
(AGENPARL) – Mon 05 May 2025 *Carcere Terni, Maria Grazia Proietti (PD) e Luca Simonetti (M5S): “Salute
mentale e propaganda, la sofferenza non si strumentalizza”*
Il recente suicidio avvenuto nel carcere di Terni non è solo una tragedia
personale, ma il sintomo doloroso di una crisi più ampia, che interroga
tutto il sistema di cura e di assistenza. Non si tratta soltanto della
condizione di chi è ristretto in un istituto penitenziario: la doppia
diagnosi, ovvero la compresenza di disturbi psichiatrici e dipendenze da
sostanze, è una realtà che si estende ben oltre le mura del carcere e che
tocca sempre più giovani e adulti, spesso nel silenzio, spesso senza
possibilità di ricevere un supporto adeguato.
Una doppia diagnosi non è una somma di problemi, ma una condizione che
richiede un intervento integrato, continuativo, umano. Quando poi si
finisce in carcere, la situazione si aggrava facilmente: le dipendenze
attive toccano quasi un detenuto su tre, e le doppie diagnosi sono tra le
situazioni più difficili da trattare, anche per la carenza cronica di
strutture intermedie e alternative alla detenzione.
Proprio per questo, l’impegno quotidiano di chi è accanto ai detenuti –
operatori penitenziari, agenti, educatori, il personale sanitario che ogni
giorno si trova a gestire situazioni cariche di dolore, tensione,
solitudine – merita non solo attenzione ma tutela, supporto e formazione,
perché è parte essenziale della rete di cura. È inaccettabile che la
politica si ricordi di loro solo quando c’è da individuare un colpevole
dopo una tragedia. Chi strumentalizza questi eventi per fini politici non
fa onore né alle istituzioni, né a chi lotta ogni giorno in prima linea.
La politica deve fare la sua parte e non giocare irresponsabilmente a uno
scaricabarile di misera propaganda quotidiana. È fondamentale che tutte le
istituzioni si assumano la responsabilità di ricostruire una rete reale tra
sanità, giustizia, servizi sociali, enti locali. Per troppo tempo i servizi
territoriali hanno operato con competenza e abnegazione, ma spesso senza il
supporto concreto e continuativo delle istituzioni. Oggi è necessario
invertire questa tendenza, ascoltare gli operatori, rafforzare il
coordinamento, investire in risorse e strutture, e soprattutto mettere al
centro la persona, non il suo errore.
Non possiamo più permettere che siano le falle normative o la mancanza di
soluzioni abitative protette a ostacolare percorsi di cura e di
reinserimento. Ribadiamo la necessità di doverose modifiche alla legge
regionale 23/2003 sull’Edilizia Residenziale Sociale. È tempo che anche la
legge riconosca che, in alcuni casi, il diritto a una casa dignitosa non è
un premio, ma una condizione essenziale per la salute e per il ritorno a
una vita autonoma.
Ribadiamo il nostro impegno per un modello di società che unisca giustizia
sociale, prevenzione e dignità. Vogliamo restituire centralità alla salute
mentale, clamorosamente dimenticata nell’ultimo progetto di Piano Sanitario
Regionale, integrando i servizi e rafforzando il welfare territoriale. È
solo così che potremo evitare nuove tragedie. È solo così che potremo
restituire senso alle parole cura, prossimità e responsabilità.
*Maria Grazia Proietti – Consigliera regionale PDLuca Simonetti –
Consigliere regionale M5S*