(AGENPARL) – lun 09 gennaio 2023 [Regione Emilia-Romagna]
Giunta Regionale – Agenzia di informazione e comunicazione
N. 10/2023
Data 09/01/2023
All’attenzione dei Capi redattori
Ambiente. La qualità dell’aria in Emilia-Romagna nel 2022: i dati del Rapporto Arpae. Nessuno sforamento del biossido di azoto. In miglioramento anche Pm10 e Pm2.5, ma restano il sorvegliato speciale: in 12 stazioni ancora superata la concentrazione giornaliera per oltre 35 giorni. Domani l’ultimo “Focus” partecipativo sul nuovo Piano aria integrato regionale 2030
L’assessore Priolo: “Biossido di azoto sempre nella norma: risultato importantissimo frutto delle azioni messe in campo e delle innovazioni tecnologiche. Segnali positivi anche dal trend delle polveri, ma ci sono ancora passi avanti da fare con l’obiettivo di tutelare ambiente e salute. Avanti quindi con il lavoro avviato per rientrare dalla condanna comunitaria e per prepararci alla nuova direttiva europea”
Bologna – Nessuno sforamento del biossido di azoto, un risultato mai raggiunto in passato se non nel 2020, anno del blocco totale imposto dal lockdown. E un trend positivo della qualità dell’aria con concentrazioni di quasi tutti gli inquinanti in linea con quelle dell’ultimo quinquennio. In miglioramento anche le polveri sottili, che restano il sorvegliato speciale. I limiti di legge per i valori medi annuali di Pm10 e Pm2.5 sono stati pienamente rispettati. Sforamenti della concentrazione giornaliera (50 μg/m3) si sono rilevati comunque in 12 delle 43 stazione di rilevazione diffuse da Piacenza a Rimini per oltre 35 giorni all’anno, “tetto” massimo fissato dalle norme europee. Ma, rispetto al passato, si è trattato di superamenti di valori più contenuti.
Sono questi i dati principali sulla qualità dell’aria in Emilia-Romagna nel 2022, frutto delle rilevazioni condotte dalla rete regionale di misurazione e confluiti nel Report annuale redatto da Arpae.
“La fotografia dell’anno appena trascorso mette in luce aspetti positivi, con il risultato importantissimo del biossido di azoto sempre rimasto nella norma: un dato frutto delle azioni messe in campo e delle innovazioni tecnologiche a partire dal settore dei trasporti con il rinnovo del parco mezzi” spiega la vicepresidente con delega alle politiche ambientali, Irene Priolo. “Segnali di miglioramento arrivano anche dall’andamento delle polveri, ma non basta. Serve continuare in modo ancora più deciso sulla strada intrapresa per rientrare dalla condanna comunitaria, con azioni integrate e intersettoriali necessarie anche a prepararci alla nuova direttiva sulla qualità dell’aria. Azioni destinate al duplice obiettivo di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini dell’Emilia-Romagna”.
Proprio domani è in calendario l’ultimo dei 5 Focus partecipativi promossi dalla Regione, a partire dallo scorso novembre, in vista della redazione del nuovo Piano aria integrato regionale 2030. I riflettori si accenderanno appunto sul tema “Bacino padano e aspetti sanitari”.
Tornando ai dati del Report, risultano pienamente rispettati i valori di biossido di zolfo, benzene e monossido di carbonio. Criticità persistono invece per l’ozono, in particolare nel periodo estivo e nelle aree rurali. Si evidenziano superamenti diffusi dei valori obiettivo per la protezione della salute umana (massima media mobile giornaliera su 8h – 120 μg/m3), sebbene in calo specialmente nell’area di pianura ad est del territorio regionale con 9 stazioni che rispettano il limite per tutto l’anno.
“La particolare conformazione morfologica dell’Emilia-Romagna e la rilevanza delle condizioni meteorologicamente sfavorevoli, che portano alla concentrazione di inquinanti nel periodo autunnale e invernale, richiedono l’attuazione di politiche integrate e intersettoriali- conclude Priolo-. Ciò nella consapevolezza che l’aria non ha confini e va oltre le distinzioni amministrative tra i singoli territori, per cui serve attuare misure in un’ottica di Bacino Padano per raggiungere risultati soddisfacenti”.
