
(AGENPARL) – mar 18 aprile 2023 Conferenza Stampa di apertura
Forum Confcommercio
Intervento del Presidente
Carlo Sangalli
Villa Miani
Roma, 18 aprile 2023
Buongiorno a tutti e benvenuti alla ventiduesima edizione del nostro Forum.
Lo scorso anno, da questo stesso palco, ci eravamo lasciati con una
drammatica “istantanea”: quella di uno scenario internazionale sconvolto dal
conflitto russo-ucraino scoppiato due mesi prima.
E ancora oggi ci troviamo, purtroppo, a dover fronteggiare le conseguenze
dirette e indirette della guerra: che è ancora in corso e della quale non si vede,
con ragionevole chiarezza, una qualche conclusione nel breve termine.
La guerra ha acuito l’intensità ed esteso nel tempo le pregresse tensioni
inflazionistiche. La crescita generalizzata dei prezzi, sebbene abbia intrapreso
l’atteso percorso di rallentamento, è ancora elevata.
A fronte di una normalizzazione delle politiche di aiuti pubblici, l’inflazione,
soprattutto in questi mesi, riduce il potere d’acquisto dei redditi ed il valore
reale dei risparmi.
E la questione energetica ha messo a dura prova il nostro sistema economico e
sociale, creando danni a famiglie e imprese.
A questo proposito, i pur confortanti segnali di riduzione del costo delle
forniture di energia, osservati di recente, non devono far dimenticare che la
spesa energetica complessiva delle imprese del terziario di mercato si
attesterà, nel 2023, a circa 38 miliardi di euro, ancora molto al di sopra dei 13
miliardi del 2021.
Possiamo certo affermare che il peggio sia passato, ma resta confermata una
sostanziale incertezza dello scenario internazionale, come resta confermato il
rallentamento dell’economia mondiale.
E questo vale anche per l’Italia che, secondo le nostre stime, avrebbe chiuso il
primo trimestre con un Pil sostanzialmente stabile e che presenta una
prospettiva di crescita per il 2023 poco sotto l’1%, un risultato che verrebbe
leggermente migliorato il prossimo anno.
Sono valutazioni marginalmente meno favorevoli rispetto a quelle del Governo.
Eppure, questa fragilità del quadro attuale va letta nella giusta prospettiva
storica, perché l’economia italiana arriva a questo rallentamento davvero in
ottima salute, avendo mostrato, nel biennio 2021-2022, una capacità di
reazione eccezionale e inattesa, con una crescita superiore anche a quella dei
nostri principali partner internazionali.
Ma non possiamo pensare che i dati positivi del Pil ci possano far dimenticare i
problemi strutturali del Paese.
A cominciare dalla debolezza dei consumi che, nella media del 2022, sono
ancora sotto di quasi venti miliardi di euro rispetto al 2019.
Dobbiamo allora lavorare per costruire una nuova e più forte fase di sviluppo,
proprio per evitare di ripiombare nell’incubo degli ‘zero virgola’.
Gli ultimi due anni ci hanno insegnato che abbiamo le energie per farlo.
Preoccupazioni, speranze e fiducia che ritroviamo anche nel recente
Documento di economia e finanza, dal quale traspare, appunto, una cauta e
condivisibile visione ottimistica sulle capacità dell’Italia di costruire benessere
economico.
Ci sembra che il DEF fotografi il 2023 come spartiacque tra la brillante fase di
reazione post pandemica e il 2024 come momento di nuovo impulso alla
crescita, basato sulla realizzazione del PNRR, dentro il rinnovato quadro di
regole europee.
2
Non mancano, né sono occultate, le oggettive difficoltà che vanno affrontate e
alle quali facevo cenno: il rientro lento dell’inflazione, gli esigui spazi fiscali per
sostenere la crescita, i ritardi nell’utilizzo dei fondi pubblici nazionali ed
europei, l’incertezza presso famiglie e imprese che frena i consumi e la
propensione all’investimento.
Sullo sfondo resta la preoccupazione di evitare, a tutti i costi, di sprecare
l’occasione di fare le riforme che da molto, troppo tempo, l’Italia chiede e che
l’Italia merita.
Al Governo abbiamo chiesto, buone regole, buoni investimenti, buone politiche
a sostegno del terziario di mercato, per il commercio, per i servizi, per il
turismo, per i trasporti e per il lavoro autonomo.
E, a proposito di terziario di mercato, questo comparto rappresenta il settore
che può dare il maggiore impulso alla nuova occupazione, soprattutto
femminile, e irrobustire la crescita del nostro Paese.
L’abbiamo visto poco fa scorrendo i dati dell’Osservatorio Terziario e Lavoro del