
(AGENPARL) – mer 28 febbraio 2024 24 a2024
Verona, 28 febbraio 2024
Ricerca e sviluppo della chirurgia robotica nei diversi ambiti
Unità Operativa di Chirurgia Generale ed Epatobiliare
Nella chirurgia del fegato è oramai consolidato il ruolo della chirurgia mini-invasiva che ha dimostrato dei vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale, con una riduzione delle complicanze a parità di risultati oncologici. L’impiego dei robot rappresenta una delle maggiori innovazioni degli ultimi due decenni ed è un ulteriore miglioramento tecnologico che permette un ampliamento delle indicazioni nella chirurgia mini-invasiva.
L’Unità Operativa di Chirurgia Generale ed Epatobiliare diretta dal Prof Andrea Ruzzenente è da un decennio tra i leader nazionali e internazionali nella chirurgia mini-invasiva del fegato. Con oltre 700 resezioni epatiche effettuate per via laparoscopica e robotica é attualmente il secondo centro in Italia per volume di attività e ha consolidate collaborazioni scientifiche internazionali.
Oggigiorno nel nostro centro oltre il 60% dei pazienti sono sottoposti ad interventi chirurgici sul fegato con metodiche mini-invasive, con un sostanziale miglioramento della decorso postoperatorio e un più rapido ritorno alla normale vita quotidiana.
Assieme alla attività clinica, si accompagna una intensa attività di ricerca finalizzata al miglioramento dei risultati grazie alle nuove tecnologie di pianificazione degli interventi che sfruttano le più innovative tecnologie di simulazione e stampa 3D.
Nella nostra unità operativa anche altri ambiti della chirurgia generale si giovano dell’approccio robotico.
In particolare, oltre l’80% di tutta la attività chirurgica colon-rettale nel nostro centro, coordinata dal Prof Corrado Pedrazzani, viene effettuata con tecniche mini-invasive.
La chirurgia robotica è un ulteriore passo nella direzione della mini-invasività con un impatto sostanziale sui risultati oncologici e funzionali.
Chirurgia Generale e del Pancreas
La chirurgia robotica e mini-invasiva ha segnato un punto di svolta nel panorama sanitario, dimostrando risultati straordinari attraverso un approccio all’avanguardia e altamente efficace. Dal 2015 l’equipe della Chirurgia Generale e del Pancreas, diretta oggi dal Professor Roberto Salvia, ha completato con successo oltre 600 resezioni chirurgiche pancreatiche utilizzando tecniche robotiche e mini-invasive. Questo traguardo rappresenta un passo significativo verso l’elevazione degli standard di cura e l’ottimizzazione dell’esperienza chirurgica per i pazienti.
“La chirurgia robotica e mininvasiva pancreatica offre numerosi vantaggi ai pazienti,” spiega il Professor Salvia, “rispetto alla chirurgia tradizionale a cielo aperto, in pazienti selezionati, che rappresentano però circa il 25-30% del totale, permette incisioni più piccole, minore perdita di sangue, minor dolore postoperatorio, minori complicazioni post-operatorie, una degenza ospedaliera più breve e un ritorno più rapido alle normali attività quotidiane.”
Questi risultati sono stati confermati attraverso un corpus di oltre 50 pubblicazioni scientifiche validate, che evidenziano l’efficacia, la sicurezza e l’efficienza di queste pratiche innovative. Queste pubblicazioni, frutto di ricerche rigorose e approfondite, sono state condotte anche tramite importanti collaborazioni internazionali e hanno contribuito a consolidare il ruolo della chirurgia robotica anche in campo pancreatico.
Come in altri aspetti della chirurgia, è solo grazie alla squadra che si riescono ad ottenere risultati eccellenti e l’équipe di Verona è oggi, dopo un percorso di oltre dieci anni di crescita, tra le più esperte al mondo in questo campo.
“L’esperienza accumulata in questi anni, con oltre 600 interventi, ci ha permesso di perfezionare la tecnica e di ottenere risultati eccellenti in termini di sopravvivenza e qualità di vita dei pazienti,” afferma il Professor Salvia.
L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona è un Centro di riferimento nazionale e internazionale per la chirurgia pancreatica.
L’équipe del Professor Salvia è impegnata nella ricerca e nella formazione di nuovi chirurghi, per diffondere questa tecnica innovativa e migliorare la cura e l’accesso alle migliori opzioni di trattamento disponibili dei pazienti con tumore al pancreas.