La rete regionale della qualità dell’aria
La sintesi dei dati annuali e la relativa analisi derivano dalla elaborazione dei valori rilevati dalla rete regionale di misura della qualità dell’aria della Regione Emilia-Romagna.
La rete, certificata secondo la norma UNI EN ISO 9001:2015, è gestita da Arpae Emilia-Romagna e sottoposta a rigorosi e costanti controlli di qualità. È composta da 47 stazioni, ognuna delle quali procede al rilevamento del biossido di azoto (NO2); 43 misurano le polveri sottili (Pm10) e 24 le ultrasottili (Pm2.5); 34 l’ozono; 5 il monossido di carbonio (CO), 9 il benzene e una il biossido di zolfo (SO2).
Le stazioni sono ubicate prevalentemente in area urbana, ad alta densità abitativa.
I dati della Qualità dell’aria in tempo reale
Ogni giorno, i dati sulla qualità dell’aria sono pubblicati in tempo reale da Arpae Emilia-Romagna sulla [pagina web dedicata alla qualità dell’aria](https://www.arpae.it/it/temi-ambientali/aria), dove si trovano i dati delle stazioni e le mappe di valutazione e previsione quotidiane su tutto il territorio regionale.
La pagina “aria”, nella sezione [Situazione riassuntiva regionale](https://apps.arpae.it/qualita-aria/bollettino-qa/) riporta anche i livelli giornalieri e le statistiche riepilogative relative al superamento dei limiti in ciascuna stazione.
I dati giornalieri vengono pubblicati previa validazione da parte degli operatori qualificati (nei fine settimana e nei giorni festivi i dati sono pubblicati previo controllo automatico ma senza validazione da parte dell’operatore per cui possono subire variazioni a seguito del processo di validazione nel primo giorno lavorativo).
Il sito [Liberiamo l’Aria](http://www.liberiamolaria.it/) è aggiornato quotidianamente durante il periodo invernale, riporta le informazioni relative ai provvedimenti emergenziali e le informazioni aggregate a livello provinciale relative al superamento del valore limite giornaliero per PM10.
I dati sono disponibili anche in modalità [open data](https://dati.arpae.it/organization/arpa?groups=aria).
Il percorso partecipativo del Pair 2030
Ha preso avvio nel mese di novembre e continuerà fino all’ultimo appuntamento di domani, martedì 10 gennaio, il percorso di partecipazione promosso dalla Regione in vista della redazione del nuovo Pair 2030 (Piano aria integrato regionale). Nell’arco di 5 incontri, i Sindaci dei Comuni emiliano-romagnoli e i portatori di interesse del Patto per il lavoro e per il clima – con il supporto di tecnici regionali ed esperti – si sono confrontati sulla ricaduta in termini di qualità dell’aria di: trasporti e mobilità, energia e biomasse, agricoltura e attività produttive, politiche urbanistiche e territoriali.
Domani, nell’incontro conclusivo del percorso, l’attenzione sarà puntata sulle relazioni tra l’aria che respiriamo e la salute.
