
(AGENPARL) – mer 22 novembre 2023 Bilancio positivo per il 1° Forum regionale del tartufo bianco e nero
Formazione professionale per ristoratori, cavatori e associazioni di tartufai, divulgazione scientifica per scuole e ordini professionali, promozione culturale ed enogastronomica per attrarre consumatori e appassionati di tartufo lucano. Si è chiuso con ottimi risultati in termini di partecipazione di pubblico e di addetti ai lavori il 1° Forum regionale del tartufo bianco e nero ospitato a Potenza, in Largo Pignatari, dal 19 al 21 novembre 2023.
“Sono molto orgoglioso della riuscita di questo primo appuntamento dedicato all’oro sotterraneo che cresce nei boschi lucani – dichiara Alessandro Galella, assessore regionale alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali della Regione Basilicata – grazie anche alla collaborazione con il Centro Studi Nazionale sul Tartufo di Alba e con l’Alsia, Agenzia Lucana per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura, con cui abbiamo puntato i riflettori sulle dinamiche che interessano la tartuficoltura lucana.
Tra le novità più rilevanti, per favorire il posizionamento regionale tra i luoghi nazionali di produzione di tartufo, l’adesione della Regione Basilicata all’Associazione Nazionale Città del Tartufo, seconda Regione dopo il Molise a entrare nella rete dei territori per sintetizzare tre vocazioni: produzione del tartufo, commercializzazione e promozione turistica, rendendo sinergico lo sviluppo del territorio e consolidando un rapporto di qualità con il consumatore. Infatti, sembra non azzardato affermare – continua Galella – che, secondo i dati in nostro possesso, in Basilicata, il comparto tartuficolo rappresenti un settore produttivo di dimensioni ragguardevoli per l’economia regionale, perché in grado di movimentare annualmente dai 12 ai 16 Milioni di euro che potrebbero potenzialmente raggiungere e superare i 17-20 Milioni di euro. È evidente la necessità di uscire dalla nebulosa che caratterizza il comparto e professionalizzare sempre di più tutti gli operatori della filiera. Considerevole è il numero di raccoglitori, di associazioni di tartufai che possono crescere, adattandosi ai criteri richiesti dall’Europa, per consentire una maggiore produzione sostenibile, la tracciabilità del tartufo lucano e quindi la costruzione di una microfiliera competitiva in grado di ottenere risorse rivenienti anche dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale. A ciò si aggiunge che lo sviluppo delle aree interne e l’attrazione turistica dei luoghi possono essere incentivate anche e soprattutto dal tartufo che cresce nel nostro territorio. Sono sicuro – conclude Galella – che favorirebbe anche l’arrivo di tanti amanti dell’enogastronomia considerando l’alta domanda estera e nazionale che alimenta la domanda informale di tartufo, generando valore aggiunto attraverso l’intera filiera”.