
(AGENPARL) – lun 21 agosto 2023 COMUNICATO STAMPA
Ritorna per il terzo anno Borghi dei Tesori Fest
Trentasette piccoli comuni siciliani svelano i loro gioielli
Da sabato tre weekend alla scoperta dell’Isola inedita
I giovani diventano ambasciatori del territorio
26/27 agosto – 2/3 settembre – 9/10 settembre
PALERMO, 21 agosto. Si potrà ascoltare un concerto in un’antica tomba sicana o visitare una
cava di marmo, osservare gli animali fantastici su un bassorilievo o perdersi tra stucchi
delicati, contare quanti borghi possiedono un rabat arabo e quanti un castello federiciano,
immergersi in una sorgente termale nascosta o sedersi tra i banchi di una classe ai tempi
della monarchia; contare gli ulivi secolari o salire su una barca e perdersi tra due mari. E
assaggiare, dovunque: scoprire che il Fiorello ha un cugino pantesco, che un formaggio può
chiamarsi Nuvola, che le lasagne si cucinano in piazza e possono diventare un bene comune.
Perché la Sicilia si scopre mettendo in campo tutti e cinque i sensi, nessuno escluso. Si potrà
fare tanto: tre weekend, 37 borghi sparsi come tessere di un unico mosaico siciliano, circa
200 tra siti, passeggiate ed esperienze e 400 giovani coinvolti per raccontare una Sicilia del
tutto sconosciuta che va dalle Madonie ai Nebrodi, da una punta all’altra. Torna per il terzo
anno il festival Borghi dei Tesori – da sabato 26 agosto a domenica 10 settembre – e si
prepara a ricevere una marea compatta di visitatori appassionati: l’anno scorso sono stati
oltre 12mila, e quasi tutti hanno visitato più comuni, con i più conosciuti a far da
catalizzatore per gli altri.
Borghi dei Tesori Fest è promosso dalla Fondazione Le Vie dei Tesori in collaborazione
con tutti i Comuni, ed è sostenuto da IGT.
Quest’anno il festival è dedicato a Fabio Cairoli, CEO di IGT scomparso improvvisamente un
mese fa, che ha sostenuto i Borghi dei tesori sin dalla loro nascita.
I borghi di questa edizione 2023 rappresentano otto province siciliane: sono Alcara Li Fusi,
Balestrate, Bisacquino, Bivona, Blufi, Bompietro, Burgio, Calascibetta, Calatafimi Segesta,
Caltabellotta, Camporeale, Centuripe, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Custonaci,
Frazzanò, Geraci Siculo, Giuliana, Isnello, Licodia Eubea, Mirto, Montevago, Naro, Palazzo
Adriano, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Pollina, Portopalo di Capo Passero, Sambuca Di
Sicilia, San Mauro Castelverde, San Piero Patti, Sant’Angelo Muxaro, Santo Stefano Quisquina,
Sclafani Bagni, Tripi, Vallelunga Pratameno e Vicari.
Tre weekend secondo la formula rodata delle Vie dei Tesori, di cui il festival dei Borghi è
una costola: il 26 e 27, agosto, il 2 e 3 poi il 9 e 10 settembre, sempre sabato e domenica,
i borghi apriranno e animeranno i “tesori di famiglia”. Con un’attenzione particolare per il
gusto: praticamente ogni comune ha pescato nelle sue tradizioni culinarie più autentiche
per cucire esperienze, showcooking, degustazioni, visite a vigneti, caseifici, uliveti, persino
pasticcerie e macellerie. È nato così un festival nel festival, il Borghi Food Fest sostenuto
dall’assessorato regionale alle Attività produttive. Un unico patrimonio straordinario che
va di pari passo con quello artistico, e che permetterà di conoscere ogni borgo dal suo
cuore.
E dalla collaborazione con il Teatro Biondo, il Teatro dei Due Mari e Genìa nasce anche un
cartellone teatrale con diversi spettacoli al tramonto in castelli, piazze, chiese dimenticate.
Infine, con la guida di Ascosi Lasciti – collettivo che si dedica all’urbex (urban exploration)
cioè il censimento dei luoghi abbandonati di tutta la penisola – si visiteranno tre borghi
rurali dimenticati che sotto il Fascismo vennero costruiti dal nulla (ma quasi mai abitati):
sono vere ghost town, ambienti surreali e fuori dal tempo come Borgo Riena (che
troverete nel programma di visite di Santo Stefano di Quisquina), Borgo Schirò (nel
programma di Camporeale), il villaggio ERAS di Borgo Schisina (nella zona di Tripi).
