
(AGENPARL) – mer 02 agosto 2023 ARCHIDIOCESI DI PERUGIA-CITTA’ DELLA PIEVE
U.S.Di. – UFFICIO STAMPA DIOCESANO
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COMUNICATO STAMPA N° 3834 – mercoledì 02 agosto 2023
Alla cortese attenzione della redazione
Le testimonianze perugine dalla GMG, in attesa di papa Francesco, dopo la settimana di “gemellaggio”. «Abbiamo incontrato una Chiesa profetica, dove si sperimenta Amore e Carità , a misura di giovani»
È stata una entusiasmante e arricchente esperienza di “gemellaggio”, quella vissuta dai 405 ragazzi e ragazze dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve con i loro coetanei della Diocesi portoghese di Aveiro (24-31 luglio), condividendo momenti di preghiera e di aggregazione anche con cubani e spagnoli. Attualmente si trovano a Ericeira, vicino Lisbona, in attesa di incontrare papa Francesco insieme a tutti i giovani provenienti da 200 Paesi. I media ecclesiali umbri, il settimanale La Voce e l’emittente Umbria Radio InBlu, sui loro social e siti, aggiornano quotidianamente quanti non sono a Lisbona.
Un segno dell’Umbria. «A Ericeira, una delle località con le spiagge più belle del Portogallo – racconta don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale giovanile – siamo stati accolti con una messa internazionale dove don Marcello Cruciani, in rappresentanza della Pastorale giovanile umbra, ha donato alla locale comunità parrocchiale un crocifisso di San Damiano, segno della nostra Regione Ecclesiastica».
GMG, segno profetico. «Durante il “gemellaggio” – commenta don Luca – abbiamo trovato tante differenze e cose simili alle nostre nella vita ecclesiale e comunitaria portoghese, con comunità parrocchiali vive e giovani, piccole e grandi. Il nostro gruppo è stato ospitato da famiglie di una parrocchia con 1.100 abitanti dove non c’era il parroco, ma che con l’attenzione dei laici si è mobilitata affinché ciascuno di noi avesse il meglio. I nostri ragazzi, anche se hanno faticato nello scoprire qualcosa di diverso da loro, sono partiti con la meraviglia e il bello di quello che hanno ricevuto. Anche noi sacerdoti ci siamo trovati sulle spalle uno zaino più pesante rispetto a quello con cui eravamo partiti da casa. Uno zaino non solo più carico di emozioni ed esperienza, ma perché ci hanno offerto tanto. Abbiamo notato comunità benedette dal Signore con una forte caratterizzazione, quella di sapere testimoniare il bello dello stare nella Chiesa facendola scoprire agli altri, uno dei segni profetici che Giovanni Paolo II ha voluto indicare con le GMG».
“Adottati” come figli e fratelli. «Interessante anche l’esperienza vissuta dai nostri giovani nelle famiglie – prosegue don Luca -, che li hanno “adottati” per una settimana. Anche noi preti siamo stati accolti in casa come figli e fratelli, facendoci spazio e dimostrando che l’accoglienza, la possibilità di fare entrare qualcuno nella propria vita scomodandosi in qualche maniera sono capaci di produrre per tutti gioia, felicità e relazioni significative». In sintesi è un po’ quanto è emerso dai racconti dei giovani che proponiamo di seguito.