Con la costante ricerca di innovazione e l’attenzione al benessere dei pazienti, l’equipe della Chirurgia del Pancreas è impegnata in tutti gli ambiti della chirurgia moderna e a migliorare la qualità della vita delle persone.
Urologia: il settore storico del robot in sala operatoria
L’expertise dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata nella chirurgia robotica è di lungo corso, cominciata nel 2019 a Borgo Trento. Da allora, in cinque anni, gli interventi sono più che raddoppiati con + 110%. Questa tecnologia interventistica mininvasiva ha collocato Aoui nel settore degli Alti volumi: 261 nel 2019, 385 nel 2020, 405 nel 2021, 455 nel 2022 e 555 nel 2023.
Il settore “storico” del robot in sala operatoria è l’Urologia, diretta dal prof Alessandro Antonelli, che con 386 interventi nel 2023 si conferma il principale esperto e utilizzatore delle piattaforme, oltre alla prostectomia radicale, il robot viene usato in urologia per la cura delle neoplasie renali, per la cistectomia con neovescica e per gli interventi ricostruttivi. Inoltre, da aprile 2023 Verona ha avviato lo studio clinico comparativo fra le tre piattaforme disponibili sul mercato, finora mai utilizzate in contemporanea nella stessa struttura ospedaliera. Attualmente sono state testate sulla prostatectomia radicale con ottimi risultati, e ora verrà fatto altrettanto per gli interventi renali.
La considerevole dotazione di piattaforme robotiche di Borgo Trento, due DaVinci, un Hugo e un Versius ha permesso di consolidare un’esperienza più che decennale di impiego della robotica per tutti gli interventi urologici più complessi, riducendo al minimo i casi trattati con chirurgia tradizionale, ma soprattutto permettendo di abbattere i tempi di attesa per i pazienti che devono essere sottoposti a chirurgia robotica.
Chirurgia robotica trans-orale in Otorinolaringoiatria, Tors
La chirurgia robotica in Otorinolaringoiatria prevede l’utilizzo dell’apertura del cavo orale come via di accesso dei due bracci meccanici snodati che replicano il movimento delle mani del chirurgo (possono essere dotati di una serie di strumenti necessari all’intervento) e del terzo braccio che supporta una telecamera 3D.
Tutti e tre i bracci vengono manovrati dal chirurgo attraverso una consolle fisicamente distante dal paziente. La chirurgia robotica transorale (TORS) consente l’asportazione di lesioni tumorali benigni e maligni localizzati in aree della regione testa-collo di difficile accesso ed esposizione, come per esempio la base della lingua e la regione ipofaringo-laringea. Queste due aree, insieme ad altre regioni dell’orofaringe (palato molle, regione tonsillare, parete posteriore dell’orofaringe), rappresentano i principali siti anatomici nei quali viene utilizzata la chirurgia robotica transorale. La chirurgia robotica viene inoltre utilizzata in caso di patologie “benigne” come la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS).
I pazienti che soffrono di Apnee Ostruttive del Sonno presentano frequenti episodi notturni di apnea dovuti a un’ostruzione delle vie aeree superiori.
In pazienti selezionati, la resezione di vario grado della tonsilla linguale situata sulla base della lingua, della tonsillotomia palatale e la plastica del palato molle tramite TORS può rappresentare una valida alternativa alla ventilazione meccanica a pressione positiva (CPAP) o ad altri interventi chirurgici, per migliorare la qualità della vita dei pazienti, riducendo il numero di apnee notturne.
I vantaggi della metodica chirurgica Robotica sono notevoli:
L’utilizzo di ottiche anche angolate all’interno della bocca del paziente consente una perfetta illuminazione ed ingrandimento delle regioni atomiche consentendo al chirurgo di vedere meglio anche le zone più nascoste e, quindi, di intervenire con maggiore precisione;
Le due “mani” miniaturizzate consentono di effettuare tutti i movimenti fatti dal chirurgo all’esterno in una zona molto ristretta come quella del cavo orale e ipofaringe;
L’utilizzo di ottiche angolate la robotica consente anche una visione inclinata e, quindi, può eseguire molte più manovre;
Possono essere raggiunte zone inaccessibili alla chirurgia tradizionale, senza passare attraverso il collo, con conseguenze molto positive in termini di tempi di ripresa del paziente, di complicanze post-operatorie e cicatrici;
È una tecnica molto meno invasiva rispetto a quella tradizionale, che permette ai pazienti un più rapido recupero della deglutizione e della capacità di parlare.
Impatto della chirurgia robotica sulla pratica clinica della Ginecologia