
(AGENPARL) – Tue 29 April 2025 L’atto presentato da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Tesei
presidente-Umbria civica ha ottenuto 8 voti favorevoli; 12 contrari e 1
astenuto (la presidente Proietti)
(Acs) Perugia, 29 aprile 2025 – L’Aula di Palazzo Cesaroni, dopo aver
osservato un minuto di silenzio per la morte di Papa Francesco, ha respinto
con 12 voti contrari, 8 favorevoli e 1 astensione (la presidente Proietti) la
mozione di sfiducia presentata dai gruppi di minoranza (Fratelli d’Italia,
Lega, Forza Italia e Tesei presidente-Umbria civica) e rivolta alla
presidente della Giunta regionale, Stefania Proietti.
L’atto, la cui approvazione avrebbe comportato la decadenza della Giunta e
la fine della Legislatura, auspicava le dimissioni della presidente Proietti
facendo riferimento a “diverse incongruenze e falsità nelle sue
dichiarazioni degli ultimi mesi riguardo al disavanzo della sanità regionale
e alla necessità di aumentare i tributi”. Le contestazioni riguardavano in
particolare: “la discrepanza tra il disavanzo dichiarato dalla presidente e
quello emergente dai documenti preliminari dell’advisor privato Kpmg, la
mancata messa a disposizione della relazione completa e la rappresentazione
distorta del processo che porterebbe al commissariamento statale in caso di
inerzia. Veniva anche sollevata la questione dell’accantonamento per
l’Agenzia regionale per l’ambiente, che risulterebbe già effettuato,
contrariamente a quanto affermato dalla presidente Stefania Proietti, la cui
posizione politica sarebbe quindi risultata compromessa”.
GLI INTERVENTI
La relatrice e prima firmataria della mozione di sfiducia, Eleonora Pace
(FdI), ha evidenziato che “i diritti delle minoranze in Consiglio regionale
sono diventate concessioni. L’atto che discutiamo oggi ha dovuto attendere
oltre 20 giorni. E nella conferenza dei capigruppo di questa mattina le
istanze delle minoranze non sono state raccolte: l’Assemblea legislativa è
diventata uno mero strumento in mano alla Giunta, con le convocazioni che
vengono calendarizzate in base agli impegni dei componenti dell’Esecutivo.
Rispetto alla manovra fiscale, il contesto che la Giunta Proietti ha
delineato per giustificarla è risultato non veritiero: i numeri non erano
quelli riportati, il documento dell’advisor privato non esisteva;
l’operazione verità che è stata tanto sbandierata si basava quindi su
presupposti inesistenti; la presidente ha dichiarato in Aula che il Ministero
avrebbe diffidato l’Umbria, ci avrebbe commissariato e avrebbe fatto una
manovra che avrebbe massimizzato tutte le addizionali regionali Irpef e
l’Irap.
Dagli estratti della relazione ‘Prime evidenze’ di Kpmg, che stiamo
ancora aspettando di vedere ufficialmente e che non è mai stata mostrata,
emerge che la perdita era di 34,2 milioni (certificati dal Mef), che dovrà
essere coperta dal bilancio. Quindi questo importo era già noto a fine
marzo. E l’iter per il commissariamento non era quello paventato in Aula.
Durante i lavori della Terza commissione abbiamo scoperto altre incongruenze
tra l’inizio delle analisi da parte dell’advisor e i tempi effettivi (7
settimane almeno) necessari per giungere ad una relazione completa. Tutto
ciò certifica che la manovra fiscale è stata basata su un documento di
parte terza che ancora non è stato consegnato. Neppure le finalità della
manovra fiscale sono chiare, visto che la maggioranza ha bocciato la nostra
mozione che intendeva vincolare i nuovi introiti alla copertura del presunto
buco della sanità. E neppure la necessità di reperire 14 milioni per Arpa
non è reale visto che quei fondi sono stati già accantonati. Fare
riferimento, come ha fatto la presidente, al New deal americano è
inopportuno, perché negli Usa chi mente si deve dimettere. Mentire ai
cittadini, consapevolmente o meno, non è concesso nemmeno in Umbria. Alla
luce di tutto ciò, dell’utilizzo di dati parziali e non corretti, delle
scelte operate, della mancanza di trasparenza, riteniamo compromessa la
posizione politica della presidente Stefania Proietti. L’esito del voto su
questa mozione è già scontato ma spero che serva ad aprire un confronto,
anche all’interno della maggioranza. Per evitare di diffondere ancora, in
futuro, notizie fuorvianti e non corrispondenti al vero”.
