
(AGENPARL) – Mon 22 September 2025 GINOSA, TERMOVALORIZZATORE: ennesime criticità di un progetto pensato male
e presentato peggio
.
Il Comune di Ginosa conferma il massimo impegno per impedire la
realizzazione del termovalorizzatore, a tutela della salute pubblica,
dell’ambiente e delle prospettive di sviluppo sostenibile della comunità.
Dopo aver impugnato la determinazione della Regione Puglia,
l’Amministrazione comunale di Ginosa ha trasmesso al Ministero
dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ulteriori osservazioni, in
seguito alle integrazioni volontarie depositate da Ecologistic lo scorso
giugno. La relazione integrativa presentata dalla società non ha fatto
altro che confermare e aggravare le preoccupazioni già espresse: i rischi
ambientali e sanitari sono concreti e le criticità progettuali
insormontabili.
Il documento evidenzia: emissioni in atmosfera con potenziale rischio di
superamento dei limiti, piano di monitoraggio inadeguato, gestione incerta
dei periodi transitori, utilizzo non giustificato del CSS come
combustibile, trattamento delle acque reflue non conforme, studio sanitario
incoerente e bilancio energetico non sostenibile.
A tutto ciò si aggiunge l’incompatibilità con gli strumenti di
pianificazione regionale – dal Piano Paesaggistico Territoriale al Piano di
Gestione dei Rifiuti Speciali – oltre alla mancanza di requisiti
urbanistici e amministrativi fondamentali per l’avvio della procedura
autorizzativa.
Dopo l’interrogazione parlamentare presentata dal senatore Mario Turco al
Ministro, la questione è stata sollevata anche alla Commissione Europea
dagli eurodeputati del MoVimento 5 Stelle del gruppo The Left – Valentina
Palmisano, Danilo Della Valle, Mario Furore e Dario Tamburrano – che hanno
posto l’attenzione sulla compatibilità del finanziamento da 68 milioni di
euro di fondi UE con il Green Deal e il principio “Do No Significant Harm”.
«*Questo progetto è stato pensato male e presentato peggio. Non rispetta né
l’ambiente né la salute dei cittadini, ed è incompatibile con le vocazioni
agricole, turistiche e paesaggistiche del nostro territorio – *prosegue
Parisi – *il nostro dovere, come istituzione, è difendere la comunità da un
impianto che non produrrebbe alcun beneficio, ma solo rischi.*
*Abbiamo già dimostrato con atti concreti la nostra contrarietà, impugnando
i provvedimenti regionali e producendo osservazioni puntuali. Continueremo
a farlo, insieme ai cittadini e alle istituzioni che condividono questa
battaglia. Ecologistic faccia un passo indietro**: il nostro territorio non
può e non deve diventare sede di un impianto tanto impattante*».