e ulteriori preoccupazioni per la sicurezza energetica.
A seguito degli attacchi iraniani, il gabinetto di sicurezza israeliano ha annunciato l’estensione dello stato di emergenza nazionale fino alla fine di giugno.
Il leader supremo iraniano, Ayatollah Seyyed Ali Khamenei, ha risposto nominando nuovi vertici militari e ha dichiarato che “la vita diventerà tetra per Israele”, promettendo che la campagna militare iraniana proseguirà “finché sarà necessario”.
Il conflitto è entrato in una fase estremamente critica, con entrambe le parti impegnate in attacchi diretti e su vasta scala che rischiano di coinvolgere ulteriori attori regionali e internazionali.
