(AGENPARL) - Roma, 20 Novembre 2025(AGENPARL) – Thu 20 November 2025 Zootecnia: Cia-Agricoltori, serve un piano di filiera
Nel primo semestre del 2025 – certifica Ismea – le quantità di carni bovine
acquistate dai consumatori sono diminuite rispetto ai primi sei mesi del
2024, proseguendo sulla scia del 2024. Le carni- sottolinea Cia-Agricoltori
Potenza-Matera – rappresentano un’importante voce nella lista della spesa
alimentare delle famiglie. In particolare, le bovine, che rappresentano in
volume il 29% delle carni nel carrello, da sempre hanno il prezzo più
elevato tra le carni. Da un lato la ricerca di proteine nobili sta
prendendo sempre più piede, dall’altro il fattore prezzo continua giocare
un ruolo determinante, a sfavore delle referenze bovine, che sono le uniche
a segnare una lieve perdita dei volumi a fronte di suine ed avicole che
invece crescono. Per gli allevatori lucani saranno le festività natalizie a
risollevare un comparto in difficoltà. La Cia-Agricoltori rilancia le
proposte per rilanciare la zootecnia: riduzione della dipendenza
dall’estero, più sostegno a innovazione e ricerca, un piano strutturale per
le aree interne e interventi concreti per il ricambio generazionale, visto
che l’incidenza dei giovani under 40 è sotto il 10%.
“Nonostante il suo ruolo strategico -sottolinea il presidente Cristiano
Fini- il settore oggi si trova ad affrontare una crisi strutturale
aggravata da emergenze sanitarie, ridotta competitività e da una crescente
pressione culturale e mediatica, che penalizza soprattutto il consumo di
carne rossa”.
Negli ultimi anni sono diminuite drasticamente le aziende e il patrimonio
di capi, soprattutto nella filiera bovina e ovicaprina, con effetti pesanti
sull’economia e sull’occupazione nelle aree rurali. L’Italia resta
fortemente dipendente dall’estero: l’autosufficienza è in calo e le
importazioni di bovini coprono oltre il 40% del fabbisogno nazionale. Nel
2025, le importazioni di animali da ristallo sono diminuite del 7%, ma
restano comunque elevate: il Brasile da solo fornisce oltre il 50% delle
carni congelate importate. “Non possiamo continuare a dipendere in questo
modo dai mercati esteri -ha spiegato il presidente di Cia-. È urgente
rafforzare la filiera nazionale e promuovere progetti condivisi tra
allevatori, macellatori e trasformatori, puntando anche sulla
valorizzazione delle razze autoctone e sul rilancio della linea
vacca-vitello italiana”. Inoltre, è necessario favorire un’alleanza con il
mondo della ricerca su una serie di direttrici, da quella genetica a quella
alimentare “Solo investendo su questo fronte -ha aggiunto Fini- possiamo
accrescere la produzione tricolore, salvaguardando anche competenze che
rischiano di andare perdute”.
Nelle aree interne, dove la zootecnia rappresenta spesso l’unica attività
economica, il settore svolge un ruolo cruciale anche come presidio del
territorio e della sostenibilità ambientale. Gli allevamenti contribuiscono
a contrastare spopolamento, abbandono e degrado idrogeologico, garantendo
al contempo elevati standard di qualità e benessere animale. Per questo, ha
sottolineato il presidente di Cia, “è fondamentale sostenere la zootecnia
con politiche mirate e strumenti adeguati, riconoscendone la funzione
economica, ambientale e sociale”.
Sul fronte generazionale, l’Ue punta a raddoppiare entro il 2040 la quota
di giovani agricoltori, ma senza fondi dedicati la strategia rischia di
rimanere sulla carta. La presenza giovanile oggi è marginale e, senza un
ricambio reale, la zootecnia italiana rischia di perdere il proprio futuro.
“Servono politiche mirate per l’accesso alla terra, al credito e alla
formazione -ha evidenziato Fini- insieme a una Pac più equa e inclusiva,
che riconosca il ruolo multifunzionale della zootecnia”.
Il comparto zootecnico, infine, è quello che più ha fatto ricorso alla
misura Agricoltura 4.0 per l’innovazione tecnologica. Quindi “tagliare le
risorse, come previsto nella legge di Bilancio 2026 -ha concluso il
presidente di Cia- è un grave errore, perché significa frenare la
modernizzazione di uno dei pilastri della nostra agricoltura”.