
(AGENPARL) – Tue 29 April 2025 Ramelli, Castelli (FdI): ricordarlo è dovere per costruire libertà di tutti
“Stava cominciando la stagione degli “anni di piombo”, ma pochi se ne vollero accorgere. Eppure, quando si uccide un ragazzo di 18 anni, solo perché ha idee diverse dalle tue, vuol dire che il piombo ce l’hai nel cuore della tua militanza, intollerante e violenta. Dopo un’agonia di 47 giorni, il 29 aprile 1975 – 50 anni fa – moriva Sergio Ramelli, a 18 anni, vittima di una violenta aggressione sotto casa, colpevole solo di avere idee diverse da chi lo aveva massacrato. Sergio Ramelli era uno studente di Milano la sua “colpa”, agli occhi dei suoi assassini, era l’appartenenza politica – era aderente al Fronte della Gioventù, in quegli anni era più che sufficiente per autorizzare ogni tipo di dileggio e violenza – e un tema scolastico in cui aveva criticato le Brigate Rosse e la violenza politica. Dopo mesi di minacce, insulti e aggressioni, si arrivò all’agguato mortale. Un gruppo aderente ad Avanguardia Operaia lo uccise a colpi di chiavi inglesi. Oggi, ricordare Sergio significa testimoniare un impegno civile contro ogni forma di odio politico, difendere il diritto di ogni cittadino di esprimersi senza paura. A Sergio si sono ispirati tanti giovani che, negli anni, hanno scelto la via della militanza, della coerenza e della libertà. Anche io, nel mio percorso, ho sentito forte il peso di quella storia. Anche per questo, come ultimo atto da Sindaco di Ascoli Piceno, ho voluto intitolare a lui un piazzale della città: ricordarlo è un dovere di tutti i cittadini che vogliono la libertà. La tragica vicenda di Sergio e della sua famiglia è un pezzo di storia d’Italia con cui tutti devono fare i conti. Senza sconti: si può diventare ex terroristi, ma non si diventa mai ex assassini. Sergio Ramelli ci ricorda che nessuna idea vale la violenza, che serve tolleranza e rispetto e che la politica deve sapere ascoltare, non colpire. Bisogna ricordare, non dimenticare. Che la sua vicenda sia conosciuta, raccontata, insegnata. Perché mai più nessuno debba morire per un’idea. Sergio vive e vivrà nella coscienza civile di chiunque crede, combatte e costruisce la libertà propria e di tutti”.
Così in una nota il senatore di Fratelli d’Italia Guido Castelli, commissario straordinario al Sisma 2016.
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