
L’accordo commerciale recentemente annunciato tra Stati Uniti e Unione Europea rischia di non essere sufficiente a evitare ulteriori aumenti dei dazi doganali sulle esportazioni europee verso il mercato americano. È quanto sostiene l’economista tedesco Thorsten Polleit, ex capo economista di Degussa – la principale società europea di commercio di metalli preziosi – e professore onorario all’Università di Bayreuth.
Intervistato dall’agenzia TASS, Polleit ha espresso forti dubbi sulla fattibilità dell’accordo nella sua forma attuale, sottolineando che “solleva molti interrogativi”, in particolare sul fatto che possa ottenere l’approvazione unanime degli Stati membri dell’UE e, in alcuni casi, del Parlamento europeo.
Uno dei principali ostacoli riguarda gli impegni finanziari richiesti all’Europa. Secondo i termini dell’intesa, la Commissione Europea ha promesso di acquistare energia dagli Stati Uniti – tra cui petrolio, gas naturale e combustibile nucleare – per un valore di 750 miliardi di dollari nei prossimi tre anni, in cambio di una riduzione dei dazi statunitensi dal 30% al 15% su circa il 75% dei prodotti europei. Inoltre, l’UE si è impegnata a far investire alle aziende europee altri 600 miliardi di dollari nell’economia americana.
Polleit, tuttavia, ritiene tali cifre irrealistiche. “Dubito che l’Unione Europea riuscirà a convincere le aziende a investire somme così elevate negli Stati Uniti,” ha affermato, aggiungendo che l’accordo commerciale, così come presentato, rischia di non essere attuato e potrebbe aprire la strada a nuove controversie commerciali.
In tal caso, gli Stati Uniti potrebbero reagire aumentando ulteriormente i dazi sulle importazioni provenienti dall’Unione Europea, alimentando tensioni economiche transatlantiche. “Non mi sorprenderei se tutto questo si trasformasse in uno scontro commerciale più aspro,” ha concluso l’esperto tedesco.