
(AGENPARL) – Tue 06 May 2025 https://www.aduc.it/articolo/referendum+giugno+sapere+capire+decidere_39193.php
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Referendum 8-9 Giugno. Sapere, capire e decidere
I referendum del prossimo 8-9 giugno ci riguardano (1). Non serviranno direttamente a far calare le bollette, le imposte, a darci più libertà e più liberalizzazioni, a evitare i dazi di Trump e la malasanità, etc ma sono un momento di verifica del rapporto tra cittadini e istituzioni. Occorre quindi che ognuno valuti su come comportarsi, più che altro verso se stesso: importante è fare una scelta e non ignorarli, sentirsi cittadino e non uno qualunque.
Le materie sono relative ai contratti di lavoro per quattro di essi, e per facilitare l’ottenimento della cittadinanza italiana agli immigrati per il quinto (1).
Dicono, visti gli andazzi di quasi tutte le altre volte che gli elettori sono chiamati ad esprimersi, che andrà a votare meno del 50%+1 degli aventi diritto – che è il quorum necessario per validare i risultati della consultazione.
In merito la caciara politica è già in atto, con appelli alla responsabilità delle istituzioni perché si favorisca l’astensione o la partecipazione. La legge stabilisce che l’espressione del voto è un diritto e non un dovere, per cui a decidere sono i singoli. Le istituzioni “avrebbero” potuto intervenire a monte perché – come accade in Svizzera dove vivono di pane e referendum e sono un esempio di democrazia per tutto il mondo – non ci fosse il quorum, come tra l’altro non c’è per validare qualunque altro tipo di elezioni, ma non l’hanno fatto. Sembra che alle istituzioni – di governo e di opposizione, con rare eccezioni – i referendum non piacciano: infatti è politica quotidiana dare maggiore legittimità alle elezioni amministrative e politiche in modo che anche quando vi partecipa meno del 50% degli aventi diritto, le stesse funzionino e abbiano anche poteri maggiori rispetto a quelli che già hanno, foss’anche svicolando uno dei sali della democrazia:
equilibrio, differenza e controllo tra il potere esecutivo, legislativo, giudiziario; dove la divisione tra esecutivo e legislativo, nei fatti (decreti e disegni di legge, e fiducia al governo invece di specifici voti) non esiste già più da tempo.
Per capire il contesto, molti di quelli che oggi dicono di non andare a votare, e viceversa, per altri referendum dicevano l’opposto. Quindi chi è contrario ai quesiti referendari è consapevole che ha due possibilità per vincere: votare sì o astenersi. E chi è favorevole, si parla addosso. Entrambi non hanno mai fatto nulla per modificare la legge sulla questione del quorum. E’ la politica politicante, dove diritti e doveri non sono principi ma strumenti alla bisogna.
Io personalmente vado sempre a votare e lo farò anche in questo caso… mi emoziono e mi sento fiero quando, per esempio, leggo e vedo film in cui si evidenzia la conquista del voto (come il film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani” [2] incentrato sulla prima volta che le donne italiane esercitarono il diritto di voto nel 1946 per Repubblica o Monarchia e l’Assemblea Costituente).
1 – https://www.interno.gov.it/it/notizie/referendum-abrogativi-2025-cinque-i-quesiti-lavoro-e-cittadinanza
2 – https://it.wikipedia.org/wiki/C%27%C3%A8_ancora_domani#:~:text=e%20di%20andarsene.-,Produzione,nonna%20e%20dalla%20propria%20bisnonna.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
URL: http://www.aduc.it
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