
(AGENPARL) – lun 11 marzo 2024 Nelle dighe della Basilicata mancano 117 milioni di mc di acqua : Distefano
(Cia-Anbi), occorre subito una verifica del piano irriguo per monitorare
fabbisogni ed esigenze
Ad oggi nelle dighe della Basilicata mancano 117 milioni di mc di acqua di
cui 85 milioni mc solo nell’invaso di Montecotugno-Senise e 26 milioni mc a
San Giuliano anche se, come registra l’ Osservatorio ANBI (Associazione
Nazionale Bonifiche ed Impianti Irrigui), in una settimana in regione i
volumi invasati sono aumentati di oltre 20 milioni di mc. A riferirlo è
Donato Distefano (Cia), componente dell’esecutivo nazionale Anbi che
aggiunge: “ resta uno scarto di quasi 118 milioni di mc nel rapporto con lo
stesso periodo dell’anno scorso. In questa situazione – afferma – occorre
subito una verifica del piano irriguo per monitorare fabbisogni ed esigenze
degli areali a produzione intensiva di pregio, sulla scorta delle
prenotazioni avanzate e delle eventuali esigenze per le seconde colture”.
Distefano rilancia la proposta della redazione di piani per le aree ad
agricoltura intensiva e irrigue, partendo dalla ottimizzazione e
l’efficientamento dei sistemi di accumulo e distribuzione della risorsa
idrica, favorendo il recupero dei reflui e delle acque di vegetazione. Si
tratta di privilegiare il completamento di opere e infrastrutture destinate
all’asservimento di nuovi areali quali il distretto G dell’area bradanica o
quelle dell’alta Valle dell’Agri,(diga di Marsiconuovo) dell’Alto
Vulture/Lavellese (diga del Rendina) e la realizzazione di interconnessioni
fra gli schemi idrici lucani (Basento/Bradano,Agri/Sinni, Sarmento/Sinni).
La fotografia scattata dall’Osservatorio Anbi testimonia la necessità di
adattare i territori alla nuova fase climatica, dotandoli delle necessarie
infrastrutture per calmierare l’estremizzazione degli eventi atmosferici,
dall’alluvione alla siccità. “Servono investimenti nella programmazione
idrica per garantire produzione e redditività all’agricoltura” ha ribadito
Francesco Vincenzi, Presidente
*ANBI. *Secondo il C.N.R. (Consiglio Nazionale Ricerche), Febbraio si è
chiuso al Nord con l’anomalia di temperatura a +3,64°, al Centro +2,85°,
mentre al Sud +2,56°; Febbraio 2024 è stato il più caldo di sempre al Nord
ed al Centro, mentre al Sud è al secondo posto. In Italia, l’inverno
meteorologico che si è appena concluso (se mai è iniziato), è stato il più
caldo della storia, con un’anomalia trimestrale di +2,16°. Le
precipitazioni dell’ultima decade del mese scorso sono riuscite, ma solo al
Nord, a stabilizzare un bilancio idrico negativo, soprattutto a causa della
rapida fusione del già scarso manto nevoso, dovuto alle alte temperature.
Al Sud, le piogge di questi giorni, localmente anche violente, non sono
sufficienti a ripianare un grave deficit idrico, consolidatosi in oltre
sette mesi di siccità.
“A leggere i dati di questa settimana – ha commentato Massimo Gargano,
Direttore Generale *ANBI *– si preannuncia un’estate difficile per il Sud
Italia. Sarebbe, però, un errore considerare superata l’allerta siccità,
presente fino a pochi giorni fa anche in altre zone del Paese: non
cambiando sostanzialmente la situazione infrastrutturale, resta infatti
marcata la fragilità idrica di alcuni territori dipendenti quasi
esclusivamente da un andamento meteo, di cui la crisi climatica accentua
gli estremi: pur essendo migliorata la disponibilità d’acqua, persistendo
temperature largamente superiori alla norma, basteranno, come già accaduto,
settimane prive di piogge significative per riproporre condizioni di
sofferenza idrica. In quei momenti rimpiangeremo l’enorme ricchezza, che
stiamo lasciando defluire inutilizzata in mare.”