Enrico Melasecche (Lega): “Chiediamo che la presidente Proietti dia le
dimissioni perché non ha dimostrato di essere all’altezza del ruolo a cui
l’hanno chiamata i cittadini umbri. Se la mozione verrà bocciata speriamo
almeno che questa giornata serva alla Presidente per riflettere
sull’importanza di ricreare un rapporto di rispetto reciproco con la
minoranza. Oggi comunque c’è un altolà di una parte importante
dell’Umbria nei confronti della presidente Proietti, che ha iniziato la
legislatura in maniera infelice. C’è stata una campagna elettorale volta
solo a demolire il lavoro della precedente Giunta, a partire da quello sulla
sanità, con promesse impossibili e inopportune. Il nostro sistema sanitario
regionale è stato demonizzato, convincendo migliaia di umbri ad andarsene
altrove per le proprie esigenze di salute. La calunnia è stata usata a piene
mani. Il voto ha premiato questa narrazione, ma governare è altra cosa.
Serve tornare ad un rapporto di serietà e misura, di lealtà nei confronti
dei cittadini e dei consiglieri di minoranza. Il rispetto si ha se si dà. La
nostra comunicazione, forse limitata, è stata basata sui fatti, sui
risultati. Oggi c’è un profluvio di comunicati stampa che dimostrano
un’insicurezza di fondo di questa maggioranza, ma anche una forte carenza
di onestà intellettuale che ha caratterizzato questi cinque mesi. Come per
la stangata fiscale votata, con dichiarazioni ridicole e con una dabbenaggine
incredibile con cui è stata impostata, facendo cadere la Giunta nel
ridicolo. Con una sequela di cifre in cui è prevalsa una demolizione della
qualità dei servizi del territorio. Le affermazioni sulla stangata sono una
serie di volute menzogne. Come i primi numeri lanciati per spaventare. E le
cifre successive sono state anche peggio: una montagna di menzogne che ha
prodotto un topolino di 34 milioni, peraltro azzerati dal payback. Menzogne
anche sul fondo di dotazione, iniziato e proseguito con la giunta Marini,
sull’inizio dei disavanzi delle 4 aziende e della mobilità passiva.
Menzogne anche sulle grandi opere: dal nodo di Perugia alla stazione
Medioetruria fino alla nuova stazione dell’aeroporto. La situazione appare
allo sbando rispetto ai gravi problemi dell’Umbria. Avendo rilevato la
reiterazione e la gravità di quanto sta accadendo, la fiducia è
tramontata”.
