
“Che l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato da parte dei Carabinieri non avrebbe portato risparmi e benefici alla collettività era chiaro anche prima dell’entrata in vigore della Riforma Renzi, ma non era affatto prevedibile che, dopo soli 8 anni e mezzo di gestione Arma, la decantata forza di polizia ambientale più grande al mondo rischi il de profundis a causa di scelte scellerate che hanno compromesso l’assetto organizzativo e fortemente depauperato la forza effettiva della specialità Forestale.
Il Decreto Legislativo 19 agosto 2016, n° 177, recante “Disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo forestale dello Stato, ai sensi dell’articolo 8, comma 1, lettera a), della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” ha regalato all’Arma dei Carabinieri ben 7.177 unità provenienti dal disciolto CFS; l’attuale forza del CUFA, alla vigilia di una ulteriore riorganizzazione che potrebbe spostare diverse decine di Carabinieri Forestali verso i Comandi del TASE, ammonta complessivamente a poco più di 6.000 militari, con un saldo negativo di oltre 1.100 unità in nemmeno un decennio.
La linea di Comando del Tutela Forestale ha subito anche drastiche riduzioni di strutture. Alla specialità vengono di norma assegnati mezzi scartati dalla linea territoriale. Se nessuno dei Comandanti Generali precedenti ha provato ad invertire la rotta, aumentando la soglia minima del 4% dei reclutamenti prevista dalla norma, è un chiaro segnale che della specialità Forestale interessavano solo dotazioni organiche, risorse economiche e strutturali.
Sono talmente assottigliati gli organici che il Comando Generale ha ora enormi difficoltà a conferire incarichi di comando per gli uffici di livello gerarchico superiore; degli 80 primi dirigenti del CFS sono rimasti in 49 (ora Colonnelli) mentre i 295 funzionari transitati sono diventati 196 tra tenenti colonnelli e maggiori. In compenso, come in tutte le buone famiglie, sono aumentati i generali. E si, la casta è sempre la casta!!
Se all’assottigliamento degli ufficiali si aggiungono i capricci ed i desiderata dei singoli, soprattutto di chi non vuole essere spostato per non perdere privilegi e posizioni di rilievo, la frittata è fatta: il comando non viene più conferito a chi merita, ma a chi si rende disponibile, anche se manifestamente incapace, anche se ha impiegato 6 mesi a trasmettere una richiesta al comando superiore ubicato al piano di sopra! E la politica tace…
Cara vecchia Forestale, come ti hanno ridotto!!”.