
(AGENPARL) – gio 09 gennaio 2025 *COMUNICATO STAMPA*
*Giudici (Uritaxi): “Le proposte Antitrust sul settore taxi e ncc vanno
contro l’interesse generale”*
Firenze, 9 gennaio 2025 – “Le proposte dell’Antitrust sul settore taxi e
ncc non tengono conto della vera situazione del settore,ma sono vittime
della narrazione stereotipata che vari portatori d’interesse e opinionisti
offrono. Non esiste infatti *nessuna ‘carenza strutturale’ di servizi taxi
e ncc* se si fuoriesce da “analisi” che considerare superficiali sarebbe un
eufemismo, fondate sul “c’è la coda”. In questi mesi, c’è in effetti una
gran coda, ma di taxi inefficientemente fermi ai posteggi. E d’altra parte,
un approccio scientifico centrato su indagini demoscopiche (Lab 21.01,
2024) ci offre un* gradimento generale del servizio taxi dell’84%*, con
tempi di attesa entro i sei minuti dalla chiamata/ricerca per l’86% degli
intervistati, dove il 73% di questi considera il servizio taxi italiano
migliore di quello estero. Proprio come la recentissima indagine di Acos,
l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma
Capitale, che ha rilevato un gradimento dell’89% degli intervistati in
merito ai taxi di Roma”, è quanto afferma* Claudio Giudici, presidente
nazionale Uritaxi*.
“Non si capisce dunque *perché si dovrebbe avere un ‘sostanziale
ripensamento’ *di una normativa che regola un settore che ha questi indici
di gradimento, e che dunque dimostra di aver saputo tener ‘conto
dell’evoluzione tecnologica e delle caratteristiche della domanda’. Così
come ‘l’ampliamento del perimetro geografico di operatività dei vettori
taxi e ncc”, proposto dall’Antitrust, andrebbe a totale nocumento delle
comunità meno centrali e meno rinomate, che invece la natura locale dei
servizi, per la vicinanza con la comunità, consente di garantire. Ci pare
che certe proposte – prosegue Giudici – *non vadano nella direzione
dell’interesse generale, quanto di quello particolare di precisi interessi.*
Infondato è considerare da rivedere la vigenza dell’appena pubblicato
registro elettronico ncc e taxi (Rent), perchè dichiarata l’illegittimità
costituzionale dell’art. 10-bis, comma 6, del decreto-legge 14 dicembre
2018, n. 135, che impediva l’emissione di nuove autorizzazioni ncc fino
all’entrata in vigore dello stesso. *Il Rent infatti è un censimento degli
operatori taxi e ncc che prima arriva e prima lo stato centrale uscirà
dall’imbarazzo ultra-decennale di non sapere quanti siano gli operatori del
trasporto pubblico non di linea in Italia*. Dunque, che siano accelerate il
più possibile le attività amministrative volte a rendere effettiva la
‘geografia’ ricostruita dal Rent”.
Inoltre, secondo il presidente nazionale Uritaxi, “*non è condivisibile**
la proposta dell’Antitrust di rimozione graduale delle barriere all’entrata*,
in contraddizione rispetto ad istanze socialmente sensibili come la
sicurezza stradale e quella dei trasportati, ancor più di sesso femminile”.
Infine, “anche la richiesta dell’eliminazione del tempo minimo di attesa
per i vettori ncc prevista dall’appena pubblicato decreto interministeriale
226/2024, è un non senso, se si vuole mantenere la specificità tra il
settore taxi e quello ncc. Questi ultimi, infatti, dovrebbero acquisire i
servizi esclusivamente dalla rimessa, se non si vuole rifinire sotto
un’attività di piazza con condizioni di favore e quel limite è volto a dare
una garanzia minimale affinchè ciò avvenga. Ed infatti, giusto è invece il
riferimento che l’Antitrust fa alla *specificità dei due settori*, taxi e
ncc, che però non può tradursi, se si vuole un giusto mercato, in proposte
che di fatto farebbero operare con regole di favore ncc (e le
multinazionali che li usano) a tariffa libera e taxi a tariffa vincolata.
Questo, infatti, sarebbe di fatto *l’istituzionalizzazione di forme di
concorrenza sleale tra operatori differenti”.*