
(AGENPARL) – lun 04 dicembre 2023 Acciaio green: oltre il 96% del rottame per la produzione nazionale da
economia circolare proviene da Italia e UE
Milano, 4 dicembre ? In occasione delle interrogazioni parlamentari presso
la Camera dei Deputati dello scorso 29 novembre, si è tornato a parlare di
esportazione di rottami ferrosi in relazione alle esigenze della siderurgia
nazionale, che utilizza il rottame come materia prima per la produzione di
acciaio. ASSOFERMET, l?Associazione che rappresenta il recupero e riciclo di
rottami metallici, sottolinea che i dati pubblici a disposizione dimostrano
l?ampia disponibilità di rottame ferroso per gli impianti siderurgici del
nostro Paese. Nel 2022, anno sul quale sono interamente disponibili i dati,
su un totale di poco più di 19 milioni di tonnellate di rottame ferroso
consumato a livello nazionale (Fonderie di Ghisa comprese), quasi 12,5
milioni sono stati ricevuti dalla raccolta nazionale. Considerando che circa
4,5 milioni di tonnellate sono pervenute da Paesi membri dell?Unione
europea, soltanto il 3,2% del rottame ferroso consumato in Italia è stato
importato da Paesi Extra-UE (607.000 tonnellate). È quindi evidente che la
disponibilità di rottame sul territorio nazionale è sempre stata inferiore
alla quantità complessivamente richiesta dalla nostra efficiente siderurgia:
tuttavia, non è possibile parlare di una situazione di emergenza nella
produzione di acciaio, dal momento che il mercato UE continua a essere una
fonte strategica e consolidata di continuo approvvigionamento. Nel
territorio dell?Unione europea, infatti, la disponibilità di rottame ferroso
è particolarmente ampia, come dimostrano le 17,7 milioni le tonnellate di
rottame ferroso in eccesso esportate verso Paesi Extra-UE nel 2022, per via
del mancato assorbimento interno UE.
Per quanto riguarda l?esportazione di rottame dall?Italia, nel corso delle
interrogazioni parlamentari sarebbe emerso che l?Italia è al 22° posto fra i
Paesi che esportano rottame ferroso a livello mondiale. Tutti i più recenti
dati dimostrano quanto l?export sia un fenomeno estremamente marginale e
secondario nel mercato italiano del rottame ferroso: nel periodo
gennaio-agosto 2023 sono state esportate verso Paesi Extra-UE poco più di
solo 387 mila tonnellate. Si tratta di numeri che dimostrano in ampia misura
e senza ombra di dubbio che l?esportazione di rottame non danneggia in alcun
modo le esigenze della siderurgia nazionale, privandola di una preziosa
risorsa.
Il quadro così delineato evidenzia pertanto che, a differenza di quanto
emerso nel corso dell?interrogazione parlamentare, l?esportazione di rottame
ferroso non può essere correlata o chiamata in causa con riferimento al
rischio di una possibile fermata delle acciaierie per presunti problemi di
approvvigionamento. Se è vero che stiamo assistendo a un periodo di
riduzione della produzione di acciaio sul territorio nazionale (Gen. – Ott.
2023 – 3,4% rispetto al medesimo periodo del 2022), è quindi altrettanto
certo che questa diminuzione non è in nessun caso imputabile alla mancanza
di disponibilità di rottame, ma a motivi ben diversi, noti agli addetti del
settore. La siderurgia si è sino ad ora trovata di fronte a una domanda di
acciaio in calo e a costi di produzione in risalita, in particolare costi
energetici. Nel corso dell?anno il prezzo del rottame ha registrato
principalmente delle riduzioni e la disponibilità è stata sostanzialmente
buona: non può perciò giustificare il calo della produzione del 2023, che ha
ragioni profonde, principalmente legate alla congiuntura economica negativa.
Filippo Tamietti
Responsabile Comunicazione
http://www.assofermet.it
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