(AGENPARL) – mer 09 novembre 2022 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: Riforma di IDM](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt671057)
Consiglio -Ampio dibattito sulla mozione del Team K, con interruzioni dei lavori per confronti interni alla SVP. Dopo una discussione sull’andamento dei lavori, deciso il prolungamento della seduta.
Paul Köllensperger (Team CHE) ha presentato oggi in Consiglio provinciale la [mozione n. 632/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=667191&blank=Y) Scioglimento e riassetto dell’IDM, con la quale, evidenziando che la società IDM (Innovation, Development, Marketing), istituita con legge provinciale 19 settembre 2017, n. 15, aveva accorpato quattro organizzazioni (Alto Adige Marketing, EOS, BLS e TIS) in un’unica struttura “fornitrice di servizi all’economia” al fine di fungere da “laboratorio di idee per le imprese locali e rendere l’Alto Adige ancora più competitivo come sede di attività economiche”, ma aveva fallito quest’obiettivo, generando un mastodonte: l’ottimizzazione delle risorse umane non era stata attuata o era stata vanificata da assunzioni con contratti a tempo determinato, con un conseguente forte aumento del turnover e un peggioramento della qualità dei servizi; in tutti i settori l’aumento dell’efficienza si faceva ancora attendere. Così oggi l’IDM è un carrozzone capace soltanto di essere d’ostacolo a sé stesso con il suo pesante apparato burocratico. Attualmente l’IDM, con le sue attività di marketing nel settore turistico e agricolo e con la sua ripartizione business development, impiega 196 persone. In questo modo inghiotte ben 56 milioni di euro in contributi alle spese di esercizio, ai quali si aggiungono budget multimilionari per il marketing. Inoltre, pur essendo un’“azienda pubblica”, l’IDM non soggiaceva alle stesse regole che valgono per l’amministrazione provinciale, poiché ad essa si applicava il contratto collettivo del terziario; veniva assunto personale privo dell’attestato di bilinguismo e quindi delle necessarie conoscenze di entrambe le lingue. Anche il pres. Kompatscher aveva dichiarato che l’accorpamento delle diverse società in IDM era stato un errore, e tuttavia l’IDM continuava a non funzionare come dovrebbe ed è più lontana che mai dalla pretesa di essere un “efficiente fornitore di servizi”. Il proponente invitava quindi a impegnare la Giunta provinciale (1) a sciogliere l’IDM Südtirol/Alto Adige; (2) a ripartire le competenze dell’azienda come segue: a) l’IDM stessa assumerà la denominazione “Marketing Alto Adige” e fungerà da fornitore di servizi di marketing al settore turistico altoatesino; il fondo per le produzioni cinematografiche rimarrà ivi insediato, ma verrà sottoposto a un’attenta analisi al fine di verificarne l’utilità e la sostenibilità; l’obiettivo principale non dovrà essere quello di attirare nuovi flussi turistici in provincia di Bolzano, ma di gestire il turismo e indirizzare i flussi di visitatori; b) le attività nei settori dell’export (già di competenza dell’ex EOS) e del marketing agricolo saranno trasferite alla Camera di commercio; c) tutti i progetti legati all’innovazione verranno riuniti sotto la competenza del NOI Techpark. Köllensperger ha ricordato che nella forma attuale l’IDM esiste solo da 6 anni, e che con questa proposta non si torna quindi indietro di 20 anni, come sostenuto da qualcuno, ma si guarda in avanti.
Diego Nicolini (Movimento 5 Stelle) ha ricordato la sua collaborazione con organizzazioni che si occupavano di promozioni all’estero, a partire da Indexport e passando da EOS, organizzazioni nelle quali c’era un entusiasmo diverso rispetto a quello che trovava oggi in IDM. Di questa struttura non avrebbe buttato via tutto, ma quando la funzione era affidata alla Camera di commercio c’erano maggiore velocità nelle decisioni e più vicinanza alle imprese. IDM era diventata un grande ministero: funzionava bene ma era poco flessibile, e la flessibilità era necessaria sui mercati. Era un organismo politicizzato, con tanti livelli dirigenziali e settori in competizione tra loro. La struttura era da rivedere anche in un’ottica di spending review.
Josef Unterholzner (Enzian) ha sostenuto di essere a favore della sburocratizzazione e annunciato voto a favore della mozione, chiedendo però di prevedere non lo scioglimento ma una riforma, uno snellimento di IDM, divenuta un apparato elefantiaco. Si era confrontato con diverse associazioni, e tutte avevano ritenuto necessario intervenire, smettendola di nascondere certe cose e imparando dagli errori del passato. Si sarebbe inoltre dovuto riformare radicalmente l’intera amministrazione provinciale. Tante piccole e medie imprese che avevano a che fare con IDM avrebbero avuto vita più facile con lo snellimento della struttura. Egli ha quindi criticato gli alti importi spesi per le Giornate della sostenibilitá .
