(AGENPARL) - Roma, 28 Ottobre 2025(AGENPARL) – Tue 28 October 2025 Lettera alla comunità accademica
Lecce, 28 ottobre 2025
Carissimi colleghi e colleghe,
Carissime studentesse e studenti,
tra qualche giorno si chiuderà il mio mandato e lascerò la guida del nostro Ateneo, laddove mi ha portato il vostro sostegno, la fiducia che mi avete accordato oltre sei anni fa; una fiducia che spero abbia trovato conferma nel mio operato. Sono stati sei anni intensi e impegnativi, talvolta difficili, come nel periodo pandemico, ma anche entusiasmanti per le emozioni che ci hanno regalato e, nondimeno, appaganti per i risultati conseguiti, come la realizzazione della Scuola di Medicina che resta di certo il lascito più importante di questo mandato. Anni che ci hanno dato grandi soddisfazioni, andate ben oltre le nostre aspettative, restituendoci non solo una più solida prospettiva di sviluppo, ma anche la stima dei nostri interlocutori pubblici e privati, l’affetto della nostra comunità territoriale. Un riconoscimento indubbiamente importante, posto che tra le missioni istituzionali degli atenei il public engagement ha assunto una crescente importanza e con esso la capacità di concorrere allo sviluppo sociale, economico, culturale del contesto territoriale di cui si è parte. Un obiettivo, quest’ultimo, che abbiamo tenacemente perseguito attraverso l’elaborazione del Masterplan della Terra d’Otranto, per citare l’azione più rappresentativa, o con la costituzione della rete dei Partner strategici che vede il coinvolgimento di circa centocinquanta attori di livello locale, nazionale e internazionale. Ma questo, come ogni altro risultato raggiunto, è stato in larga misura merito vostro, merito di quanti in questi anni si sono spesi per rinnovare l’immagine del nostro Ateneo; per costruire una nuova prospettiva di sviluppo per la nostra Università, per il nostro territorio. Pur essendo stato promotore di molte iniziative ed avendo contribuito personalmente alla realizzazione di molte di esse, ho sempre creduto che uno dei compiti fondamentali di chi governa un’istituzione sia quello di mettere in valore le persone che ne fanno parte, di motivarle e coinvolgerle, facendo in modo che ciascuna di esse possa esprimere appieno il proprio potenziale e, sentendosi parte di un progetto corale e di un’istituzione accogliente e dinamica, possa impegnarsi per il bene della propria comunità. È per questo che negli anni del mandato ho cercato di essere sempre al vostro fianco, ascoltando le vostre proposte e aiutandovi a realizzarle, partecipando agli eventi di cui eravate promotori o accompagnandovi nello sviluppo di nuove e più sfidanti progettualità. L’ho fatto con impegno e passione, e questo mi ha consentito di conoscere molti di voi e di poter apprezzare le vostre qualità, costruendo e rafforzando amicizie che costituiscono la più grande eredità personale di questo sessennio. Parlando di amicizie, sento il dovere di ringraziare la Prorettrice, i miei delegati e delegate, la mia segreteria e il Direttore Generale per avermi supportato e sopportato; una dimostrazione d’affetto che non potrò dimenticare.
