
La scuola è da sempre il cuore pulsante della crescita culturale e civile di una comunità. È luogo di trasmissione del sapere, di educazione civica, di promozione della mobilità sociale. E il docente è l’anima di questo processo: in passato mediatore del sapere, oggi sempre più educatore, progettista didattico, facilitatore e guida nella formazione integrale della persona. Tuttavia l’evoluzione sociale e tecnologica, l’inclusione di studenti con background differenti, le sfide della digitalizzazione e della cittadinanza attiva hanno reso la professione docente più complessa e centrale che mai.
Non c’è dubbio che oggi l’istruzione scolastica ha compiuto importanti passi avanti e molteplici sono le conquiste, dall’autonomia scolastica all’uso delle tecnologie, dalle valutazioni nazionali alle riforme di reclutamento sino al contrasto al precariato. Restano tuttavia gravi squilibri territoriali e un riconoscimento insufficiente della professionalità docente.Le carenze non mancano.
Occorre un intervento mirato affinché la scuola possa riacquisire la sua importante funzione sociale e per fare ciò bisogna che i percorsi formativi, a tutti i livelli, siano riprogrammati nel verso della migliore aderenza alle esigenze imposte dal rinnovato contesto sociale, culturale ed economico, parimenti investendo seriamente a favore dei docenti.
L’insegnamento diventa una vera e propria vocazione che, oltre a competenze disciplinari, richiede un impegno costante e un coinvolgimento emotivo elevato al fine di supportare gli studenti nel loro percorso di crescita personale e formativa. Alla luce delle molteplici criticità rilevate, dalla precarietà diffusa alla mancanza di continuità didattica, dalla formazione spesso insufficiente, spesso teorica e poco collegata alla pratica, dallo scarso riconoscimento del merito alle disuguaglianze territoriali, Meritocrazia Italia, pur apprezzando gli sforzi profusi dal Ministero dell’Istruzione del Merito, chiede che non ci si fermi alla rivisitazione dei contenuti, ma si irrobustisca l’offerta formativa dando priorità alla costruzione culturale di cittadinanza, costruendo una scuola più giusta, moderna e meritocratica, e per tale motivo si propone di:
– adottare regole chiare e rimuovere normative che generano discriminazioni tra i docenti/lavoratori e incentivano il precariato, essendo necessario assicurare percorsi formativi di qualità. Il reclutamento dei docenti deve essere equo, trasparente, andando a valorizzare il merito e le competenze acquisite, oltre che l’esperienza maturata sul campo;
– investire sulla formazione continua con l’attivazione di percorsi abilitanti universitari nei quali al percorso teorico venga affiancato un tirocinio reale, prevedendo una formazione obbligatoria premiata con incentivi, per i più virtuosi; creare vere e proprie reti tra scuole e università per condividere innovazione e buone pratiche;
– riqualificare i docenti e attribuire ruolo-guida ai Centri per l’Impiego, che dovranno svolgere attività di diffusione, all’interno delle istituzioni scolastiche, delle nozioni relative all’andamento del mercato del lavoro locale, nazionale e internazionale, per favorire scelte più consapevoli dopo il percorso di studi obbligatorio; elaborare i dati relativi ai nuovi profili professionali ricercati dalle imprese; - in relazione all’abilitazione al sostegno, intervenire in modo mirato affinché non si creino condizioni di disparità di trattamento tra i docenti che hanno seguito i corsi Indire e chi ha seguito il percorso Tfa ordinario, previsto dalla normativa vigente per accedere alla professione;
– adeguare i livelli di retribuzione dei docenti alle soglie previste dalle fasce di reddito europee e adottare politiche di premialità per i docenti che prestano servizio in contesti complessi.
