
(AGENPARL) – Wed 30 July 2025 (ACON) Trieste, 30 lug – “Una tutela doverosa e massimo livello
di attenzione sempre rivolto alla salute umana, particolarmente
dovuto a chi opera in condizioni di rischio personale e,
talvolta, alle prese con un’attivit? di volontariato. Accogliamo
perci? con grande soddisfazione il recepimento da parte della
Giunta regionale dell’ordine del giorno da noi presentato e
finalizzato al biomonitoraggio Pfas del personale coinvolto nelle
operazioni antincendio”.
Lo evidenzia, attraverso una nota stampa, la consigliera
regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), che ha ottenuto
l’impegno dell’Esecutivo del Friuli Venezia Giulia “a intervenire
presso gli organi competenti, affinch? venga previsto un
biomonitoraggio, su base volontaria, sui livelli di Pfas
nell’organismo dei Vigili del fuoco professionisti e volontari,
anche in quiescenza”.
L’istanza pentastellata prevede inoltre “un’attivazione a livello
ministeriale affinch? i suddetti biomonitoraggi vengano inclusi
all’interno del perimetro previsto dalle visite periodiche
previste dalla Medicina del lavoro, nonch? l’avvio di tutte le
azioni che consentano il riconoscimento dei parametri Inail.
L’obiettivo ? quello di garantire ai Vigili del fuoco lo status
di categoria di lavoratori sottoposti a impieghi altamente e
particolarmente usuranti, nonch? invalidanti”.
“La nostra richiesta – dettaglia Capozzi – prevede altres?
l’opportunit? di avviare, attraverso gli enti del Sistema
sanitario regionale, un biomonitoraggio umano volontario di
sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) e loro derivati, per la
sorveglianza sanitaria e la determinazione della concentrazione
dei biomarcatori da esposizione sui corregionali coinvolti in
operazioni antincendio”.
“Una ricerca appurava gi? nel 2017 – sottolinea la rappresentante
del M5S – che gli operatori assorbono attraverso la pelle
sostanze chimiche nocive, compresi gli idrocarburi policiclici
aromatici (Ipa), subendo gravi conseguenze a livello di
incolumit?. Le divise dei Vigili del fuoco specializzati
presentano una composizione di diversi strati pensati per
difendere la pelle dalle fiamme, dalle sostanze tossiche e dai
fumi. Per essere efficaci e svolgere il loro ruolo protettivo,
inoltre, i completi anti-fiamma devono essere costruiti con
materiali resistenti al fuoco. Quelli in dotazione al corpo
nazionale dei VvFf possono contenere teflon e altri Pfas, ma
nelle attivit? antincendio pu? essere coinvolto anche personale
del Corpo forestale regionale o i volontari della Protezione
civile, a loro volta dotati di dispositivi antincendio contenenti
potenzialmente Pfas”.
“Appare necessario – conclude Capozzi – attivarsi nei confronti
del ministero dell’Interno per incaricare la direzione centrale
per la Salute e il benessere del personale di produrre uno studio
accurato sul tema Pfas, finalizzato alla comprensione della
problematica. Urge anche un monitoraggio su base volontaria di un
campione di Vigili del fuoco, anche volontari e in quiescenza,
per poi estenderlo a tutti i lavoratori del settore, giacch? chi
interviene in operazioni antincendio ha un rischio del 29%
maggiore di contrarre il cancro rispetto al resto della
popolazione”.
ACON/COM/fa
301151 LUG 25