(AGENPARL) - Roma, 1 Dicembre 2025(AGENPARL) – Mon 01 December 2025 *COMUNICATO STAMPA*
*LA SCOPERTA DEI RICERCATORI DI UNITO: IN CASO DI INFANZIA TRAUMATICA SONO
LE RETI DI AMICIZIA – PIÙ DELLA FAMIGLIA – A SALVARE LA SALUTE MENTALE
DEGLI UNIVERSITARI*
*Un’indagine condotta tra gli studenti di tre diversi Atenei italiani
rivela che percepire supporto sociale dai pari riduce l’impatto delle
esperienze avverse infantili sulla regolazione emotiva e sulla depressione*
Gli anni universitari rappresentano una fase delicata di transizione, in
cui i giovani adulti devono affrontare sfide emotive, sociali e
accademiche. Un nuovo studio condotto da ricercatori delle *Università di
Torino*, *Università Europea di Roma* e *Università di Padova* evidenzia
come il supporto sociale percepito, in particolare quello di amici e
partner, possa mitigare in questa fase della vita il rischio di depressione
negli studenti universitari che hanno vissuto esperienze avverse durante
l’infanzia.
La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale *Journal of
Affective Disorders*
coinvolto *674 studenti universitari* e ha analizzato il legame tra
esperienze avverse infantili, difficoltà nella regolazione emotiva e
sintomi depressivi.
La letteratura scientifica indica da tempo che le esperienze avverse
infantili — come trascuratezza, maltrattamenti o gravi conflitti familiari
— rappresentano un fattore di rischio per la depressione perché
compromettono a livello psicologico e neurobiologico lo sviluppo delle
competenze necessarie a riconoscere e a gestire le emozioni nel corso della
vita. Lo studio appena pubblicato aggiunge un tassello importante e mostra
che amici e partner rappresentano un fattore protettivo: *un maggior
sostegno percepito attenua l’impatto della disregolazione emotiva sui
sintomi depressivi*.
Durante gli anni universitari le reti sociali cambiano profondamente:
aumenta l’autonomia, spesso ci si allontana dalla famiglia e si investe di
più nelle relazioni con i coetanei. Il sostegno degli amici e dei partner
diventa così uno dei fattori più importanti per affrontare stress,
difficoltà accademiche e sfide personali. Contrariamente a quanto spesso si
immagina, *il supporto della famiglia non ha mostrato lo stesso effetto
protettivo*. Secondo gli autori, ciò potrebbe essere legato al fatto che le
esperienze traumatiche riportate dagli studenti avvengono spesso proprio in
contesti familiari, riducendo la capacità del nucleo familiare di offrire
un sostegno percepito come davvero efficace
“*I risultati indicano che il supporto di amici e partner può rappresentare
una risorsa chiave per gli studenti con storie traumatiche e disfunzionali*”,
dichiarano i professori *Rita Ardito* e *Mauro Adenzato* del *Dipartimento
di Psicologia dell’Università di Torino*. “*Promuovere reti sociali solide
e contesti relazionali positivi è essenziale per sostenere la salute
mentale nelle comunità universitarie*”.
Gli Atenei possono svolgere un ruolo cruciale nella prevenzione promuovendo
programmi di peer-support e mentoring, attività che favoriscono la
socializzazione e l’inclusione e prevedendo spazi di confronto tra gruppi
di pari. Sono interventi a basso costo, ma capaci di rafforzare la rete
sociale degli studenti e ridurre il rischio di depressione nei più
vulnerabili.
Lo studio, intitolato *“Breaking the cycle: The protective role of
perceived social support in the relationship between adverse childhood
experiences, emotional dysregulation and depression in university students”
*è stato finanziato dall’Unione Europea – Next Generation EU, Missione 4,
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Sezione Comunicazione Digitale e Media Relations
Area Comunicazione
Direzione Generale
Università di Torino
Area Relazioni Esterne e con i Media
Università degli Studi di Torino
Settore Relazioni con i Media