Ricordando di aver chiesto un’audizione ad hoc su IDM in terza commissione legislativa, Sandro Repetto (Partito Democratico – Liste civiche) ha evidenziato la necessità di informazioni su progetti e attività futura di IDM: su questo regnava il silenzio. Il mondo imprenditoriale e contadino erano soddisfatti dell’attività di IDM, meno la Camera di commercio e le APT, molte delle quali ignoravano completamente l’attività di IDM perché avevano soldi sufficienti per agire da sole, mentre consorzi che non avevano questi mezzi dovevano collaborare con IDM, ma non ne erano felici. Sciogliere completamente IDM forse era esagerato, ma serviva chiarezza, per esempio proprio tramite audizione.
Marco Galateo (Fratelli d’Italia) ha chiarito che nel privato la percezione di EOS, BLS e TIS era stata di “stipendifici”, ma la percezione era migliorata con IDM: chi ci lavorava si impegnava molto e meritava i complimenti, era d’aiuto alle piccole e medie imprese; era però necessario e intelligente dividere le competenze. C’era comunque ancora bisogno di promuovere il turismo; forse la promozione dell’attività cinematografica non era gestita al meglio, vista l’esperienza del lago di Braies. Non condivideva in toto la mozione, ma avrebbe votato a favore perché era la strada giusta.
Secondo Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) non si trattava di mettere in dubbio la promozione del turismo, bensì di chiedersi se IDM la svolgeva nel migliore dei modi. Egli aveva qualche dubbio, perché l’Alto Adige all’esterno non era sempre stato percepito in modo positivo (traffico, pesticidi ecc): era quindi possibile pensare a una divisione delle diverse aree di competenza in diverse agenzie. In quanto ai contributi per la produzione cinematografica, si sperperavano i soldi: in molti film i sudtirolesi apparivano come degli stupidi. Egli si è detto a favore di una ristrutturazione di IDM.
Gerhard Lanz (SVP) ha chiarito che la mozione parlava di scioglimento, non di ristrutturazione. Non bisognava basare la valutazione in merito a IDM sulla base degli ultimi anni, che erano stati problematici: nel 2014-15, tutti si erano espressi per un accorpamento, tranne lui in quanto rappresentante dell’EOS. L’IDM aveva funzioni di marketing verso l’esterno e fornitura di prestazioni, due livelli che potevano coesistere, e la sua attività fieristica era stata positiva: le aziende che lavoravano all’estero lo avevano appurato. Miglioramenti erano possibili, ma bisognava ammettere che nonostante tutte le difficoltà degli ultimi anni IDM era riuscita a creare un valore aggiunto.
Franz Locher (SVP) ha ha chiarito che egli si aspettava molto di più proprio in relazione alla pubblicità dell’Alto Adige, con maggiore focus sui prodotti locali, da commercializzare nelle strutture alberghiere. Inoltre, si propagandava un paesaggio bellissimo senza nemmeno citare la categoria che se ne curava; anche per il prezzo del latte l’IDM non aveva portato vantaggi, si era alle tariffe del 2012.
Peter Faistnauer (Perspektiven Für Südtirol) ha riferito che dai suoi incontri con gli agricoltori era emerso che la percentuale di prodotti bio locali usati negli alberghi era lo 0,5%: a breve gli agricoltori avrebbero chiuso le stalle. Per ogni litro di latte gli agricoltori avevano bisogno di 80-90 centesimi, ed era questo che si aspettavano dall’azione della Provincia. Non si diceva che tutto andava male, ma i costi aumentavano tantissimo. Egli avrebbe sostenuto la mozione.
Helmut Tauber (SVP) ha rilevato la differenza tra produzione e commercializzazione, tra produzione bio e originalità, evidenziando che più del 30% delle aziende turistiche acquistavano localmente. Non tutto funzionava perfettamente e c’erano criticità, ma così come grandi imprese internazionali si univano per ottenere ancora di più, anche in Alto Adige c’era bisogno di maggiore collaborazione. Mentre l’export aveva funzionato bene, non altrettanto si poteva dire per il marketing interno. Anche lui era favorevole a un’audizione in commissione, lo stesso ci voleva anche per la A22 una volta l’anno. Tauber ha ricordato che quando tutto era bloccato, in 10 giorni era stato predisposto un progetto per il ricollocamento dei prodotti locali sul mercato che aveva permesso un plusvalore di 15 milioni, e che anche in quanto all’export c’era stato un aumento del 15%, e il marketing dell’Alto Adige era stato rafforzato. Non bisognava buttare il bambino con l’acqua sporca.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha evidenziato che nel dibattito l’IDM veniva colpevolizzata di tutto, e questo era il segnale che mancava chiarezza sui suoi compiti. Lo sponsoring non doveva necessariamente avvenire tramite un’altra organizzazione, si poteva discutere se la promozione turistica era stata portata avanti bene.
Dopo che Paul Köllensperger ha proposto un EMENDAMENTO al fine di sostituire la proposta di “scioglimento” di IDM con una di “riforma”, Magdalena Amhof (SVP) ha chiesto un’interruzione per un confronto in maggioranza.
