
COSENZA Siamo alle solite. La sanità calabrese rimane al centro dell’attenzione dei media e dell’opinione pubblica per situazioni paradossali che continuano a causare danni irreparabili dal punto di vista economico e alla salute dei cittadini.
L’Asp di Cosenza – tra le più grandi d’Italia con un bilancio di un miliardo di euro, gestisce tre ospedali Spoke e una popolazione di 750mila abitanti – oggi rischia il collasso finanziario perché nessuno vuole ancora approvare il Bilancio consuntivo 2018, il Bilancio preventivo 2020 e iniziare a predisporre il Bilancio consuntivo del 2019. Se l’Azienda sanitaria provinciale fosse stata un’azienda privata questo avrebbe causato obiettivamente l’azzeramento dei vertici. Ma qui il paradosso è che i vertici non sono ancora stati nominati e da mesi l’Asp è governata da commissari facenti funzione scelti tra i dirigenti più anziani dell’azienda.
Tutto ciò è accaduto anche grazie al Decreto Calabria, voluto dai 5 Stelle e dalla Lega, che ha causato un drammatico vuoto di potere nelle direzioni generali delle Asp e delle Aziende ospedaliere calabresi e lì dove sono stati nominati i commissari, questi non brillano per capacità e presenza. Vengono ad esempio in Calabria con il trolley per pochi giorni, da lunedì a giovedì, e poi ritornano in Lombardia o in Veneto lasciando allo sbando e senza direttive le proprie Aziende ospedaliere e sanitarie della Regione.
L’ufficio del commissario e la Regione non possono più tergiversare e lasciare in questo stato di precarietà l’Asp di Cosenza che ora rischia un vero e proprio default finanziario. Vanno prese immediate misure tese a garantire il governo reale dell’Azienda, attraverso la nomina di un soggetto attuatore che ponga come chiari obiettivi quelli di mettere in atto tutto ciò che è necessario ad approvare il Bilancio consuntivo del 2018, quello preventivo del 2020 e a predisporre i necessari atti per il Bilancio consuntivo 2019. (News&Com)