[lid] Massimo Martino, Presidente GITMO – Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo, Direttore UOC Centro Trapianti Midollo Osseo, Dipartimento Onco-ematologico e Radioterapico Grande Ospedale Metropolitan “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria.
In oncoematologia quali sono le patologie più frequenti per le quali può essere indicato il trapianto?
Quando si parla di trapianto la prima distinzione da fare è tra trapianto allogenico, cioè quando le cellule staminali provengono da un donatore familiare o da registro, e trapianto autologo dove invece si utilizzano le cellule dello stesso paziente. Nel caso di trapianto allogenico, nel 2022 in Italia sono stati effettuati circa 1.900 trapianti. La patologia maggiormente trattata è stata la leucemia acuta mieloide, seguita dalla leucemia acuta linfoblastica e dalle mielodisplasie, in linea con quanto avviene sia in Europa che nel resto del mondo. Un certo numero di trapianti allogenici è ancora effettuato nei linfomi. Nel caso di trapianto autologo, nel 2022 in Italia sono stati effettuati circa 3.400 trapianti, e il mieloma multiplo è la patologia dove trova la maggiore applicazione, con il 50% delle procedure, seguito dai linfomi sia non-Hodgkin che Hodgkin. È importate sottolineare che oggi, grazie ai grandi passi avanti fatti nella ricerca in ambito terapeutico, sono diminuiti i casi di trapianto autologo nelle leucemie. È interessante notare che i numeri trapiantologici italiani tra il 2019 e il 2022 sono rimasti costanti. E questo indica che, nonostante le difficoltà organizzative del periodo COVID-19, la comunità trapiantologica italiana ha offerto questa possibilità di cura ai pazienti secondo indicazione.
Per quanto riguarda la trapiantologia quali sono le novità principali e quali sono le criticità per un centro autorizzato riguardanti la gestione organizzativa, la sicurezza e gli effetti collaterali per i pazienti?
La novità più importante sono le terapie cellulari (CAR-T) che stanno cambiando l’armamentario terapeutico degli specialisti soprattutto dei linfomi non Hodakin, in particolare nelle forme più aggressive, quali il tipo “a grandi cellule” e il “mantellare”. Dai recenti congressi internazionali arrivano importanti evidenze per il mieloma multiplo; in particolare dall’ASCO, il Congresso americano di oncologia medica, e da EHA, congresso della Società europea di ematologia, appena concluso a Francoforte. Le Car- T sono un’opportunità incredibile per quei pazienti che hanno visto fallire tutte le linee di trattamento, trapianto incluso. A oggi sono autorizzate nel linfoma non-Hodgking a grandi cellule, nel linfoma mantellare in terza linea in entrambe i casi, e siamo in attesa dell’autorizzazione in Italia per il linfoma follicolare. Inoltre, sono approvate nei pazienti con leucemia linfoblastica acuta nel bambino e nel giovane adulto. L’avvento delle CAR-T ha comportato una riorganizzazione importante dei centri di trapiantologia. In Italia sono circa 30 i centri autorizzati a erogare la terapia secondo le indicazioni di legge. Il percorsa di cura con CAR-T non comprende esclusivamente il momento della somministrazione della terapia cellulare e la gestione delle tossicità acute, ma una serie di aspetti quali la selezione dei pazienti eleggibili, la terapia “ponte” in attesa del ricovero, la gestione delle tossicità tardive, che impongono una formazione specifica di tutti i centri ematologici “referral”. Un vero percorso virtuoso e multidisciplinare dove tutte le figure professionali sono determinanti e devono essere formate, per offrire al meglio questa cura molto costosa ai pazienti che ne possono giovare.
Dr. Martino ci può parlare della collaborazione virtuosa tra AIL e GITMO?
AIL rappresenta un punto di riferimento fondamentale per tutti i centri trapianto italiani che per l’altissima specializzazione sono un numero limitato: ad esempio, in Calabria è presente solo il nostro a Reggio Calabria e i pazienti che vi afferiscono arrivano da tutta la regione e anche da fuori regione. Questo significa per i pazienti e per le famiglie dover sostenere spese elevate e spesso perdita di reddito perché è necessario lasciare il lavoro per seguire il malato. Il supporto di IL grazie alle Case alloggio che mette a disposizione gratuitamente anche per periodi molto lunghi è quindi irrinunciabile. Come GITO tra i nostri obiettivi intendiamo continuare a intensificare la collaborazione scientifica con AIL e inoltre auspichiamo di poter trovare altre aree di collaborazione a favore dei pazienti.