Tutti i borghi saranno raggiungibili con bus Auto Service in partenza da Palermo,
andata/ritorno in giornata: sul posto ognuno potrà scegliere il percorso da seguire in
autonomia. Le partenze secondo il calendario su http://www.leviedeitesori.com, come anche ogni
altra informazione sul festival, le attività, ma anche le curiosità sui beni culturali siciliani a
360 gradi. Un portale nuovo di zecca, aggiornato quotidianamente, dove trovare anche tutte
le schede dei borghi e dei diversi siti, il calendario degli spettacoli, le esperienze food e le
passeggiate disponibili.
Nei borghi, il coinvolgimento di circa 400 giovani fa parte di un processo di rigenerazione
sociale e di riappropriazione identitaria che Le Vie dei Tesori conduce insieme con i
Comuni, per far riscoprire uno straordinario patrimonio nascosto, favorire la nascita di nuovi
itinerari turistici, contrastare processi di spopolamento.
I giovani nei territori hanno seguito workshop e giornate di formazione con esperti per
prepararsi all’accoglienza dei visitatori e alla narrazione dei tesori in maniera accattivante e
senza tecnicismi; e sono diventati i migliori ambasciatori dei borghi in cui vorrebbero vivere
e lavorare, consci delle loro grandi potenzialità turistiche e imprenditoriali, magari
rinvigorendo le attività di famiglia che possono trasformarsi in esperienze per i visitatori.
IGT è stata al fianco dei Borghi dei Tesori sin dalla loro nascita. “Sempre vicina alle comunità
attraverso la formazione dei giovani, l’innovazione tecnologica e la valorizzazione del
patrimonio storico artistico, IGT è di nuovo insieme a Le Vie dei Tesori per la terza edizione dei
Borghi dei Tesori Fest, un progetto a sostegno della rinascita dei borghi siciliani, fondato sullo
sviluppo sostenibile. In modo particolare, IGT si impegna anche nella formazione di 400 giovani
che saranno preparati a raccontare il loro patrimonio in modalità digitale, all’interno di un
progetto che punta alla rigenerazione del territorio attraverso le sue comunità più autentiche”.
Il 31 agosto si chiuderanno anche le votazioni per il Premio Borghi dei Tesori: quest’anno è
stato lanciato un contest sui social per scegliere due progetti di rigenerazione e di restauro
tra i 28 presentati dai comuni che aderiscono all’Associazione Borghi dei Tesori, fondata tre
anni fa e che conta oltre 60 adesioni. I due progetti vincitori sono sostenuti dall’Associazione
Borghi dei Tesori e dalla Fondazione Sicilia.
Le Vie dei Tesori ha messo a disposizione dei festival dei Borghi, l’efficienza di una rete già
consolidata e l’esperienza organizzativa: anche Borghi dei Tesori Fest è una rassegna smart
e digitale, con un unico coupon valido per le visite in tutti i luoghi – una media di cinque siti
per ciascun borgo – che apriranno le porte. Come nel Festival delle città, un coupon da 18
euro varrà per 10 visite, un coupon da 10 euro per 4 visite; passeggiate ed esperienze
avranno coupon a parte e si consiglia fortemente la prenotazione, soprattutto per le
degustazioni. I coupon saranno disponibili sulla piattaforma delle Vie dei Tesori e in un
infopoint in ciascun borgo.
Ufficio stampa Fondazione Le Vie dei Tesori
I BORGHI DEL FESTIVAL
Eccoli quindi i borghi, e ognuno sarà un’esperienza: ci sono anche sette new entry:
Balestrate, Bisacquino, Calascibetta, Camporeale, Custonaci, Sclafani Bagni e Tripi
L’elenco è folto e inizia dall’Agrigentino con Bivona, Burgio, Caltabellotta, Montevago, Naro,
Sambuca di Sicilia, Sant’Angelo Muxaro e Santo Stefano Quisquina; nel Nisseno, partecipa al
festival Vallelunga Pratameno, e nel Catanese, Licodia Eubea; nell’Ennese, si salirà a
Centuripe e si aggiunge la “nuova” Calascibetta. Sui Nebrodi, o comunque nel Messinese, i
più piccini, Alcara Li Fusi, Frazzanò, Mirto, San Piero Patti, e la novella Tripi. Folto il
drappello del Palermitano, con Balestrate, Bisacquino, Blufi, Bompietro, Camporeale,
Contessa Entellina, Chiusa Sclafani, Geraci Siculo, Giuliana, Isnello, Palazzo Adriano,
Petralia Soprana e Petralia Sottana, Pollina, San Mauro Castelverde, Sclafani Bagni e
Vicari. Chiudono Siracusa, con Portopalo di Capo Passero e Trapani dove a Calatafimi
Segesta si aggiunge appunto Custonaci.