Tutti i comunicati sono online su https://notizie.regione.emilia-romagna.it
Testo Allegato:
Nuovo studio Lectra / RetviewsModa e inflazione: come la affrontano i brand del lusso?Rispetto al 2021, in Europa i prezzi sono aumentati del 20%Abiti (+46%) e camicie (+35%) hanno registrato gli aumenti di prezzo maggiori I brand stanno proponendo scontistiche più aggressive rispetto agli anni precedenti Milano, 9 gennaio 2023 – L’inflazione ha raggiunto il picco più alto degli ultimi 40 anni, coinvolgendo anche l’industria della moda: se il mercato del consumo di massa è stato il primo a essere colpito, ora anche il settore del lusso ne sta subendo le conseguenze, iniziando a rallentare. Gli esperti di Retviews – soluzione di Lectra specializzata nella competitive intelligence e nel benchmarking automatico, hanno osservato l’andamento dei prezzi a fronte della diminuzione del potere d’acquisto dei consumatori, analizzando come i marchi fashion della fascia entry-to-luxury stiano gestendo il fenomeno a livello globale. Lo studio Retviews, the Competitive Intelligence Platform for Fashion Brands and Retailers ha evidenziato che, sebbene i brand di fascia alta non corrano il rischio di una recessione imminente, i marchi del lusso accessibile stanno invece mettendo in atto strategie diverse. La ricerca ha infatti mostrato che, rispetto al 2021, i prezzi del lusso accessibile sono aumentati in modo particolarmente aggressivo sia negli Stati Uniti (+36%), sia nel Regno Unito (+26%) e nell’Europa continentale (+20%). I maggiori aumenti di prezzo possono essere attribuiti a una diversa gestione della supply chain, che ha risentito di costi più alti sia per le tasse di importazione sia, soprattutto, per le spese di trasporto. Il prezzo dei nuovi stili di vita Nel post-pandemia, il ritorno alla vita sociale ha favorito la ripresa dello shopping: dopo quasi 2 anni di smart working, infatti, i consumatori hanno ricominciato a viaggiare e a recarsi in ufficio, spostando le proprie preferenze da un abbigliamento principalmente casual ad outfit più formali. Non stupisce, quindi, che gli aumenti di prezzo maggiori si siano registrati su abiti (+46%) e camicie (+35%), ovvero quelle categorie merceologiche per le quali, in base ai nuovi stili di vita, i consumatori sono portati a spendere di più. Tuttavia, si sta assistendo a un cambiamento nelle abitudini di acquisto che vede consumatori più attenti alla spesa, con una progressiva diminuzione della domanda nel settore del lusso, tanto che una recente ricerca ha mostrato una crescente preferenza per prodotti più economici. Competitività e brand image: il successo passa anche dalla scontistica giustaIn tale contesto, i brand del lusso devono confrontarsi con un approccio commerciale più competitivo e scontistiche più aggressive rispetto al passato, volte da una parte a conquistare i cosiddetti consumatori “aspirazionali”, dall’altra a ridurre le scorte per rispondere alle nuove esigenze di una supply chain più sostenibile. I dati di Retviews hanno rivelato che i brand hanno applicato sconti maggiori nel 2022 rispetto al 2021, proponendo offerte su un assortimento di prodotti più ampio e con percentuali di sconto più elevate. Inoltre, dalla ricerca è emerso che i brand hanno adottato strategie differenti in termini di percentuali di sconto e di numero di prodotti in offerta, sulla base del posizionamento di ciascun marchio e delle diverse aree geografiche. In Europa, per esempio, un brand come Stella Mc Cartney ha scelto di scontare meno prodotti, ma con una maggiore riduzione dei prezzi rispetto a un marchio come Tory Burch. “Fenomeni come la trasformazione della supply chain e l’aumento dell’inflazione stanno influenzando profondamente il settore del fashion. In questo contesto in costante evoluzione, per le aziende è fondamentale saper anticipare i trend e restare competitivi in un mercato sempre più rapido”, spiega Fabio Canali, President Southern Europe & North Africa di Lectra. “La tecnologia è in questo una chiave differenziante: i dati messi a disposizione dall’intelligenza artificiale di strumenti come Retviews consentono ai brand di monitorare la concorrenza e analizzare il mercato in tempo reale, mettendo a punto la strategia più efficace per rivolgersi alla propria target audience”. Informazioni su Lectra:Lectra, azienda leader nei mercati del fashion, dell’automotive e dell’arredamento, contribuisce alla rivoluzione dell’Industria 4.0 con audacia e passione fornendo tecnologie best-in-class.Il gruppo offre soluzioni – software, hardware, dati e servizi – che facilitano la trasformazione digitale delle aziende. In questo modo, Lectra aiuta i clienti a superare i propri limiti e sbloccare il loro potenziale. Il gruppo è orgoglioso di affermare che i suoi 2.500 dipendenti sono guidati da tre valori fondamentali: open mind, affidabilità e passione per l’innovazione.Fondata nel 1973, Lectra ha registrato nel 2021 ricavi per 388 milioni di Euro. È quotata presso Euronext Paris.Per maggiori informazioni, si prega di visitare il sito web lectra.com.Seguite Lectra sui social network:-476247112092872578130Per maggiori informazioni:Hotwire Public Relations Italy+39 02 3664 3650Email: lectrait@hotwireglobal.com