Fabrizio Ricci (Avs): “Mi sembra paradossale essere qui oggi a discutere
una mozione di sfiducia presentata da chi meno di cinque mesi fa ha perso le
elezioni. Legittimo ma paradossale. La destra che oggi chiede la sfiducia è
consapevole della reale gravità della situazione che la Giunta ha trovato in
Regione. Proprio per questo continua a spostare l’attenzione per non
affrontare la sostanza del problema: c’è uno squilibrio strutturale enorme
nei conti delle nostre aziende sanitarie. Squilibrio esploso nel 2024 con la
cifra di 243 milioni di euro. Primo numero che è stato dato e che è
incontestabile, utile per inquadrare la gravità della situazione. È circa
il 10% del bilancio regionale dell’Umbria. Come Avs abbiamo sempre
criticato l’aziendalizzazione della sanità. La missione costituzionale del
nostro sistema sanitario è di garantire salute e non di erogare prestazioni
per raggiungere un risultato economico. Tuttavia il pareggio del bilancio è
l’attuale regola del gioco e l’Umbria non può cambiare questo dato di
fatto. 243 milioni di disavanzo sono troppi per la piccola Umbria. Disavanzo
non dovuto a investimenti. Al contrario abbiamo assistito a un abbassamento
del livello delle prestazioni e al record della mobilità passiva fino al
boom delle liste d’attesa e alla rinuncia alle cure. L’unica cosa che è
cresciuta negli ultimi 5 anni è stata la sanità privata. Questo è il
quadro e a fronte di tutto questo la destra sostiene che il problema
dell’Umbria è la presidente Proietti. Stefania Proietti è persona per
bene e credibile che sente la responsabilità del mandato assegnato. Quando
è emerso il suo nome come candidata alla Regione Avs non ha avuto dubbi nel
sostenerla. Nel rinnovarle la nostra fiducia vorrei chiederle di rispondere
alle alte aspettative degli umbri. La pazienza è finita, la rabbia monta, la
gente vuole risposte. Ma le risposte hanno un costo, non compatibile con un
bilancio asfittico e ingessato. Da qui nasce la decisione di varare una
manovra fiscale che lei ha definito dolorosa. Scelta che sottende a un
cambiamento radicale di impostazione nel bilancio regionale. La sfida del
piano sanitario regionale sarà decisiva. Un piano partecipato. Finalmente il
percorso sta partendo e noi lo sosterremo con convinzione. È sulla sostanza
della nostra proposta politica che verremo valutati. La resistenza al
cambiamento è sempre forte. Ma il cambiamento è la nostra missione.
Portiamola avanti insieme”.
Laura Pernazza (Forza Italia): “In questo momento è assente l’assessore
al bilancio Bori, un’assenza che pesa visto che doveva difendere una
manovra che ha fortemente voluto e confezionato. Oggi discutiamo di una
mozione di sfiducia che non nasce da uno scontro politico contingente, ma da
una esigenza molto più profonda: il rispetto della verità, della dignità
istituzionale e della fiducia dei cittadini umbri. Chiediamo questa sfiducia
perché la presidente Proietti fin dal suo insediamento e ancor prima durante
la campagna elettorale ha tradito il rapporto di fiducia che deve esistere
tra chi governa e che affida il proprio futuro alle istituzioni. Una campagna
elettorale giocata su promesse mirabolanti e costruita su narrazioni
rassicuranti che si sono dimostrate totalmente inconsistenti. Ricordiamo
tutte le dichiarazioni sulla sanità: abbatteremo le liste d’attesa in tre
mesi, restituiremo ai cittadini umbri una sanità efficiente, veloce, equa. E
invece le liste d’attesa non sono solo diminuite, ma sono raddoppiate. E
quando in quest’aula abbiamo chiesto conto di questo fallimento, la
Presidente ha tentato una difesa che definire assurda è un eufemismo. Ha
cercato di far credere che la promessa riguardasse soltanto le prestazioni
già accumulate al momento della dichiarazione, come se i cittadini umbri non
fossero in grado di comprendere che nel frattempo il problema si è aggravato
e che oggi la situazione è drammaticamente peggiore. Si tratta di una
mancanza di rispetto verso chi aspetta una visita, un esame, un intervento
chirurgico. Ma non è stato solo sulla sanità che è stato costruito un
racconto ingannevole, la Presidente Proietti durante la campagna elettorale
ha fatto della vicinanza alle fasce fragili, del sostegno al ceto medio uno
dei suoi cavalli di battaglia. Ha assicurato i cittadini dicendo che sarebbe