Dopo la pausa, Gerhard Lanz (SVP) ha ritenuto l’emendamento non sufficiente, e ritenuto che si dovesse parlare di ciò che ci si aspettava da IDM, delimitandone l’ambito sulla base delle possibilità. Una buona pubblicitá non risolveva tutti i problemi: i prodotti contavano di più. Il budget a disposizione era in gran parte fornito dalla provincia, in piccola parte dalla Camera di commercio: una rappresentanza al 60:40 negli organi decisionali non corrispondeva.
Sandro Repetto ha apprezzato la modifica al punto (1), che permetteva anche un confronto: avrebbe però eliminato il punto (2), che riduceva i margini di discussione. Ha chiesto quindi votazione separata.
Helmut Tauber (SVP) ha chiarito in merito ai Sustainability days che il tema era molto sentito da molte aziende, che l’Alto Adige si era fatto classificare come destinazione turistica sostenibile: questo giustificava l’organizzazione da parte di IDM. Anche la promozione cinematografica aveva funzionato, aumentando gli accessi alla piattaforma turistica dell’Alto Adige. A fronte di specifiche proposte, il numero di visitatori del lago di Braies era stato dimezzato; l’IDM aveva aiutato molto anche la digitalizzazione di molte aziende tramite la propria piattaforma. Si trattava di una struttura molto professionale dove lavoravano circa 200 persone, non era corretto mettere tutto in discussione. Ha ribadito l’opportunità di un’audizione in commissione, però con la partecipazione di tutti i consiglieri provinciali.
L’ass. Arnold Schuler ha chiarito che tante cose che IDM faceva dietro le quinte non si vedevano, come la collaborazione per i piani di sviluppo comunale. Altri risultati erano misurabili, come la campagna restart durante la pandemia, che aveva fornito un + 9% di ospiti italiani, a fronte di un calo del 15% in Trentino. Nel 2021, l’alto Adige aveva registrato una riduzione dei pernottamenti molto inferiore rispetto a Trentino e Tirolo. Queste ora volevano unire le strutture, “e noi dovremmo muoverci in senso contrario?”. Bisognava piuttosto cercare di potenziare e ampliare il marchio Alto Adige, non solo per il turismo ma anche per prodotti agricoli e artigianato; andava evitato il campanilismo delle singole localitá o produzioni; per esempio, nel settore lattiero-caseario ci si era concentrati sul proprio orticello. L’ass. Philipp Achammer ha sostenuto che non si diceva che tutto funzionava perfettamente, tuttavia non ci sarebbero stati vantaggi dalla disgregazione della struttura. Le esportazioni erano sostenute con grande forza, in quanto al settore cinematografico, in passato si era criticata la riduzione die fondi, ora si diceva il contrario. Obiettivo doveva essere migliorare i servizi dell’IDM dove non funzionavano e mantenerli dove funzionavano bene. C’era la disponibilitá di parlare di ulteriori miglioramenti, anche in audizione. Paul Köllensperger ha replicato che non aveva mai detto che nulla avesse funzionato, bensì che le sinergie non avevano avuto l’effetto sperato: i risultati dimostravano che il passo non era stato sensato.
Dopo un’altra interruzione chiesta da Amhof (SVP) per un confronto interno al gruppo consiliare, la stessa capogruppo SVP ha chiesto un’ulteriore interruzione, che Sven Knoll (STF) ha ritenuto una scusa per rinviare la votazione sulla mozione. Anche Paul Köllensperger (Team K) ha ritenuto che lo scopo fosse questo, e ha chiesto alla presidente di assolvere al suo ruolo di garante super partes. Marco Galateo (Fratelli d’Italia), Brigitte Foppa (Gruppo verde) e Josef Unterholzner (Enzian) ha sollecitato la presidente a far proseguire i lavori, “altrimenti”, cosí Unterholzner, “ci costringe a una mozione di sfiducia nei suoi confronti”. L’ass. Philipp Achammer ha detto che non c’era accordo nel gruppo consiliare sulla mozione, chiedendo tempo per discuterne internamente; Franz Locher, Paula Bacher e Helmut Tauber (SVP) sono intervenuti sull’ordine dei lavori per evidenziare questa posizione e chiedere una nuova interruzione a questo scopo.
La presidente Rita Mattei ha spiegato che era prassi concedere un’interruzione quando veniva richiesta: votare domani non avrebbe cambiato nulla. Le opposizioni hanno quindi proposto tramite Sven Knoll di prolungare la seduta per ritrovarsi, dopo la pausa, alle 18.30 in aula: messa in votazione dalla presidente, la proposta è stata approvata con 17 sì e 15 no. Magdalena Amhof ha chiarito che aveva chiesto un’interruzione fino alla fine dei lavori, Marco Galateo ha invitato a votare per chiedere che il Consiglio proseguisse i lavori fino alla votazione della mozione.
La seduta è stata nuovamente interrotta.
(Autore: MC)
[Lista completa dei comunicati](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp)
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