
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Sen. Adolfo Urso, ha sottoscritto oggi il ‘non paper’ sulla chimica europea, assieme a Francia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Spagna, Ungheria e Paesi Bassi, dando vita all’Alleanza per il rilancio del settore chimico in Europa.
L’annuncio della sottoscrizione è stato dato da Urso nel corso di una videocall con il ministro francese dell’Industria e dell’Energia, Marc Ferracci, e con gli omologhi di Germania, Romania, Slovacchia, Belgio e Austria, in vista del Consiglio Competitività che si terrà domani a Bruxelles in cui si affronterà sia la revisione del CBAM, sollecitata dall’Italia con un ‘non paper’ insieme con la Polonia, sia le iniziative settoriali per la Chimica, in cui si illustrerà il nuovo documento sottoscritto oggi.
“L’Europa non può fare a meno della chimica di base, che rappresenta il pilastro di ogni filiera industriale”, ha dichiarato il ministro Urso. “Oggi ci troviamo di fronte a un paradosso: produrre in Europa è spesso meno conveniente che importare prodotti chimici dall’estero. Questa tendenza va invertita. Dobbiamo rilanciare la competitività del nostro sistema industriale, accompagnando la transizione green con pragmatismo e determinazione. È questo l’impegno preso anche ieri al Tavolo Versalis, con le organizzazioni sindacali e le Regioni interessate. Difendere la capacità produttiva europea significa rafforzare l’autonomia strategica del nostro continente nella transizione green, un obiettivo che noi condividiamo, come dimostra anche il piano di riconversione industriale dell’azienda dell’Eni”.
Il documento sottoscritto oggi chiede alla Commissione europea di realizzare un “EU Critical Chemicals Act” che, analogamente al “Critical Raw Material Act”, definisca una lista di molecole strategiche per i settori della chimica e le industrie collegate (automotive, edilizia, farmaceutica, agroalimentare, green tech), riconoscendo anche la criticità di quelle con forti squilibri commerciali e dipendenza da paesi extra-UE. Si suggeriscono poi misure di incentivazione, modernizzazione e decarbonizzazione degli impianti esistenti, oltre a interventi per il reshoring delle produzioni perdute. Inoltre, si sottolinea la necessità di incentivare l’innovazione e la ricerca di alternative sostenibili e lo sviluppo di nuove piattaforme produttive (biocarburanti, bioplastiche, riciclo della plastica, batterie), garantendo l’accesso competitivo alle materie prime essenziali.
La firma del documento segue il recente ‘non paper’ sulla siderurgia europea, firmato da Urso a Parigi il 27 febbraio scorso insieme a Francia, Belgio, Lussemburgo, Romania, Slovacchia e Spagna, con l’obiettivo di contrastare la concorrenza sleale dei Paesi extra UE e contenere i costi energetici, considerati un ostacolo alla sostenibilità del comparto.
Oltre alla situazione dell’industria chimica europea, domani al Consiglio Competitività dell’UE di Bruxelles si discuterà della revisione del Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM). Il tema è stato inserito nell’agenda ufficiale su iniziativa italiana, in continuità con il ‘non paper’ presentato lo scorso dicembre dall’Italia e firmato da Austria, Bulgaria, Polonia, Grecia e Cipro, per garantire che la decarbonizzazione dei settori ad alta intensità energetica particolarmente esposti al commercio internazionale, quali siderurgia, chimica, alluminio e cemento, sia sostenibile dal punto di vista produttivo per competere ad armi pari con i Paesi extra-UE, anche al fine di contrastare la delocalizzazione. I Ministri affronteranno, inoltre, i contenuti del Clean Industrial Deal per la decarbonizzazione e il rilancio delle industrie europee.