stata dalla loro parte, che avrebbe difeso chi lavora, chi ogni giorno si
impegna per costruire una vita dignitosa. Mai ha avuto il coraggio di dire
che il suo vero progetto era quello di aumentare le tasse, mai ha spiegato
che avrebbe scelto di colpire proprio quelle fasce sociali che aveva promesso
di difendere. E come si è mosso questo Governo regionale? Con un’operazione
mediatica senza precedenti, costruita ad arte per creare un clima di paura e
giustificare scelte politiche profondamente sbagliate. Un’operazione
costruita proprio nei giorni in cui scadevano i tre mesi promessi per
abbattere le liste d’attesa. Una mossa furba, studiata per spostare il focus
mediatico dal primo fallimento sulla sanità verso un’emergenza artificiale
sul bilancio, così da coprire le promesse tradite. Si è fatto intendere un
buco di bilancio mostruoso di 243 milioni di euro della sanità, dando la
colpa all’amministrazione uscente per attribuire loro la responsabilità
politica di un aumento delle tasse già studiato a tavolino. Un numero
ripetuto ovunque, rilanciato sui giornali, usato per invocare l’imminente
spettro di un commissariamento facendo terrorismo sulle conseguenze, ma non
basta, la stessa operazione di mistificazione è stata fatta sulla mobilità
sanitaria. Si è provato ad attribuire al governo Tesei tutte le colpe di
questa grande sciagura, come se nel 2019 in poi fosse esploso un disastro. Ma
viene dimenticato volutamente un dato fondamentale: il 2019, sotto la
presidente Marini prima, Paparelli poi, entrambi del Partito Democratico, è
stato l’anno peggiore della storia dell’Umbria per la mobilità sanitaria. In
un solo anno il saldo è peggiorato del meno dodici per cento. L’Umbria ha
perso 25 milioni di euro di introiti in un solo anno, e per la prima volta la
mobilità passiva ha superato quella attiva. Questo perché in quel periodo
è scoppiato il più grave scandalo della storia della sanità in Umbria:
‘Sanitopoli’. Ovunque si parlava di concorsi truccati, di clientelismo,
sfiducia crescente nei confronti delle istituzioni sanitarie. Come potevano i
cittadini umbri continuare a fidarsi di una sanità gestita in quel modo? E
la responsabilità politica di quel disastro dei partiti che oggi siedono nei
banchi della maggioranza. L’anno successivo, nel 2020, è scoppiata la
pandemia, aggravando ulteriormente una situazione che era già stata
compromessa ben prima del 2019. Ma quali sono oggi i dati veri? Quelli che
abbiamo potuto ricostruire solo grazie al nostro lavoro di minoranza e
raccontano una storia diversa: non c’era un buco da 243 milioni, nè da 90
milioni, al contrario il disavanzo effettivo, come emerge dai documenti
ufficiali, quelli che la Giunta ha tentato di nascondere, era di 34 milioni,
ampiamente gestibile, grazie a partite di bilancio già esistenti come il
Payback. Il disavanzo poteva essere assorbito senza necessità di alcuna
manovra fiscale. Invece è stata varata frettolosamente in Giunta una manovra
da 320 milioni di euro. Una manovra che non trova giustificazione nei dati
reali, ma solo nella volontà politica di prelevare soldi dai cittadini. Una
manovra costruita senza alcun impegno reale per l’efficientamento della spesa
sanitaria o dei servizi pubblici. Durante la campagna elettorale il
centrodestra era stato demonizzato, la collaborazione pubblico privato nella
sanità era stata osteggiata con forza, arrivando addirittura a strappare in
pubblico i programmi elettorali. Ma poi si è proseguito sulla stessa linea,
si è continuato a ricorrere al privato convenzionato senza proporre alcuna
soluzione alternativa. La manovra è stata rimodulata solo grazie al lavoro
incessante della minoranza, che ha smontato punto per punto le bugie
raccontate. Ma voi avete presentato la rimodulazione come una vittoria,
facendo passare il messaggio di aver addirittura ridotto le tasse. Il
prelievo rimane di 182 milioni di euro, sei volte tanto il presunto buco che
ora si ammette essere di 34 milioni. Le conseguenze saranno gravissime. Con
questa manovra l’Umbria andrà a collocarsi tra le regioni italiane con la
tassazione più alta, una posizione che rischia di compromettere seriamente
la competitività del nostro territorio. Le imprese, già provate da anni