Visitare tutto sarà impossibile – ma ci si può sempre provare -, anche se è meglio che resti
sempre qualcosa da vedere, per ritornare, approfondire, scoprire magari i borghi vicini, il
bosco nascosto, la sorgente o l’artigiano. Qualche esempio, a volo d’uccello, partendo dalle
novità: a Tripi c’è uno dei tesori archeologici più preziosi che arriva dall’antica Abakainon;
a Balestrate si ricuciranno le rotte seguite dal Marsala “inglese” dei Woodhouse, ma si
visiterà anche la Valle di Calatubo che è diventata “terra di mango”; Camporeale – dove c’è
il Museo Palazzo del Principe – sarà il regno dei sapori: degustazioni, prodotti di nicchia,
olio, antiche focacce, succhi magari spiegati da un giovane gastronomo kenyota che ha
scelto la Sicilia. Custonaci ha scelto le cave di marmo, le fenditure della roccia, gli antichi
mestieri e – da non perdere – le attività per i bambini. Bisacquino è la terra del regista
Frank Capra, ma anche la sede della più antica bottega artigiana di orologiai. Calascibetta è
il paradiso degli appassionati di archeologia, tra necropoli a grotticelle, villaggi bizantini, e
carceri medievali non si saprà cosa scegliere, e lo stesso dubbio venne a Goethe che da qui
passò. E nella minuscola Sclafani Bagni (neanche 400 abitanti) si parteciperà alla vita
quotidiana del borgo: qui vive la sorgente di acque termali e si potrà anche fare il bagno
nell’area del vecchio stabilimento.
GLI ITINERARI.
I gioielli sulle Madonie. Sono arrampicati sulle montagne come tanti piccoli presepi, uno
più bello dell’altro, immersi nel verde, padroni di abitudini e ritmi lenti, ma anche veri
gioielli d’arte. A San Mauro Castelverde si vola (sulla zipline) e si naviga (nelle gole di
Tiberio), si scopre l’ulivo patriarca di 1800 anni, alto 18 metri, ma vi insegneranno anche
come preparare il dolce Fiorello o cuocere il pane in un antico forno a legna. Dal santuario
dell’olio miracoloso di Blufi si potrà fare una passeggiata fino al ponte romano nascosto,
talmente bello che sembra uscito fuori da un dipinto. Un altro gradito ritorno è Bompietro,
dove incontrerete un avvocato che ha deciso di cambiare vita, rilanciando un antico
caseificio. Le due Petralie rispondono “presente”: a Soprana si diventerà stendardieri per
un giorno, si accarezzeranno le caprette mentre i bambini prepareranno i biscotti con le
“nonne” del borgo; che rivive quotidiano a casa du ‘zzu Giuseppi. A Sottana, invece, si
visiterà la centrale elettrica Catarratti, si parteciperà a sessioni di “yoga della risata” e ci si
immergerà nel Ballo della Cordella (che qui è proprio un’esperienza). A Geraci Siculo vi
perderete tra chiese e palazzi, arrivando allo spettacolare Salto dei Ventimiglia. Poco più
giù, nelle basse Madonie, c’è Isnello, considerato uno dei posti dove ammirare il miglior
cielo stellato al mondo. Qui percorrerete l’antico sentiero geologico urbano e la chiesa di
San Michele, gioiello del barocco madonita. Infine da non perdere Pollina, tra mestieri di
una volta, sapori perduti e tesori d’arte. E se volete allungare fuori zona, ecco poco distante
Vicari, regno delle mandorle, dove ne esistono addirittura 18 ecotipi con i nomi delle
famiglie che le producevano.
Lì sui monti Sicani. Tra la provincia di Palermo e quella di Agrigento, tredici borghi sono
pronti a mettersi in vetrina. A partire da Kuntisa (Contessa Entellina in lingua arbereshe)
d’Italia, dove vi aspettano passeggiate tra i filari di vite davanti alla Rocca di Entella e tour
tra i vicoli del borgo. A Giuliana si andrà a cavallo, ma nel suo castello federiciano è da non
perdere l’aperitivo al tramonto tra nobili e cortigiane. Dopo un anno, ritorna anche Palazzo
Adriano dove ha appena aperto il nuovo museo dedicato a Nuovo Cinema Paradiso: una
visita è d’obbligo, sfogliando le pagine di una delle più belle avventure cinematografiche
siciliane. E se voleste approfondire, una delle scene del film di Tornatore fu girata proprio
nel Monastero dei Padri Olivetani che si visita a Chiusa Sclafani dove sarà aperto anche il
Monastero dell’Abbadia delle suore benedettine, ieri distilleria di profumi ed oggi spazio
museale e scuola di musica per la banda del paese. Superando il confine provinciale, ecco in
territorio di Agrigento Santo Stefano Quisquina, che propone trekking tra arte e corsi
d’acqua e alla scoperta dei luoghi legati a Santa Rosalia, a partire dall’eremo immerso nel
bosco. A Bivona non si deve perdere l’antico quartiere ebraico riqualificato, le belle chiese
e la cinquecentesca Torre dell’Orologio. In queste terre il mito che impera è quello del re
Kokalos e della misteriosa Kamicos: nella tomba del Principe di Sant’Angelo Muxaro, si
ascolterà un particolarissimo concerto di Libero Reina, polistrumentista che ha scelto di
vivere in perfetta simbiosi con la natura, ma si parteciperà anche a un tour esperienziale a
contatto con le famiglie e gli artigiani del borgo. A Burgio, dove ritorna la storica fonderia
che realizza campane dal Cinquecento, si visiterà la cripta dei Cappuccini scoprendo alcune
delle mummie meglio conservate dell’isola. A Caltabellotta all’Eremo di San Pellegrino vi
racconteranno di un drago carnivoro che abitava le viscere della montagna sopra il
villaggio di Triokala.
