
(AGENPARL) – gio 09 novembre 2023 Care e cari,
le équipe di MSF che operano oltre il confine nel Ciad orientale, stanno registrando un notevole aumento del numero di persone in fuga dal Sudan, tra loro soprattutto donne e bambini.
“Nei primi tre giorni di novembre circa 7.000 rifugiati sudanesi hanno attraversato il confine, un numero superiore all’intero mese precedente”dichiara Stephanie Hoffmann, coordinatrice di MSF ad Adré in Ciad,
Tra le testimonianze di pazienti MSF, quella di una madre di quattro figli che è fuggita da El Geneina dopo che la casa di sua sorella è stata bombardata e la sua, accanto, è andata a fuoco, o quella di uomo che viaggiava in un gruppo di 16 persone, tutte uccise, mentre lui si è salvato fingendosi morto.
In un paese che sta già affrontando molteplici crisi umanitarie, la risposta è ancora inefficace. MSF chiede un aumento degli aiuti e che sia garantito l’accesso ad acqua, cure e cibo.
> QUIalcune FOTO delle attività di MSF al confine.
Grazie per la vostra attenzione,L’Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere
– COMUNICATO STAMPA MEDICI SENZA FRONTIERE –
Sudan, MSF: “In migliaia fuggono in Ciad per l’intensificarsi dei combattimenti nel Darfur”
Necessario aumento di aiuti e garantire accesso ad acqua, cure e cibo
9 novembre 2023 – In seguito all’intensificarsi dei combattimenti a El Geneina, nel Darfur occidentale del Sudan, le équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) che operano oltre il confine, nel Ciad orientale, hanno registrato un notevole aumento di rifugiati, soprattutto donne e bambini, che raccontano storie di violenza su larga scala contro i civili.
“Nei primi tre giorni di novembre circa 7.000 rifugiati sudanesi hanno attraversato il confine, un numero superiore all’intero mese precedente”dichiara Stephanie Hoffmann, coordinatrice di MSF ad Adré in Ciad, città al confine con il Sudan. “Abbiamo visto madri e bambini che hanno dovuto lasciare il Sudan senza nulla, perché le loro case sono state distrutte”.
Presso il valico di frontiera di Adrè le équipe di MSF hanno allestito un punto di salute dove i bambini vengono vaccinati contro il morbillo, si effettuano screening per la malnutrizione e i pazienti che hanno bisogno di cure specialistiche urgenti vengono trasferiti all’ospedale cittadino dove vengono curati da altri team dell’organizzazione e personale del ministero della salute.
Le équipe di MSF stanno anche distribuendo generi di prima necessità e fornendo fino all’80% dell’acqua potabile. Nella zona tra El Geneina e Adré, MSF ha donato a tre centri sanitari kit per il trattamento di malaria, diarrea e infezioni respiratorie di adulti e bambini. Queste forniture hanno già aiutato a curare 120 pazienti e un’ulteriore donazione di 3,5 metri cubi di attrezzature mediche è stata consegnata all’unità di emergenza dell’ospedale di El Geneina.
A poche centinaia di metri dal valico di frontiera, spesso i rifugiati aspettano nuovi arrivi dal Sudan, sperando di avere notizie delle loro famiglie, il più delle volte negative, ed è per questo che MSF offre ai rifugiati anche un supporto di salute mentale.
“Casa di mia sorella è stata bombardata. Era accanto alla nostracheha preso fuoco a causa dell’esplosione e siamo subito usciti. Non so cosa sia successo a mia sorella, se sia sopravvissuta o no”racconta Amne, 33 anni, che ha attraversato il confine con i suoi quattro figli e l’unica cosa che è riuscita a prendere è il vestito che indossa.