difficili, saranno sempre meno invogliate a investire e soprattutto ad
assumere con l’IRAP che aumenta del 10%. Si rischia un vero e proprio
fenomeno di turismo fiscale con cittadini e imprese che cercheranno
tassazioni migliori in altre regioni. Questo produrrà inevitabilmente
effetti recessivi sull’economia umbra, una regione che è già in transizione
e non certo a causa nostra. Questa Giunta non ha pensato alle conseguenze di
lungo termine sulle future generazioni. Noi abbiamo chiesto di destinare
questi fondi alla sanità, ma l’ordine del giorno della minoranza è stato
bocciato, smascherando la vera realtà dei fatti. Verranno destinati a
spendere e spandere come in pieno stile della sinistra. Ad essere massacrato
è stato il ceto medio, quel ceto medio che regge l’Umbria, che paga le
tasse, che cresce i figli, che tiene in piedi la nostra economia. Nessuna
deduzione per la famiglie monoreddito. Nessuna attenzione per chi sostiene da
solo Il peso di una famiglia numerosa. Un padre di famiglia con tre o quattro
figli che lavora duramente per garantire il futuro ai suoi cari viene
trattato come un privilegiato da colpire fiscalmente. È stato creato un
sistema di tassazione che viola apertamente il principio costituzionale della
progressività e della proporzionalità delle imposte. Questa non è una
buona amministrazione, questa non è tutela dei cittadini, questa è
improvvisazione, è manipolazione ed irresponsabilità politica. La Giunta ha
dichiarato pubblici documenti che non erano ancora stati completati, ha
negato l’accesso agli atti ai consiglieri di opposizione, ha costruito scelte
su relazioni inesistenti. È evidente che la presidente Proietti non ha più
la fiducia né del Consiglio né di buona parte dei cittadini umbri.
L’approvazione di questa mozione di sfiducia rappresenta una scelta di
responsabilità, si tratta di difendere l’onore delle istituzioni. Si tratta
di difendere il diritto dei cittadini alla verità. Chiediamo con forza di
ridare dignità alle istituzioni umbre”.
Luca Simonetti (M5S): “Grazie a chi ha presentato questa mozione perché ci
consente, un’altra volta, di confermare la fiducia nella presidente Stefania
Proietti. Abbiamo approvato una manovra coraggiosa con convinzione, una
manovra responsabile e sicuramente necessaria. Oggi davanti a questa mozione
di sfiducia non possiamo che ribadire con ancora più forza la nostra stima,
il nostro rispetto e il nostro pieno appoggio alla Presidente, perché
sappiamo quanta dedizione, quanta competenza e quanta umanità mette ogni
giorno nel suo ruolo e sappiamo che il cammino intrapreso è quello giusto.
Dai cittadini abbiamo ricevuto un mandato chiaro, quello di ricostruire
un’Umbria più giusta, più inclusiva, più forte, ma dal volto umano. Non ci
siamo candidati per amministrare l’esistente, per correre dietro a voragini
debitorie strutturali, da sanare ogni anno con risorse trovate in modo
estemporaneo, ci siamo candidati per cambiare, per correggere errori
accumulati nel tempo, per rimettere insieme i pezzi che erano stati
abbandonati. Questa fiducia che oggi ribadiamo non è un fatto formale, è
una scelta di campo, è una scelta di futuro. L’Umbria che abbiamo trovato
non è semplicemente in difficoltà nei conti pubblici, è ferita nel suo
tessuto sociale, nella sanità nei servizi, nella fiducia tra i cittadini e
le istituzioni. Abbiamo trovato comunità e territori abbandonati,
disuguaglianze cresciute in silenzio. Una regione dove i giovani imparano a
non aspettarsi niente dal futuro è una regione morta e l’Umbria purtroppo
stava su quella strada. Per questo abbiamo scelto di iniziare un percorso
diverso, non solo numeri in ordine, ma persone rimesse al centro. La manovra
che abbiamo approvato non è solo un atto tecnico, ma l’inizio di una nuova
stagione. Con il nuovo piano sanitario regionale vogliamo dare un’impronta
chiara: una sanità pubblica territoriale accessibile, costruita ascoltando
chi vive ogni giorno dentro gli ospedali, nei distretti e nelle case delle
persone. E lo stesso vale per il piano sociale. Non più decisioni calate
dall’alto, ma una progettazione vera, condivisa e partecipata come sta
facendo l’assessore Barcaioli. Sappiamo che senza un forte tessuto sociale,
senza reti di comunità, senza ascolto nessuna manovra sarà mai sufficiente.
