
(AGENPARL) – Wed 19 March 2025 **Sanità diffusa e capillare: Giani in Casentino inaugura le case di
comunità di Stia e Poppi**
/Scritto da Walter Fortini, mercoledì 19 marzo 2025 alle 15:35/
Cresce e si rafforza l’assistenza sanitaria in Casentino, in provincia
Arezzo. Lo fa grazie al nuovo modello delle case di comunità,
‘evoluzione’ delle case della salute che già c’erano, ma anche in virtù
delle risorse investite sulle nuove tecnologie.
“Vogliamo offrire ai cittadini, e soprattutto agli anziani e ai malati
cronici che hanno bisogno di un’assistenza protratta nel tempo, servizi il
più possibile vicino a dove abitano, ovunque le persone abitino –
sottolinea il presidente della Toscana, Eugenio Giaini -. E’ la sfida della
telemedicina e della nuova sanità territoriale, una sanità ancora più
diffusa, e le strutture che stiamo aprendo dimostrano l’impegno che la
Regione sta profondendo su questo fronte”.
In Casentino il presidente Giani ha infatti stamani, mercoledì 19 marzo,
inaugurato ufficialmente le case della comunità di Stia e Poppi, strutture
aperte sei giorni su sette e dove ‘integrazione dei servizi’ (vista la
presenza di dodici medici di famiglia e di un pediatra) e
‘multidisciplinarietà’ sono le parole chiave, con la presenza a
rotazione di più specialisti. Dopo Stia e Poppi Giani si è recato
all’ospedale del Casentino a Bibbiena, presidio con pronto soccorso, per il
‘taglio del nastro’ di una nuova Tac all’avanguardia e di ultima
generazione, capace di restituire immagini ad altissima definizione per
esami di più organi ma anche vascolari, su cui sono stati investiti
complessivamente 358 mila euro.
“Questa sofisticata apparecchiatura è la dimostrazione – evidenzia Giani
– del nostro impegno concreto affinché tutti i territori e tutti i
cittadini abbiamo diritto alle stesse cure e, in questo caso, ad una
diagnostica di eccellenza. Per far vivere la Toscana diffusa è
fondamentale offrire servizi”.
I servizi nelle due case di comunità
Nella casa della comunità di Stia, al centro dell’abitato in piazza
Pertini, sono attivi otto ambulatori distribuiti su due piani. Ci sono
anche un punto prelievi, un ambulatorio infermieristico e uno spazio
destinato ai medici di continuità assistenziale. Nella casa di comunità
di Poppi, in via Nazario Sauro, gli ambulatori sono dieci, tra specialisti,
medici di medicina generale e pediatra, oltre ad un locale per la
continuità assistenziale. La coabitazione porta un evidente valore
aggiunto: in tutte e due le strutture infatti i medici di famiglia possono
confrontarsi periodicamente con lo specialista geriatra, neurologo,
pneumologo, cardiologo, nefrologo e diabetologo per una presa in cura
personalizzata dei propri pazienti. Un ruolo centrale è affidato
all’infermiere di famiglia e di comunità, che nell’assistere a domicilio
le persone rappresenta la sentinella di bisogni non solo sanitari ma anche
socio-sanitari e interfacciarsi dunque con l’assistente sociale del
territorio. Nelle due case di comunità funzionerà anche un servizio di
consultorio, delle dipendenze, della salute mentale, della prevenzione e il
Punto Unico di accesso, ovvero lo sportello che con i Punti Insieme già
presenti in tutti i comuni e presso il distretto di Bibbiena può
raccogliere e dare risposta ai bisogni sociali e sociosanitari dei
cittadini.
“Le case di comunità – riassume il presidente Giani – sono la vera
rivoluzione delle nostra sanità territoriale. Sono settantasette le
strutture in tutta la regione su cui abbiamo investito, con
ristrutturazioni o nuove edificazioni. La presenza all’interno di medici di
famiglia che fanno capo alla stessa aggregazione funzionale territoriale,
fa sì che se un cittadino non si trova il proprio medico avrà sempre chi
lo sostituisce. A questo si aggiunte la possibilità di avere, con le nuove
tecnologie, visite da remoto”. “In questo modo – conclude – le case di
comunità diventano un presidio sanitario che si integra con il sistema
ospedaliero offrendo la possibilità di trovare il servizio che dia
risposta al proprio bisogno di salute in paese o nel territorio, senza
ingolfare i pronto soccorso o sovraccaricare le liste di attesa, creando
punti di riferimento importanti come le eccellenze degli ospedali che la
nostra sanità può vantare”.
“Questa giornata di inaugurazioni dedicate al Casentino è molto
significativa perché unisce interventi in ambito ospedaliero e
territoriale – spiega Marco Torre, direttore generale della Asl Toscana sud
est -. Sta proprio qui, nella forte integrazione tra questi due ambiti,
ospedale e territorio, la modalità più virtuosa per assicurare
un’efficace presa in carico della popolazione del Casentino, in tutti i
suoi aspetti. Per il loro significato in termini di accessibilità e cura,
viviamo con grande orgoglio il potenziamento di queste strutture”.
“La nuova Tac appresenta un enorme passo avanti per la diagnostica
dell’ospedale del Casentino -afferma Alessio Cappetti, responsabile dello
stabilimento ospedaliero di Bibbiena-. L’obiettivo di questi investimenti
è garantire ai cittadini servizi più efficienti e una risposta più
tempestiva alle loro necessità sanitarie: esami più precisi e veloci,
nell’ottica di riduzione dei tempi di attesa e del miglioramento della
qualità del servizio per i pazienti”.
“Il Casentino è sempre stato un territorio all’avanguardia nella sanità
territoriale – commenta Marzia Sandroni, direttrice della Zona Distretto
del Casentino -. Le recenti normative ci spingono a fare un ulteriore passo
avanti con risposte di prossimità proattive, che vanno ad agire sul
rischio e non solo sulla patologia conclamata, ma anche con la presa in
cura multi professionale per le patologie a maggior prevalenza”.
“Essenziale – prosegue Sandroni – è la condivisione del percorso tra
specialisti, medici di famiglia, assistenti sociali e infermieri di
famiglia che, insieme, si prendono cura della salute delle persone che in
queste zone periferiche rischiano di essere penalizzate. Siamo di fronte ad
una sfida importante, che obbliga ognuno di noi a ripensare il proprio modo
di lavorare”.