
(AGENPARL) – Fri 01 August 2025 COMUNICATO STAMPA
Antitrust: sanzione di 3,5 milioni di euro alle società Giorgio Armani
S.p.A. e G.A. Operations S.p.A. per pratica commerciale scorretta
Le due società hanno diffuso dichiarazioni etiche e di responsabilità
sociale ingannevoli in contrasto con le effettive condizioni di lavoro
riscontrate presso fornitori e subfornitori cui è stata esternalizzata
larga parte della produzione di borse e accessori in pelle a marchio
Armani.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato alle
società Giorgio Armani S.p.A. e G.A. Operations S.p.A. una sanzione di 3,5
milioni di euro per pratica commerciale ingannevole ai sensi del Codice
del consumo, attuata dal 22 aprile 2022 fino al 18 febbraio 2025.
In particolare, le società hanno reso dichiarazioni etiche e di
responsabilità sociale non veritiere e presentate in modo non chiaro,
specifico, accurato e inequivocabile.
Tali dichiarazioni sono presenti nel Codice Etico delle società, in
documenti pubblicati sul sito Armani Values (www.armanivalues.com) e sul
sito Armani (www.Armani.com) in cui è presente un link che rimanda al sito
Armani Values.
Dall’attività istruttoria dell’Autorità è emerso, da un lato, che le
società hanno enfatizzato la loro attenzione alla sostenibilità – in
particolare alla responsabilità sociale, anche nei confronti dei
lavoratori e della loro sicurezza – che è diventata uno strumento di
marketing utilizzato per rispondere alle crescenti aspettative dei
consumatori. Del resto, il nome stesso del sito aziendale (Armani Values)
lo dimostra, come anche alcuni documenti acquisiti nel corso delle
ispezioni, da cui emerge con evidenza l’obiettivo di “aumentare la
percezione positiva del brand dal punto di vista della sostenibilità … e
dal punto di vista commerciale … portare il cliente a fare acquisti
consapevoli anche dei ‘valori’ veicolati attraverso i nostri prodotti”.
Dall’altro lato, le società hanno scelto di esternalizzare larga parte
della propria produzione di borse e accessori in pelle a fornitori che, a
loro volta, si sono avvalsi di subfornitori. Presso questi ultimi, in
diversi casi, è emerso che erano stati rimossi i dispositivi di sicurezza
dai macchinari per aumentarne la capacità produttiva, in tal modo ponendo
a grave rischio la sicurezza e la salute dei lavoratori. Inoltre, le
condizioni igienico-sanitarie non erano adeguate, mentre i lavoratori
erano spesso impiegati totalmente o parzialmente in “nero”.
In tale contesto, è evidente che il rispetto dei diritti e della salute
dei lavoratori non è risultato corrispondente al tenore delle
dichiarazioni etiche e di responsabilità sociale diffuse da Giorgio Armani
S.p.A. e G.A. Operations S.p.A..
La consapevolezza di tale situazione gravemente lesiva dei lavoratori che
producevano borse e accessori in pelle a marchio Armani è con evidenza
provata anche dal fatto che, durante un’ispezione di Polizia Giudiziaria,
era presente un dipendente di G.A. Operations preposto al controllo della
qualità delle lavorazioni, il quale ha dichiarato di “recarsi mensilmente
presso quel laboratorio da circa sei mesi”.
Infine, in un documento interno alla Giorgio Armani S.p.A. del 2024,
precedente all’apertura della procedura di amministrazione giudiziaria
richiesta dalla Procura della Repubblica di Milano, si afferma addirittura
che “nella migliore delle situazioni riscontrate, l’ambiente di lavoro è
al limite dell’accettabilità, negli altri casi, emergono forti perplessità
sulla loro adeguatezza e salubrità”.
Roma, 1° agosto 2025
Testo del provvedimento
https://www.agcm.it/dotcmsdoc/allegati-news/PS12793%20chiusura.pdf
Foto del Presidente Rustichelli
Direzione Rapporti Istituzionali, Relazioni Esterne, Comunicazione e
Stampa
Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
00198 Roma – Italia