Ecco perché la fiducia nella Presidente oggi si rafforza, non si
indebolisce. Perché non è solo fiducia nella gestione, è fiducia in una
visione che vuole ricostruire una regione con e per le persone. Noi
continuiamo il nostro cammino con serenità perché vogliamo essere giudicati
per quello che faremo in cinque anni. Il nostro compito non è facile, non
era facile ieri e non sarà neanche domani. Siamo chiamati a prendere
decisioni responsabili, a volte difficili, ma è il modo migliore per
rispettare chi ci ha dato fiducia. Abbiamo scelto di non nascondere la
verità ai cittadini, abbiamo scelto di dire con chiarezza dove sono i
problemi e abbiamo scelto di intervenire. Abbiamo messo al centro la difesa
della sanità pubblica, abbiamo avviato un vero percorso di riforma sociale,
abbiamo scelto di costruire e di non rincorrere il consenso, questo è solo
un inizio. Nei prossimi mesi costruiremo insieme ai territori un modello di
welfare basato sui bisogni reali delle persone con piani personalizzati,
progetti di vita e con servizi accessibili. Lavoreremo per rendere la sanità
davvero un diritto e non un privilegio. Continueremo a coinvolgere, ad
ascoltare e a rendere i cittadini protagonisti delle scelte. Non stiamo
amministrando solo il presente, stiamo progettando il futuro”.
Matteo Giambartolomei (FDI): “Sono sconcertato da quanto accaduto
relativamente alla manovra fiscale. Vorrei capire, presidente Proietti, il
suo governo da che cosa sarà mosso nei prossimi anni, se da spirito
cristiano o solo asservimento alla politica. È stata fatta una conferenza
stampa fornendo dati utili allo scopo politico, pur sapendo di dare dati
falsi. Sapeva che i dati della Kpmg erano altri, che c’era dell’altro
rispetto a quanto mostrato ai giornalisti. Ecco perché parliamo di falsità
e di inganno, comprendendo l’ipotesi di commissariamento sbandierata. E tra
le falsità vi sono anche quelle dette a proposito della precedente giunta
regionale il cui lavoro è stato infangato. Non è corretto raccontare dati
parziali, non è vero che la manovra fiscale era finalizzata a coprire un
buco della sanità, ci sono altri scopi da perseguire. È legittimo fare
scelte di governo anche impopolari come una manovra fiscale, che per molti
però è un danno serio, ma non possiamo scaricare la colpa su altri. Forse
è politicamente strategico ma moralmente è solo da condannare. Poi, da
cristiano come lei, mi chiedo come gestirà le tematiche del fine vita e
altri argomenti che contrastano i suoi principi culturali, che ben conosco.
Come pensa di andare avanti, si rende conto che quei principi cristiani che
dovrebbero ispirare tanto lei quanto anche me non collimano con le questioni
che dovrà affrontare? L’unica cosa che vorrei chiederle è di ritrovare
quello spirito cristiano che certo non le manca”.