Sono orgoglioso di non aver mai interrotto le attività didattiche e di ricerca e di aver potuto contribuire in prima persona all’ottenimento di importanti investimenti come quelli relativi al restauro e la rifunzionalizzazione del Monastero degli Olivetani, o all’acquisizione di importanti asset immobiliari come il complesso ITCA dove a breve realizzeremo un nuovo studentato. Un investimento, quest’ultimo, che è andato ad aggiungersi ad un piano di investimenti immobiliari che, integrando i fondi del Piano per il Sud e del PNRR, ci ha consentito di ridisegnare il nostro Ateneo, ampliando e riqualificando il nostro patrimonio edilizio, rendendolo più sostenibile e funzionale e, al contempo, anche più bello. In questo stesso periodo abbiamo anche contribuito a ridisegnare l’assetto urbano come la piazza della conoscenza che sta sorgendo tra i nostri plessi di Via Calasso e lo Studium 2000, creando un vero e proprio campus urbano; un’idea che proposi al Comune anni addietro e che trova oggi realizzazione, come il percorso ciclabile che conduce ad Ecotekne. Sono altresì felice di aver personalmente contribuito a ridefinire le strategie di orientamento, dando vita al Summer Camp e, soprattutto, incontrando ogni anno gli studenti e le studentesse di più di una trentina di istituti secondari di II grado delle tre province salentine e costruendo con i dirigenti scolastici un rapporto di intensa collaborazione che ha positivamente inciso sulla crescita delle iscrizioni che abbiamo registrato in questi anni con una dinamica nettamente migliore della media nazionale, pur all’interno di un perdurante processo di spopolamento del territorio salentino che resta una delle maggiori criticità che grava sul nostro futuro. Agli studenti e studentesse del nostro Ateneo va un ringraziamento particolare per la fiducia che ci hanno accordato, ma anche per essere stati in questi anni una forza trainante e innovativa, collaborando attivamente alla definizione degli indirizzi strategici e degli interventi operativi. Quando penso ai nostri studenti il mio pensiero va, e non potrebbe essere diversamente, a Julie, la nostra studentessa francese che si tolse la vita due anni fa. È stato un momento doloroso che mi porta a dire “mai più”: nessuno studente deve essere lasciato indietro, nessuno deve sentirsi solo nella nostra comunità. In questi anni abbiamo fatto di tutto per rendere il nostro Ateneo più inclusivo, accogliente e sostenibile, potenziando le attività dell’ufficio inclusione, investendo risorse sul counseling psicologico, creando nel campus extraurbano in collaborazione con l’ASL il presidio medico, realizzando il gender equality plan e il bilancio di genere e, più di recente, allargando il nostro impegno agli studenti con bisogni educativi speciali. Qualche tempo fa mi è capitato di far parte di una commissione che ha laureato uno studente nella sua casa in quanto le sue condizioni di salute non gli consentivano di spostarsi. Vorrei trasmettere a tutti voi l’emozione che ho provato quel giorno e che mi porta a dirvi: è su questi obiettivi che si misura la qualità di una Università pubblica; nel consentire a tutti, indipendentemente dalle condizioni personali e familiari, di mettere in valore il proprio talento, di dare un futuro alla propria vocazione. L’accesso alla formazione universitaria è un diritto che deve essere assicurato a tutti, ai nostri concittadini, certo, ma anche a tutti coloro ai quali questo diritto nel loro paese di provenienza non è garantito, a coloro che fuggono da guerre, persecuzioni o anche solo da condizioni di povertà che non consentono loro di poter avere un futuro. Di qui l’impegno a guardare anche oltre i nostri confini. Sul piano dell’internazionalizzazione abbiamo ampliato le nostre collaborazioni strategiche grazie a numerose missioni istituzionali che ci hanno portato in una ventina di Paesi europei ed extraeuropei con importanti risultati quali: la costituzione di una alleanza europea (il Consorzio Athena); la creazione di un centro di ricerca alle Galapagos, che speriamo presto di poter potenziare, e l’avvio di nuove missioni archeologiche all’estero come in Iran e in Uzbekistan. Ma le iniziative che mi rendono maggiormente orgoglioso sono l’istituzione del bando Unisalento4Talents e l’apertura di una sede didattica in Madagascar; proprio in questi giorni quest’ultima, in ragione del suo valore innovativo e dei valori etici che sono ad essa sottesi, è stata premiata con un finanziamento ad hoc della Fondazione con il Sud. Sempre sul piano dell’internazionalizzazione ho saputo, proprio mentre vi scrivo, che un nostro progetto con i paesi della sponda meridionale del Mediterraneo – progetto di cui sono stato personalmente promotore – è stato fatto proprio dall’Unione Europea e vedrà la sua realizzazione già nel 2026. Del resto sulla cooperazione internazionale abbiamo investito in maniera convinta aprendo su questi temi una magistrale a Brindisi in collaborazione con le Nazioni Unite che in questa città hanno una delle loro più importanti basi logistiche. Una magistrale tesa anche a rilanciare il nostro impegno didattico nel capoluogo brindisino dove abbiamo aperto una sede nel chiostro di San Paolo Eremita.