La Sicilia occidentale. Spostiamoci verso Sambuca di Sicilia dove si potrà salire fin su
monte Adranone (dove viveva l’antica Adranon) e si potrà partecipare alla vendemmia
turistica. Completano i borghi agrigentini Montevago, in cui è viva ancora la memoria del
terremoto del 1968, che però è diventata un museo en plein air di murales dal forte
significato etico, e la barocca Naro, la “Fulgentissima” amata da Federico II, dove apre per
la prima volta la vasta necropoli paleocristiana immersa in un lussureggiante giardino di
agrumi. Dopo il successo dello scorso anno, torna Calatafimi-Segesta che stavolta si
raccoglie attorno al bellissimo eremo di Maria Santissima di Giubino, eletta patrona dopo
aver salvato il borgo da un’invasione di cavallette. Novità di quest’anno, infine, è il museo
dei Cavallari, dove scoprire i carretti siciliani “alla trapanese”. Poco lontane, ci sono
Custonaci da un lato e Balestrate verso Palermo.
Il cuore antico dell’isola. Di Calascibetta abbiamo già detto, ma in zona c’è Vallelunga
Pratameno dove ritorna quest’anno (la scorsa edizione fu uno dei posti più curiosi e
amati) la fedele ricostruzione di un’aula monarchica all’interno di quelle che una volta
furono le scuole elementari del borgo. Senza dimenticare il “crocchio” del pane cunzato e i
segreti del ciclo del grano. Peccato non avere con sé un drone: soltanto guardandola
dall’alto vi accorgereste che Centuripe ha la forma particolarissima di un uomo disteso o di
una stella marina. Qui si potrà ammirare il bellissimo busto marmoreo di Augusto, tornato
a far parte del museo che custodisce una delle collezioni più corpose di reperti archeologici
romani della Sicilia interna.
Nel verde dei Nebrodi. I borghi da scoprire in questa zona sono cinque (ma di Tripi
abbiamo già parlato) spesso e volentieri arrampicati sui monti. Come Frazzanò dove c’è
l’unico monastero basiliano di Sicilia, ma dove apre Palazzo Fragale, che presto rinascerà
diventando la biblioteca storica e il museo del borgo. Ad Alcara Li Fusi c’è San Pantaleone
con l’organo seicentesco, tra i più antichi della Sicilia; e il museo di arte sacra, con un Cristo
in cera col costato aperto e gli organi interni visibili. E non dimenticate i grifoni (che si
vedranno da vicino). Nelle botteghe e nelle case di San Piero Patti si parla ancora un
particolarissimo dialetto gallo-italico, ma una visita la meritano i laboratori del convento
dei Carmelitani dove si tramanda l’arte antica della tessitura. Infine Mirto, altro borgo dove
degustazioni e visite enogastronomiche inedite la faranno da padrone, scoprendo una
startup innovativa che porta il cibo siciliano nel mondo o partecipando a una masterclass
sugli odori dei Nebrodi.
Dalla punta più estrema ai monti Iblei: a Portopalo di Capo Passero si entrerà nella
bottega di un mastro d’ascia, dove c’è anche un dragamine trasformato in yacht; ma si
visiterà anche (in barca) la famosa isoletta dove si incontrano i due mari, che nasconde una
cinquecentesca fortezza spagnola e perfino il fossile di un elefantino nano. Basta poi risalire
verso l’interno per raggiungere Licodia Eubea, guardato a vista dai ruderi del Castello
Santapau. Scoprirete le chiese che Giovanni Verga citò nelle sue novelle, ma anche la Grotta
dei Santi con i suoi affreschi carichi di spiritualità.