Nilo Arcudi (TPUC): “Questa è una giornata che non auspicavamo, siamo
stati obbligati a fare questo percorso, vista questa esperienza politica
molto deludente. L’istituzione che rappresentiamo deve venire prima di
tutto, prima della propria appartenenza politica e degli obiettivi da
raggiungere, dobbiamo usare trasparenza, correttezza e onestà e ciò non sta
accadendo. Sulla gestione delle cose accadute, che hanno portato alla manovra
fiscale, si ravvisano opacità e incertezza volute riguardo alla scelta di
aumentare le tasse, che è invece legittima. Il 18 marzo scorso è partita
una campagna di comunicazione fallimentare: si è parlato di un buco di
bilancio di 243 milioni accertato da un ente di parte terza, di cui non si è
fatto il nome, e tale buco ci obbligherebbe alla manovra fiscale. Ma il buco
non è di 243 milioni, quindi la premessa è falsa. Se si parte dicendo cose
non vere poi il clima che si crea è questo. Abbiamo chiesto di avere la
relazione del soggetto terzo e, a oggi, 29 aprile, ancora non c’è,
nonostante la nostra occupazione dell’Aula per avere risposte. Il
commissariamento è un’ipotesi del tutto infondata. Kpmg è in giro per
l’Umbria da mesi, poi scopriamo che l’incarico viene affidato solo a fine
marzo. Si perde credibilità. Il deficit è di 34 milioni di euro ma
continuate con azioni di allarmismo paventando il rischio commissariamento e
non citate quel dato che smentisce l’emergenza. Tutta la campagna di
comunicazione è sul buco di bilancio e sulla necessità della manovra, poi
nei vostri atti si dice che queste risorse serviranno in parte per la sanità
ma anche per molte altre cose. La narrazione iniziale è perciò del tutto
falsa. Anche i sindacati sono contrari alla manovra, come diverse forze di
sinistra, che vi criticano. L’ex presidente Marini, l’ex vicepresidente
Paparelli, il leader di Umbrialeft Stefano Vinti sono tutti in disaccordo.
Non siamo i soli a dire che questa manovra fiscale poteva essere evitata.
Questa fase iniziale della legislatura è veramente cominciata male. Resterà
la grande sfiducia degli umbri per quanto accaduto. L’antipolitica nasce
anche da questi comportamenti”.
Bianca Maria Tagliaferri (Ud – Pp): “La mozione esprime il punto di vista
dell’opposizione, che però non riesce a trovare validi motivi per proporre
la fine della legislatura. In questi primi mesi la presidente Proietti non si
è mai sottratta agli impegni e alle sfide. Nessuno vorrebbe fare una manovra
fiscale come questa, che però era necessaria e ineludibile. Era necessario
assumersi la responsabilità di avviare un nuovo percorso. La sanità umbra
nell’ultimo periodo è migliorata, si è riavviato il percorso per gli
infermieri, è stata aperta la casa di comunità a Ponte San Giovanni, sono
state reperite le risorse per il sostegno alla non autosufficienza. Alla
presidente deve essere consentito di lavorare in un clima di rispetto.
Servono apporti costruttivi e non proteste sterili”.
Andrea Romizi (FI): “Credo che i colleghi di maggioranza non abbiano colto
il senso della mozione di sfiducia. Questo atto non si basa sul mancato
raggiungimento di qualche obiettivo o sul disconoscimento della storia
politica della presidente. La mozione si basa sul modo in cui sono state
portate avanti alcune campagne. Non conta solo cosa verrà realizzato da
questa Giunta ma anche come. Fuori da quest’Aula ci troviamo spesso a
partecipare a convegni e incontri durante i quali ci ricordiamo anche del
come si fanno le cose, come si interloquisce con la cittadinanza e con i
corpi sociali. Molti di noi hanno sottoscritto la Carta di Avviso pubblico,
che indica all’amministratore di agire con trasparenza, obiettività e
correttezza. Perseguendo il confronto democratico, garantendo l’accesso dei
cittadini alle informazioni. Don Luigi Sturzo, nel 1957, ricordava che ‘la
finalità buona non giustifica mai la menzogna’, intesa come tendenziosità