Tornando agli obiettivi dell’inclusione questi si sono inseriti in una più generale strategia di Ateneo che ha cercato di dare piena attuazione ai principi ESG. È infatti in questa direzione che vanno lette azioni fondamentali come l’elaborazione del Piano di Sostenibilità di Ateneo, la ridefinizione del quadro organizzativo e l’investimento sul personale tecnico, amministrativo e bibliotecario affinché potesse raggiungere una dimensione quantitativa e qualitativa coerente con le esigenze dell’Ateneo e offrisse a tutti i dipendenti un’opportunità di crescita professionale in un ambiente più dinamico e meno stressante in ragione della redistribuzione dei carichi di lavoro. I margini di miglioramento su questo piano sono ancora molti, ma sono certo che la nuova governance andrà con determinazione in questa direzione.
Se vogliamo puntare all’eccellenza abbiamo infatti bisogno del contributo di tutti voi e questo lo si potrà ottenere solo se ciascuno di voi sarà messo nelle condizioni di dare il meglio di sé. Ambire all’eccellenza vuol dire potenziare la ricerca, in quanto asse portante dell’istituzione universitaria; senza una ricerca di qualità non può esservi infatti una didattica di qualità e la stessa terza missione viene ad essere privata del suo slancio innovativo. È con questo obiettivo che in questi anni ci siamo impegnati a migliorare e ad arricchire i nostri laboratori di ricerca, a rafforzare la nostra presenza nelle reti nazionali e internazionali, a creare nuove infrastrutture di ricerca e di connessione con il mondo delle imprese. Abbiamo iniziato con la costituzione del Salento Biomedical District e abbiamo proseguito, entrando in ben tre dei cinque Centri Nazionali per la Ricerca creati con i fondi del PNRR. Ci stiamo dotando di attrezzature di ricerca che ben pochi atenei in Italia e in Europa possono vantare e, non ultimo, abbiamo realizzato importanti investimenti sul piano del trasferimento tecnologico, come la creazione della rete I-Store e la progettazione dell’incubatore-acceleratore d’imprese che è al momento in fase di realizzazione nell’area industriale di Surbo o, ancora, la costruzione a Campi Salentina di un centro integrato per la vitivinicoltura di qualità – un’altra iniziativa volta a mettere in valore le vocazioni produttive della nostra terra – e da ultimo, ma non per ultimo, a Cavallino nel Convento dei Domenicani stiamo creando un Centro per il Restauro in collaborazione con il Polo Bibliomuseale e la Regione Puglia. Abbiamo lavorato naturalmente anche sulla comunicazione, innovando l’immagine del nostro Ateneo – a partire dal logo che oggi esprime la nostra vocazione ad essere luogo di mediazione e di confronto – e creando nuovi ed efficaci strumenti di comunicazione come la Web Radio di Ateneo (SUR, Salento University Radio) e iniziative volte a rafforzare la reputazione e il senso di appartenenza, come il Graduation Day.
Dovrei riportare molte altre iniziative realizzate in questi anni o in corso di realizzazione e mi scuso con quanti non le troveranno elencate in queste poche pagine avendo dedicato ad esse larga parte del proprio tempo, ma credo di aver già abusato della vostra pazienza.
Ci eravamo ripromessi di essere un faro culturale, un gateway tecnologico, un ateneo inclusivo, un motore di sviluppo sostenibile, un bene comune per la nostra comunità; credo che tutti questi risultati siano stati raggiunti e la presenza del Presidente della Repubblica alla nostra ultima inaugurazione è stato il coronamento di questo percorso, il giusto riconoscimento all’impegno di tutti noi. Spero davvero di aver contribuito nel mio ruolo istituzionale a rendervi, come lo sono io, orgogliosi di far parte di questa comunità accademica.
Abbiamo fatto insieme molta strada, ma molta strada è ancora da percorrere e occorre che l’impegno di tutti e tutte voi non venga mai meno, che cresca e si rafforzi la coesione e la convergenza perché l’Ateneo e il territorio sono di fronte a sfide assai complesse e per vincerle c’è bisogno di tutti noi. Continuerò ad essere convintamente al vostro fianco, al fianco della nuova Rettrice, come voi e lei avete fatto con me in questi anni. Non mi resta che ringraziarvi e augurare a ciascuno di voi e alla nostra Università di non perdere mai di vista l’obiettivo: contribuire, attraverso il progresso della conoscenza e il pensiero critico e indipendente, a rendere il mondo un luogo migliore in cui vivere, a partire dal nostro amato territorio.
Un abbraccio
Fabio Pollice
